Approvato dalla Commissione Europea il Progetto Parol, Scrittura e Arti nelle carceri

Il progetto “Parol – Scrittura e Arti nelle Carceri – oltre i confini, oltre le mura”, è stato approvato dalla Commissione Europea il 28 febbraio 2013 con un punteggio di 94/100, rubricato con il numero 536495. Avrà la durata di tre anni. Circa duecento detenuti di tredici penitenziari e case circondariali di cinque paesi europei saranno coinvolti in percorsi di formazione di alta qualità condotti da artisti, poeti, attori, fotografi, scrittori, artigiani, con lo scopo di attivare, attraverso la produzione di opere e la frequentazione dei laboratori, un processo di trans-nazionalità e di cittadinanza europea. Una molteplicità di interventi e iniziative messe in campo da Parol mirano a tessere relazioni, riflessioni, partecipazione, scambi e confronti tra i detenuti, tra gli artisti, tra gli artisti e i detenuti, tra il personale del carcere, le famiglie dei detenuti e quelle delle vittime, le istituzioni cittadine, tra il mondo prigioniero e il mondo libero, per conoscere e far conoscere.

I laboratori di arti plastiche e visive prevedono la produzione di manufatti che resteranno come testimonianza al detenuto, alla sua famiglia, al carcere e alla municipalità con l’invito a collocarli permanentemente in un luogo aperto al pubblico. Un ultimo manufatto sarà prodotto per essere inviato, come scambio e dono, a una delle altre prigioni europee che provvederanno a collocarlo in uno spazio dedicato.
È prevista la costruzione di un monumento collettivo da collocarsi in una piazza di Dendermonde, cittadina del Belgio.
Sono previste mostre nazionali in ognuno dei cinque paesi (Cascina Macondo contatterà il Circolo dei Lettori e la Bottega degli Antichi Mestieri della Città di Torino) e una mostra collettiva in Belgio delle opere più significative prodotte dai detenuti.
Saranno pubblicati libri e antologie con traduzione nelle diverse lingue, contenenti gli haiku e i testi letterari prodotti dai detenuti, e gli stessi saranno stampati su migliaia di segnalibri, bustine di zucchero, tovagliette di carta da distribuirsi nei bar, nelle mense, nelle biblioteche e in altri luoghi pubblici dei cinque paesi coinvolti.
Sono previsti spettacoli teatrali aperti al pubblico, letture ad alta voce, scambi, momenti di aggregazione, e partecipazione anche della disabilità, e molte, molte altre iniziative oltre i confini, oltre le mura.

A tal proposito Pietro Tartamella scrive:

I have a dream (Ho un sogno) è la frase con cui viene identificato il discorso tenuto da Martin Luther King il 28 agosto del 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington al termine di una marcia di protesta per i diritti civili. I padri fondatori dell’Unione Europea: Konrad Adenauer, Sir Winston Churchill, Alcide de Gasperi, Jean Monnet, Carlo Sforza, Altiero Spinelli… negli anni dal 1940 in poi they had a dream (ebbero un sogno). L’Europa Unita è dunque una creatura recente, davvero giovane. Lunga è ancora la strada che deve percorrere. L’hanno pensata gli uomini politici, gli intellettuali, gli economisti che avevano un sogno.
Il progetto PAROL vuole dare l’opportunità ai detenuti delle carceri di cinque paesi dell’Unione Europea di essere parte attiva di questo sogno. Un’opportunità di sentirsi partecipi e fautori di un’Europa Unita attraverso un progetto che li vede protagonisti. Attraverso la loro arte, la loro formazione, la trans-nazionalità, attraverso la loro parola, attraverso le relazioni che il progetto PAROL vuole tessere, poter sostenere che un popolo prigioniero e sofferente può dare uno stimolo emotivamente forte per continuare ad avere un sogno.

Alcune associazioni culturali di cinque paesi europei si sono riunite in un progetto comune rivolto ai detenuti. Cascina Macondo, che rappresenta l’Italia come paese partner co-organizzatore, ha elaborato un ricco programma di percorsi laboratoriali per un totale di circa 300 ore: lettura ad alta voce, scrittura creativa, poetica haiku, haibun, renka, danza, teatro, ceramica, Raku, Good Morning Poesia ore 8, Per un Barattolo di Storie. dedicati a un gruppo di detenuti della Casa Circondariale “Lorusso-Cutugno” di Torino e a un gruppo di detenuti della Casa Circondariale “Rodolfo Morandi” di Saluzzo (CN).

I detenuti delle carceri piemontesi coinvolti nel progetto sono soltanto un piccolo gruppo rispetto ai sessantacinquemila che vivono nelle carceri italiane. Sono una bolla di sapone leggera e invisibile rispetto ai circa duecentocinquantamila detenuti che vivono nelle carceri dei cinque paesi europei promotori. Ma il nostro pensiero è comunque rivolto a tutti loro, e alle loro famiglie. Il progetto PAROL vuole essere simbolo e metafora.

In Italia sono circa 65.000 i detenuti ospiti delle nostre patrie galere sovraffollate. Un soffio costante e invisibile li sospinge continuamente da un carcere all’altro.  Le condizioni materiali e psicologiche incerte, gli angusti spazi in cui vivono, i pregiudizi della società civile, non costituiscono certo le condizioni migliori entro cui attivare quella “rieducazione” pur prevista dalle leggi e dalla costituzione.

Da: Cascina Macondo

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist