Intervista a Claudio Carini, fondatore di Recitar leggendo

Claudio Carini è il creatore di Recitar leggendo, una casa editrice che ha dato vita all’audiolibro. La sua innovazione sta nel presentare al fruitore i classici della Letteratura, rivisitati dalla voce che rende perfettamente il timbro di quelle parole mai scritte a caso. E così, dopo aver ascoltato i suoi capolavori, su questa rivista, abbiamo voluto incontrare l’attore in questione per avere una maggiore chiarezza sulla sua idea geniale che sta prendendo piede fruttuosamente nel nostro paese e non solo nelle scuole.

Dott. Carini, ci spiega cosa è precisamente un audiolibro?
La lettura ad alta voce non è l’ultima trovata del ventunesimo secolo per la gioia di ascoltatori, attori ed editori, ma affonda le sue radici nel passato. Proviamo a pensare ad Omero: se mai è esistito, la sua professione non era quella dello scrittore, ma quella del “cantore”. Iliade ed Odissea venivano dette e tramandate a voce alta. Ma anche in tempi più vicini, tutto ciò che è stato scritto in endecasillabi è stato pensato per la lettura ad alta voce. Insomma, l’audiolibro non è altro che un supporto tecnologico moderno che ripropone una abitudine all’ascolto che viene dal passato.

Com’è nata questa sua geniale idea?
Dietro questo mio progetto, iniziato nel 2004, ci sono decenni di attività teatrale come attore di prosa che ha privilegiato fin da subito l’universo del suono e della parola, rispetto a quello del gesto e dell’azione, eseguendo centinaia di letture di grandi classici nei teatri e nelle scuole. La mia linea editoriale è prevalentemente dedicata ai grandi classici: Ariosto, Dante, Boccaccio, Petrarca, Leopardi, Omero, oltre a quei moderni che sono ormai anch’essi dei “grandi classici”, come Calvino, Verga, Svevo, Pirandello. Recitar Leggendo Audiolibri, si presenta con un “marchio di fabbrica” riconoscibile non solo dal fondo color blu carta zucchero di tutte le copertine, ma dal fatto che sono tutti registrati dal sottoscritto, un’impresa che ho voluto fortemente e che sta prendendo sempre più corpo, nonostante le difficoltà di ogni tipo che si possono ben immaginare.

Come viene “consumato” prevalentemente un audiolibro, con quali modalità di ascolto?
Anche nel nostro paese è ormai superato quel concetto dell’audiolibro come supporto di servizio per non vedenti o ipovedenti, ma ha ormai raggiunto una sua dignità accanto all’editoria su carta, pur con numeri ancora limitatissimi. In pratica si sta formando una nicchia sempre più consistente di persone che ascoltano un audiolibro in situazioni molto diffuse, come lunghi viaggi in auto o in treno, facendo jogging, o che molto semplicemente un libro preferisce ascoltarlo piuttosto che leggerlo.

Chi è l’ascoltatore “tipo”?
Da recenti studi sembra che sia prevalentemente donna, di istruzione elevata, fra i trenta e i cinquanta anni, e che consuma audiolibri prevalentemente in automobile nel traffico cittadino.

Quanto incide, secondo lei, la voce nella fruizione di un libro? Per quale motivo dovremmo scegliere l’audiobook all’ebook per esempio?
Le parole sono suono prima di diventare una macchia di inchiostro su un pezzo di carta. Pensiamo per esempio al teatro: una volta non si diceva “sono andato a teatro a vedere…” ma: “sono andato a teatro a sentire…” Ed in effetti, fra i cinque sensi, è l’udito e non la vista quello al quale facciamo riferimento trovandoci di fronte ad un monologo di William Shakespeare o di Eduardo De Filippo.
Nella lettura ad alta voce, e quindi nell’audiolibro, le parole fanno il percorso inverso: smettono di essere macchie sulla carta per tornare al loro stato naturale, ovvero tornano ad essere dei suoni. Per non parlare poi dell’importanza formativa della lettura ad alta voce; gli endecasillabi di Dante, di Ariosto, di Tasso, non sono fatti per restarsene silenziosi sulla carta.
L’audiolibro e l’ebook offrono una fruizione completamente diversa. L’ebook è un supporto elettronico che si limita a sostituire la carta, al più può offrire una sintesi vocale del contenuto scritto. Ma sappiamo tutti quanto ridicolo possa essere il risultato offerto dalla sintesi vocale di un testo. L’audiolibro è un altro universo, per lo meno gli audiolibri di Recitar Leggendo. Il nome stesso della mia iniziativa editoriale, in effetti, è di per se un programma.

È molto evidente quanto lei sia innamorato della lingua italiana, prerogativa di pochi oggi, visto che viviamo nel mondo del testo breve, dei tweet, degli sms. Avrebbe un’idea per far approcciare i giovani a rivalutarla, a farne oggetto di studio e vanto?
È difficile farsi venire ulteriori idee per avvicinare i giovani al mondo dell’ascolto. Si è inventato di tutto: progetti lettura, audiolibri, ebook, trasmissioni televisive dedicate al libro: nulla di tutto questo è servito. Non si è letto mai tanto poco come in questi ultimi anni. Ma sono proprio i consumi culturali in genere a vivere una crisi senza precedenti. Basti pensare al “consumo” di musica classica che ormai tra le nuove generazioni è vicino allo zero. In realtà credo che sempre più la buona letteratura, come la buona musica, siano cose per pochi. È con grande rammarico che faccio questa constatazione, ma già in tempi pre-crisi i giovani, e non soltanto loro, avevano un rapporto estremamente debole con la Letteratura. Il problema non è il supporto, ovvero carta, tablet, monitor, smartphone, il problema è che, molto brutalmente, i giovani non leggono. Tanto è vero che al crollo del 40% delle vendite dei libri cartacei fa da contrappeso un misero 1 o 2% di libri elettronici. I conti ci offrono un quadro desolante. E, per la verità, non credo che il diffondersi di twitter e degli sms abbiano una qualche responsabilità, il quadro era simile anche prima che si diffondessero questi “mezzi di comunicazione”.

Chi è Claudio Carini nella quotidianità?
Io sono un vecchio attore di prosa (festeggio proprio quest’anno 40 anni di teatro) che quando non è in palcoscenico si rinchiude nel suo studio di registrazione privato a dar voce ai grandi classici della Letteratura. Conduco anche molte scuole di recitazione e di lettura ad alta voce. Ma sempre più, col passare del tempo, mi piace lavorare al microfono, che considero una specie di condizione ideale del rapporto tra attore e ascoltatore.

Quali sono gli scrittori e i libri che hanno segnato il suo percorso culturale?
Leopardi è quello che mi ha segnato più di tutti, vuoi per le origini recanatesi della mia famiglia, vuoi perché la figura del Poeta aleggiava nella casa della mia infanzia (ricordo ancora le letture leopardiane che faceva mio padre ad alta voce).

Perché, secondo lei, un classico va ascoltato?
Cito Calvino: “I classici sono libri che esercitano un’influenza particolare sia quando s’impongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale. D’un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.”

I suoi programmi futuri?
Ho appena terminato di lavorare a L’Innocente di D’Annunzio che sarà in libreria e in rete tra pochi giorni. In pentola bollono la Bibbia e Le Metamorfosi di Ovidio.

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist