Intervista a Susanna Trossero: la scrittrice del nostro tempo

Dopo aver letto il libro E tra le mura il cuore, su queste pagine, abbiamo voluto conoscere meglio la scrittrice in questione, che ha fatto della sua vita una scrittura. Toccando i temi fondamentali del nostro vivere, quali la solitudine, l’amore, la quotidianità nelle diverse sfaccettature, Susanna Trossero si dimostra una donna che con la penna tocca l’animo di chi la legge. Ed è così, con la sua semplicità, che ci parla di sé.

La poesia nella sua vita ricopre un ruolo fondamentale, come mai?
Ad essere sinceri, è la scrittura a ricoprire un ruolo fondamentale nella mia vita, e in essa è racchiusa a volte anche la poesia ma non solo. Non ho ricordi in cui non vi sia tra le mie mani una penna, perché da sempre lo scrivere per me rappresenta una vera e propria esigenza unita al piacere, ma non parlo solo dei miei libri o di racconti da pubblicare. Spesso si tratta semplicemente di appunti scollegati, di frasi, di piccole grandi emozioni quotidiane riversate sulla carta, di pensieri illogici, di descrizioni. Parole che possono involontariamente trasformarsi in versi, forse, ma che considero più che altro esternazioni, riflessioni. Lo scrivere fa parte di me da sempre, come il respirare.

Quanto incide il cuore nella sua vita? Cuore e ragione sono opposti o si intersercano?
Il paradosso sta proprio qui: due opposti che si intersecano. Che dire, sono una persona molto razionale che spesso ha basato la sua vita sull’istinto dettato dal cuore: è possibile? Credo che in me – come in molti – ci sia una mescolanza di cose che incidono in maniera differente e complessa nella vita e nelle scelte, ma posso dire che mai riuscirei a lasciar spazio solo al cuore o solo alla ragione: ascolto entrambe le voci, perché entrambe possono insegnare tanto e spingerci nei limiti del possibile verso la giusta direzione.

Chi è Susanna Trossero nella vita di tutti i giorni?
Una persona semplice, che dà una grande importanza all’amicizia, a cui piace leggere, viaggiare alla scoperta del segno che la natura ha lasciato sulla terra, che ama osservare e conoscere l’anima degli altri quando ciò le è concesso, e che adora il piacere delle piccole cose. Ma anche una persona che spesso necessita di silenzio e solitudine come condizioni necessarie per rigenerarsi.

Qual è il messaggio fondamentale che si sente di dare al suo pubblico?
Questa per me è una domanda difficile. Io credo che sia il mio pubblico, quotidianamente, a dare a me dei messaggi importanti. Quando mi dice ciò che prova leggendomi, quando mi scrive sorprendendomi con inaspettate dimostrazioni d’affetto e d’amicizia, quando si racconta insegnandomi a comprendere e a provare nuove empatie. Messaggi dei quali spero di non dover mai fare a meno perché rendono più ricca la mia persona e il mio scrivere.

Da poco è uscito il suo ultimo lavoro, Adele, a che tipo di pubblico è rivolto e perché?
Adele è un romanzo che pone una domanda: è davvero possibile unire due universi differenti – quello femminile e quello maschile – e far sì che le cose funzionino a lungo? Tra le pagine dense di riflessioni e colpi di scena, il romanzo spera di indurre le donne ad essere più indulgenti verso “gli errori” maschili osservando meglio i propri, e gli uomini ad accettare e comprendere la profondità e i “trabocchetti” dell’animo femminile. Un invito per entrambi i sessi dunque, all’accettazione e al rispetto per la diversità, e non all’inutile e fuorviante ricerca dell’uguaglianza d’indole e personalità.

Che messaggio si sente di lasciare ai posteri?
Mi capita spesso di curiosare in luoghi in cui tanti sono i vecchi libri. Custoditi con amore, abbandonati, amati, dimenticati. E più sono vecchi e polverosi, sconosciuti in quanto a titolo o autore, più mi affascinano le pagine, le immagini – quando ve ne sono – o le righe sottolineate da altri che prima di me li hanno presi in mano. Vorrei tanto che un giorno, quando non ci sarò più, a qualcuno capitassero in mano i miei, di libri. E vorrei che a quel qualcuno, leggendo il mio nome o poche frasi qua e là, venisse voglia di rubare quel vecchio volumetto per farlo suo e concedersi ad esso nella tranquillità di casa. Questo è il messaggio: continuate a leggere, ad amare le parole scritte, ad aprire la mente grazie ad esse e ad esserne affascinati. Non smettete mai!

Ha altri progetti in cantiere?
Ne ho sempre e tra le idee astratte e i lavori ultimati, la mia mente è in continuo fermento. Le idee sono molte ma per il momento posso dire che, nel prossimo mese di settembre, sarà pubblicato sempre dalla Graphe.it, casa editrice che da anni mi affianca e mi sostiene, un piccolo saggio che racconta di antiche tradizioni, una preziosa raccolta di testimonianze e non solo, della quale per il momento non posso dire molto di più.
Inoltre ho appena terminato di scrivere un romanzo tutto al femminile, intitolato Soltanto una donna, ma il vero lavoro è appena cominciato poiché sono nella fase della revisione, sempre molto lunga e complessa. Che dire, aveva ragione chi ha detto che «scrivere è una malattia la cui unica cura è continuare a scrivere»!

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist

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