L’italiano scritto. Manuale di didattica per laboratori di scrittura – Daniela Pietragalla

Diversi universitari risultano accomunati da un «male di scrivere»; mancano forse le dinamiche metodologiche di base. Però con esercizio, qualche tattica e un po’ di tenacia, è possibile stendere testi validi.

Lo studio della Lingua italiana nelle scuole e nelle università, che si basa sui programmi ministeriali, sembra che non badi alle metodologie pratiche di stesura, continuando a soffermarsi, invece, sulle teorie astratte della dinamica ed evoluzione, analizzandone ancora idiomi e caratteristiche varie. Pertanto solo raramente uno studente laureato possiede capacità di buona scrittura, a meno che da autodidatta sceglie di imparare a elaborare. I professori, invece, malgrado non ci tramandano questo “metodo”, ammesso che ce ne sia uno, sanno come operare? Essi, che solitamente sono i «formatori dell’italiano», siamo certi che adottino un sistema di scrittura coerente ed efficace?

Per gli “spaesati” Daniela Pietragalla, dottoranda di ricerca in Italianistica nell’Università di Pisa, in seguito a seminari di scrittura scientifica e professionale, ha messo per iscritto la sua esperienza, prefiggendosi di indicare delle strategie didattiche proponendone moduli differenziati di insegnamento.
Nella prima parte del testo viene esposto l’andamento metodologico dei laboratori di base e laboratori avanzati di scrittura, con tanto di tabelle fornite di esempi linguistici. I temi sostanziali sono i seguenti: grafia e ortografia, congruenza sintattica, precisione lessicale e coerenza semantica.Dagli esempi riportati esce subito fuori una mancata facoltà d’impiego della lingua scritta. Parecchie sono le «incertezze nell’uso della punteggiatura, dei connettivi e del lessico» insieme ai «problemi di pianificazione» e l’assenza di «razionalizzazione degli a capo» ci dice la dottoressa. Si tratta però di un «male di scrivere» comune a molti studenti universitari. Naturalmente

essere consapevoli delle teorie connesse alla comunicazione permette di costruire testi coerenti, adeguati al contesto, funzionali al destinatario e allo scopo della comunicazione.

L’autrice, pertanto e a titolo di esempio, illustra un programma di insegnamento di scrittura scientifica e professionale, riportandone lo schema circostanziato.C’è da sapere che le sedi universitarie nella quali «la didattica dell’italiano scritto occupa da alcuni anni un ruolo importante nella programmazione» sono soprattutto le città di Catania e Pisa, dove si è «arrivati all’istituzione di due Master». Questi mettono in primo piano l’ambito su cui esercitare la scrittura insieme alla sua stessa attività. L’obiettivo cardine è dunque

la creazione di figure professionali specializzate nella comunicazione scritta, in ambito pubblico, aziendale e didattico.

Nel testo in questione, per di più, sono riportati a mo’ di esempio anche delle recensioni di testi e di film per mostrare i diversi livelli maturati dai corsisti del laboratorio. Una cosa importante che ne scaturisce, è la revisione a distanza di uno stesso testo. In pratica, per imparare a scrivere, dobbiamo dare un peso ponderoso ai singoli momenti che abbracciano stesura e revisione, effettuati da autori e correttori. Pertanto seguendo e studiando i passi di un testo base fino al miglioramento di esso, quindi finale, ci si allena per il procedimento di composizione, decomposizione, stesura e revisione finale.

Il libro è composto di un’Appendice ben fornita da testi «tratti dal corpus degli elaborati prodotti all’interno dei Laboratori di scrittura» in cui la Pietragalla ha insegnato tra il 1999 e il 2004, che appartengono a studenti di I, II e III anno di università. Un primo gruppo è formato da una serie di sintesi, il famoso “riassunto”, uno degli elementi fondamentali della didattica della scrittura perché consente di organizzare e pianificare il testo preso in considerazione.

Un’altra tipologia trattata è la “recensione”, che secondo l’autrice possiede dei difetti: incapacità di selezionare gli elementi più importanti di una trama, difficoltà nello spiegare con coerenza gli sviluppi di un intreccio, e – aggiungiamo noi – la mancanza di criticità che appiattisce i testi.

Infine ci sono le “riscritture”, ovvero l’elaborazione di più stesure di uno stesso testo, che renderebbe familiare un medesimo tema e servirebbe come esercizio nell’attività di autorevisione. Il problema è che spesso quest’ultima operazione, ci avvisa la dottoressa, presenta dei limiti: anziché mettere in discussione le fondamenta del testo in modo radicale, si ferma alla superficiale riformulazione della sintassi e del lessico.

I vari lavori scritti appartenenti ai tre argomenti, appena menzionati, sono accorpati di commento. E oltre a una bibliografia soddisfacente in supporto al galateo di scrittura, il libro contiene un elenco di siti internet per tutti quelli che si dilettano a navigare nella rete, con la voglia e la diligenza di imparare, in questo caso a scrivere.

L’italiano scritto. Manuale di didattica per laboratori di scrittura
Daniela Pietragalla
Rubbettino Editore
Pagine 137
Prezzo di copertina € 12,00

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist