Luigi Milani, un eclettico del nostro tempo

Cosa c’è nel dietro le quinte di un libro? Quali possono essere i tempi di redazione e come nascono i personaggi? Questi in genere sono i quesiti che il lettore si pone quando legge, ma anche di chi vorrebbe cimentarsi nella scrittura per la prima volta. Noi abbiamo cercato di dare qualche informazione in più incontrando un giornalista-scrittore che lavora anche per una casa editrice. Un uomo versatile dalla personalità eclettica, Luigi Milani, che ama l’evoluzione ed è sempre al passo coi tempi. E ci ha proprio illuminati!

Si definisce più un giornalista o uno scrittore? Qual è la differenza tra i due, secondo lei?
Più che altro mi piacerebbe essere considerato un “autore”. Raccontare storie, immaginare situazioni e personaggi: è ciò che tendo a fare la maggior parte del tempo, anche quando non scrivo materialmente. In effetti uno scrittore – e con questo anticipo un po’ l’oggetto della domanda seguente – scrive sempre, anche se magari solo nella sua mente!
L’ambito giornalistico rappresenta invece una dimensione più circoscritta, con regole precise alle quali non è facile, né spesso consentito, sottrarsi.

Quando scrive, quali sono i suoi tempi di redazione?
I tempi di scrittura sono molto variabili e dipendono essenzialmente dalla mole dell’opera alla quale mi trovo a lavorare. Nel caso ad esempio di Nessun Futuro, il romanzo da Lei video recensito qualche mese fa, ho impiegato circa dieci mesi a scriverlo. Le revisioni dei miei scritti sono sempre almeno tre. La prima stesura è in genere abbastanza grezza, e contiene si può dire la materia prima, raccolta ed esposta senza curarmi più di tanto del singolo dettaglio lessicale. Al secondo “passaggio” mi adopero per mettere meglio a fuoco sia la narrazione che la forma, lavorando perlopiù per sottrazione. L’ultima stesura infine è dedicata alla caccia di ripetizioni, rime non volute ed eventuali cacofonie. In tal senso trovo delle similitudini tra il lavoro dello scrittore e quello del musicista: entrambi lavorano a più fasi lo stesso materiale, fino a conferirgli la forma auspicata.
Nel caso invece di romanzi brevi, come ad esempio Ci sono stati dei disordini, il romanzo pubblicato lo scorso anno, il tempo di redazione è più breve: nel caso specifico, circa tre mesi.

Secondo lei, di questi tempi, uno scrittore come può raggiungere il successo? In che modo dovrebbe colpire il pubblico?
Mai come oggi, credo, la strada per il successo è ardua e disseminata di ostacoli. Se da un lato infatti l’accesso al mondo dell’editoria può apparire più facile che in passato, grazie al proliferare di case editrici e alla diffusione di nuovi formati editoriali – penso all’ebook, per esempio – dall’altro il rovescio della medaglia è che il popolo degli… scriventi ha raggiunto proporzioni smisurate. In altre parole, è difficile emergere, a meno che l’editore non sia in grado di investire risorse ingenti in promozione. Il che, alla luce della crisi economica che attanaglia il nostro Paese, avviene ormai in pochissimi casi.
Tuttavia oggi l’autore ha anche la possibilità di farsi conoscere attraverso la Rete, tramite strumenti diffusissimi e consolidate come i social network, Facebook e Twitter in testa. Stabilire un contatto con il potenziale pubblico dei lettori è importante, a patto però di non eccedere, scadendo nell’autopromozione più bieca, come pure accade. Ma a quel punto si otterrà un letale effetto boomerang, che si ritorcerà contro l’autore troppo smanioso di “apparire”.

Ci racconta il suo rapporto con i personaggi dei suoi libri? Come nascono? Sono reali?
In linea di massima tento di sfuggire agli stereotipi di certe caratterizzazioni, anche perché il mondo reale rappresenta un serbatoio vastissimo di tipologie umane cui attingere. Sta allo scrittore cercare di cogliere i tratti umani più interessanti, per cercare poi di rappresentarli nel modo, si spera, più efficace.
Può anche accadere che i personaggi cui do vita nelle mie storie siano in parte basati su persone reali, ma in questi casi tendo a mescolare le caratteristiche, fisiche e caratteriali, per sfuggire alla trappola, sempre in agguato, dell’autobiografismo, che mi porterebbe a parlare solo di persone e situazioni riconducibili alla mia sfera personale.

Il suo scrittore preferito?
Direi Salman Rushdie, un autore che considero un modello, ahimè, irraggiungibile. Di lui mi affascina l’audace mescolanza di elementi magici e realistici, spesso frequente nelle sue opere, e che nel mio piccolo cerco di praticare anch’io.

Come si svolgono le giornate di Luigi Milani?
All’insegna della scrittura, ma anche di una certa schizofrenia lavorativa: al mattino tendenzialmente lavora il Luigi giornalista: articoli, interviste e recensioni. Nel pomeriggio riemerge invece “l’altro” Luigi, quello dedito alla scrittura di narrativa o, a seconda dei casi, alla traduzione di qualche autore straniero. Questi ultimi mesi mi vedono poi molto impegnato come curatore della collana di narrativa digitale eTales, per le Edizioni Graphe.it di Perugia.

Leggere un libro tradizionale e un ebook, qual è la differenza e secondo lei perché si dovrebbe compare l’uno piuttosto che l’altro?
Non vedo differenze sostanziali. Il contenuto di un libro resta tale, a prescindere dall’essere stampato su carta o memorizzato e reso disponibile su supporto digitale. A rischio di contraddire il grande McLuhan, direi che in questo caso il medium non è il messaggio. Nell’industria dell’entertainment, dalla musica al cinema, il fenomeno è ormai consolidato. Film e album musicali da vari anni ormai non sono più legati al supporto fisico di cd e dvd, ma non per questo non si ascolta meno musica o si vedono meno film. Né possiamo ignorare un importante dato di fatto, e cioè che le nuove generazioni, quelle dei cosiddetti “nativi digitali”, non hanno difficoltà a leggere testi su schermi di varie forme e dimensioni, dallo smart phone al tablet, al net pc. Molti hanno da tempo rinunciato all’acquisto di quotidiani e riviste cartacei, perché considerati arcaici e ingombranti.
Quanto alla seconda parte della domanda, non porrei la questione in termini di contrapposizione tra il libro cartaceo e quello digitale. Credo che infatti che entrambi i… “supporti”, per usare un linguaggio di derivazione informatica, siano destinati a convivere per molto tempo ancora, anche se all’estero il sorpasso del digitale sul cartaceo – in termini di vendite – è già realtà, come è avvenuto nel caso di Amazon. Certo, la situazione nel nostro Paese è ben diversa, ma si registra comunque un forte interesse nel pubblico verso l’universo degli ebook. E quindi, in definitiva, ho idea che sarà il lettore a decidere in quale formato acquisterà il libro desiderato, a seconda delle sue esigenze.

Le andrebbe di raccontarci qualcosa di sé, che le ha segnato l’esistenza e che potrebbe essere utile nell’affrontare la vita?
Un evento accaduto nella mia adolescenza, un grave incidente occorso a un mio familiare, segnò alcuni anni fa la mia vita, costringendomi a misurarmi per la prima volta con quella che considero la caratteristica forse più ineludibile della condizione umana, e cioè la sua innata fragilità. Tra l’altro, l’episodio è descritto in un racconto che fa parte di una raccolta di uscita per le Edizioni Delirium, dal titolo Seasons.

 

 

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist