Ricordi di un vicolo cieco – Banana Yoshimoto

Il destino tante volte viene visto come un’ancora alla quale aggrapparsi nei momenti difficili. Ma spesso esso entra in gioco solo quando noi esseri umani lo invochiamo, o quando lo rendiamo fondamentale per giustificare il nostro andamento esistenziale. È quello che accade non solo nella vita quotidiana delle vicende di Ricordi di un vicolo cieco narrate da Banana Yoshimoto, i cui personaggi sembrano alla ricerca della felicità, ma anche nella vita che giorno dopo giorno ci avvolge.

Riusciranno, almeno essi, a ottenerla? Forse no, perché alcuni si rassegnano alla “sorte”, come ad esempio quella di vivere in una famiglia cagione di ferite, che non dona amore ma rinchiude e reprime chi poi è più sensibile o “sfortunato”.
 O forse sì, perché al di là del raggiungimento, si capisce il meccanismo attorno al quale folgora la luce interiore e quindi vengono automaticamente illuminati da essa, insieme a persone e oggetti.

Una cosa importante, che emerge sempre dalla realtà narrata da Yoshimoto è il “bastare a se stessi”. Questo potrebbe essere la chiave e il segreto che allontana le illusioni e/o fantasie, e sta alla base di un equilibrio piuttosto solido, oltre ad alleggerire «l’abisso personale» che ognuno porta dentro. E anche talvolta liberarci dalla ragnatela intessuta da famiglia, lavoro, amici, fidanzati… i quali entrano nella nostra vita senza permesso imprigionando i nostri desideri e sostituendoli (o barattandoli senza corrispondenza) ai loro.

A questo punto ci si ferma, ci si riflette e si pensa che quando si raggiunge il grado massimo di piacere e felicità si percepisce e si matura l’idea che si vuole andare avanti all’infinito, anche se in quell’istante tutto svanisce. Ne consegue che è nel tragitto il segreto per un lieto vivere.

Ricordi di un vicolo cieco
Banana Yoshimoto
Feltrinelli
Pagine 160
Prezzo di copertina € 11,00

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist