Monica Murano, un talento esordiente libero dal marketing

Abbiamo già conosciuto questa scrittrice alla pubblicazione del suo primo libro, Sul davanzale del cielo. E dopo averla letta si è innescata quella curiosità di conoscere l’animo di chi appunto è capace di scrivere così, senza lasciarsi trascinare dalla commercialità che oggi è tanto in voga, lasciando dunque spazio solo all’artisticità che la caratterizza. Monica Murano è una donna audace, sicura, tanto che ha voluto dare vita al suo primo lavoro senza lasciarsi etichettare, senza scendere a compromessi e senza vendere il suo talento solo per il gusto di primeggiare. L’abbiamo incontrata, questa volta, per parlarci di sé.

Come sono nati i suoi versi?
Fin da bambina ho avuto un diario personale per il mio bisogno di scrivere. I miei versi sono nati nel momento in cui ho sentito fluire profondamente la vita, in me e fuori di me. Se devo dare un’età anagrafica di riferimento, intorno ai 13 anni. Ad ogni modo sono loro, i versi, che hanno fatto nascere me.

Qual è stato il suo iter di pubblicazione, come mai non è stata supportata da una casa editrice?
È capitato tutto per caso. Una mia cara amica mi ha presentato una persona molto impegnata in un’associazione presente sul territorio in cui vivo, dopo avergli fatto leggere alcuni miei testi; a distanza di qualche giorno ho saputo che aveva proposto un progetto culturale riguardo alla realizzazione del mio libro. Da qui è cominciato ogni piccolo passo di una bellissima esperienza che rivivrei senza alcuna esitazione. La silloge è stata totalmente finanziata, divulgata e venduta dall’Associazione stessa. In corso d’opera abbiamo ragionato sulla possibilità di rivolgerci a una casa editrice, ma ho preferito una soluzione più semplice, ossia “ilmiolibro.it” .
Non condivido le strategie di marketing editoriale. In generale non reggo molto la mancanza di onestà, mettiamola così. Non ho particolare interesse per il commercio dei miei scritti e non credo che le case editrici sostengano realmente gli scrittori e/o i poeti, nella maggior parte dei casi. I libri non hanno il volto dei soldi, ma dell’anima, dell’intima comunicazione, così è per me, e andrebbero trattati con la dovuta attenzione. Ho avuto modo di lavorare nel settore editoriale e non ho apprezzato il singolare interesse emerso per la quantità piuttosto che per la qualità. D’altra parte molti scrittori – o presunti tali – farebbero qualunque cosa pur di vedere esposto un loro libro in uno scaffale di libreria. Personalmente credo sia meglio essere rifiutati e non pubblicati che pagare dei competenti i quali – troppo spesso – non indicano i migliori percorsi da seguire. Quante volte capita che i redattori e gli editor debbano reimpostare lavori scritti male e con contenuti non del tutto accettabili, se non completamente inaccettabili? Ovviamente parlo a grandi linee, consapevole che esistono le eccezioni.

Cosa raccontano i suoi versi?
Questo spero di sentirlo dire da chi li legge.

Quali sono i suoi libri e autori preferiti?
Non ho autori o libri preferiti. Credo che siano in tanti ad aver consegnato, e a offrire ancora, un incisivo contributo alla cultura e alla sensibilità umana, indipendentemente dalla loro notorietà e dal loro tempo. Non voglio annoiare nessuno con liste di nomi, preferisco continuare a leggere perché ho molto da conoscere, non dimenticandomi che l’insegnamento migliore è l’esperienza diretta della vita.

Chi è Monica Murano nella vita di tutti i giorni?
Un comune essere umano, che prova a curare l’abito che ha scelto d’indossare, anche quando è meno facile riuscire a vestirlo.

Ha altri progetti in programma?
Progetti è una parola troppo impegnativa per il mio umile dizionario. Mi piace lasciare che le cose mi accadano e vedere in che modo io permetto loro di accadere. Cosa, quando, dove e perché non saprei, ma di certo continuerò a scrivere, se anche fosse solo per me stessa. Mi piace molto il verso di una poesia di Joumana Haddad, che dice così: “Credono che la mia libertà sia loro proprietà e io glielo lascio credere e avvengo”.

Che messaggio intende lasciare ai posteri con questo suo lavoro?
Sorrido e quasi rido simpaticamente a questa domanda. Mi sembra eccessivo prendermi cura dei posteri con un piccolo libro come il mio. Potessi tanto con così poco…

Cosa pensa della vita e dell’intima quiete?
Penso che bisogna curarla la vita, respirarla a fondo, come meglio si crede, ma viverla, nel rispetto del prossimo e con amore, qualunque sia la forma e la direzione che questo sentimento voglia assumere. E sbagliare per imparare, sbagliare con coraggio e lealtà. Dove potremmo trovare un’esperienza tanto fondamentale come la vita che viviamo se non nella vita che viviamo? E se, vivendola, incontriamo l’intima quiete, presentiamoci a Lei e stringiamo rapporto, ma non un rapporto qualsiasi, di quelli che t’incroci per strada e basta un saluto educato; no, creiamo un rapporto che sia Legame, perché l’intimità unita alla quiete solleva i tetti delle case per regalarci il cielo.

Un messaggio positivo per i giovani talenti?
Mi sento lusingata da queste vostre domande. Vi assicuro che sono la prima della lista in attesa di messaggi positivi, e soprattutto di talento. Intanto non mi perdo d’animo… e pur volendomi perdere, l’animo riesce sempre a trovarmi.

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist