Paolo Abi: trasgressione nella sessualità

Una doppia personalità celata ma alla portata di tutti adesso. Un cammino volutamente nascosto per pudore, ma che viene alla luce per abbandonarsi al piacere: arma vincente contro se stessi e la solitudine intrinseca, anche se solo per pochi istanti. È questa la vita di Paolo Abi, autore di Taixo ti scrivo, che ora si racconta, per spiegare ulteriormente la sua interiorità e, in qualche modo, smascherare e confidare i propri sentimenti.

Nel suo testo compaiono quasi volutamente più volte le parole “trasgressione”, “voler trasgredire”, “vita trasgressiva” quasi a sottolineare questo dato di fatto, a volerlo marcare, ricordare, tenerlo presente al lettore. Perché tiene molto a evidenziare queste parole?
Perché quello che scrivo, quello che racconto nel libro, ha senso solo nell’ottica di quel mondo trasgressivo che descrivo, altrimenti il tutto sarebbe non solo incredibile, ma anche tanto squallido.Il Paolo della vita quotidiana, normale, è una persona timida e riservata. Come mai ha deciso di rivelare l’altra personalità e renderla pubblica con un libro?
Ho scritto questo libro perché credo che avere questa doppia, o tripla personalità, sia una realtà di tutti, che tutti neghiamo o rifuggiamo.

Cosa spinge, secondo Paolo, un uomo alla trasgressione? E secondo Taixo?
Sarebbe presuntuoso sostenere «cosa spinge un uomo alla trasgressione»; posso dire cosa ha spinto me: un desiderio di rivalsa, la ricerca di momenti di puro sesso felice, in piccole parentesi di tempo, per staccare dalla vita mai appagante di tutti i giorni.

Se fosse sposato parteciperebbe in coppia con dei singoli, cedendo (fisicamente) il corpo di sua moglie agli altri per puro piacere sessuale?
Non lo escludo, anche se non mi vedo in quel ruolo. Se dovesse accadere lo farei solo quando sarà lei a chiedermelo e solo quando capirò che è un gioco “nostro”, di nostra intima complicità! Non con singoli qualsiasi comunque.

Come giudica le coppie che la cercavano per sesso estremo?
Se devo farne un bilancio, il mio giudizio su quelle coppie è positivo. Con loro era un gioco che non ha fatto male a nessuno, nel quale sono state realizzate delle fantasie, si sono vissuti momenti di piacere senza la scusa del sentimento, tra persone mature, in modo limpido e senza moralismi. Come potrei permettermi di giudicarli?!

Secondo lei la vita di Taixo, rimasta celata, nascosta, difesa, cosa ha insegnato a Paolo?
Taixo ha insegnato a Paolo la sua seconda natura, inconfessata e presente, una sua seconda faccia che era sempre stata nascosta dall’educazione, dal concetto di “rispetto” per la donna… E ha insegnato anche la stessa solitudine di fondo.

Dall’esterno come giudicherebbe e, di conseguenza, che consigli darebbe a Paolo? E a Taixo?
Vivete e sopportatevi, non nascondetevi l’uno all’altro!

Che posto assume Dio nella vita di Taixo?
Lo scrivo nel libro: Paolo vorrebbe che Dio esistesse in ogni cosa, ma Taixo (molto più diretto e pragmatico) vede Dio come una benda mascherata di speranza, per non vedere che tutto di noi, prima o poi, finirà.

Cosa spaventa Paolo più di qualsiasi cosa?
Il dubbio di non sapere se davvero vivo come dovrei, se sto sprecando o, peggio ancora, non sto capendo il mio vivere. Mi spaventa la possibilità di capirlo quando sarà troppo tardi.

Perché Paolo ha paura di amare e di lasciarsi andare? Cosa lo tormenta realmente?
Una paura, quella di non sapere amare. E il timore di ferire qualcuna, nel confondere quel sentimento con la semplice voglia di sfuggire alla mia solitudine.

Fino a che punto il sesso può colmare il vuoto della solitudine?
In quelle serate, che come Taixo vivevo, davvero restava fuori dalla porta la vita di sempre, i problemi di sempre, le preoccupazioni di tutti i giorni. Erano serate di solo sesso, puro, senza scuse, con persone che arrivavano lì per lo stesso motivo e con le stesse premesse. Erano tutte persone che staccavano così, in quel modo, dai loro problemi, dalle loro delusioni, dalla loro monotonia del quotidiano. Io con Taixo scappavo (forse) solo dalla mia solitudine.

Ha deciso di raccontare una parte importante e privata della sua vita, a che scopo?
È stato un modo per parlare anche a me stesso, un modo sincero perché mascherato (Paolo Abi, infatti, non è il mio vero nome) e, forse, la speranza di un confronto con persone a me simili.

Qual è il senso dell’esistenza, secondo lei?
Non lo so… Probabilmente è proprio la ricerca di questa risposta che rende tutto amaro… forse dovremmo semplicemente vivere, senza chiederci tanti perché!

Quali sono i sogni del cassetto di Paolo? E di Taixo?
Capirmi.

Il saluto per Taixo è definitivo? Come mai ha scelto di essere soltanto Paolo, adesso?
Credo non sia definitivo, è difficile salutare e dimenticare una parte di te, lei resta sempre lì, ogni tanto si fa sentire, ti chiama. Quindi io cerco di essere solo Paolo adesso, ma non so chiudere la porta del tutto per lasciare fuori Taixo, lui ha sempre e comunque una chiave per provare a rientrare.

Durante la sua vita parallela (di Taixo) si sentiva in colpa? Se sì per quale motivo reale? Cosa, secondo lei, è davvero sbagliato?
Paolo si sentiva in colpa perché vedeva Taixo fare cose che lui da sempre considerava sbagliate: un certo modo di “usare” le donne, di trattarle, quel particolare atteggiamento nel gioco, quel piacere di umiliarle. Io, nelle vesti di Paolo, non avrei mai pensato vivessero quelle perversioni in me!

Cosa manca in Paolo?
La spensieratezza e la spregiudicatezza di Taixo. Per quest’ultimo era tutto solo un gioco, solo una sco..ta.

Cosa significa esattamente “fare sesso con la testa”?
È quel sesso di cui mai si parla, quello che si vive e si gode senza usare i genitali. È, per esempio, quel piacere totale e intenso che hanno quei mariti di cui scrivo, che godono realmente nel “vedere” la propria moglie “giocare” con un altro uomo. È quello stesso piacere che hanno anche quegli altri mariti che organizzano Gang bang per la moglie, serate in cui lei “gioca” con più uomini assieme. Bastava guardarli negli occhi mentre la guardavano durante quella performance per capire cos’è il “Piacere di testa”!

Dal punto di vista di Paolo Taixo una donna si contraddistingue dal corpo o dall’anima?
È proprio qui la differenza: quando io mi trovavo a letto con una coppia, a giocare con me c’era solo il corpo della donna. Della sua anima, dei suoi sentimenti, di tutto il resto, io non avevo diritto. Quello faceva parte del suo aspetto di moglie/madre/complice… quello apparteneva alla vita di tutti i giorni, al marito.

Nel suo libro spesso si parla di coppie, dove la donna è bella e sensuale, se così non fosse, lei avrebbe ugualmente accettato di avere rapporti sessuali?
Certamente sì, non era sicuramente la bellezza di lei il motivo del mio incontrare, anche se ovviamente l’apparenza gradevole era un motivo in più. Ho incontrato anche donne esteticamente non fortunate, ma di esse notavo (e nel libro l’ho scritto) solo i particolari del loro corpo che più mi attraevano: il colore degli occhi, le mille lentiggini sulle spalle, il modo di ridere, due nei che erano sexy in quel posto…

Quanto incide la bellezza nella vita di Taixo? E nella vita di Paolo?
Non credo incida tanto, forse per non sentirmi superficiale. Io sempre di più mi scopro ad essere attratto e a cercare quella bellezza di cui parlavo prima, quella mai banale, sempre nascosta nei particolari. Quella ho sempre amato vedere sia come Paolo che come Taixo.

Qual è per lei il significato recondito della parola “delusione”? Cosa deluderebbe Paolo? Cosa deluderebbe Taixo? Ed entrambi temono la delusione? Se così fosse perché?
Quella che chiamo “delusione” nel libro, posso definirla qui “ansia del vivere”. È il timore del tempo che passa, dei rimpianti che oggi creiamo per il futuro. Quella delusione che leggo negli occhi di tutti, di sapere che non viviamo del tutto, che perdiamo tempo. Quella delusione che sempre resta di quando capiamo che i nostri progetti di un tempo sono rimasti solo ricordi. La delusione di cui parlo appartiene sia a Paolo che a Taixo, vista diversamente, ma amara uguale.

Qual è la reale vita parallela: quella di Taixo o quella di Paolo?
Ho paura che le vite siano entrambe parallele o reali l’una all’altra.

Se tornasse indietro rifarebbe la vita parallela?
No, forse rimpiango quella concezione del sesso e delle donne che aveva Paolo prima dell’avvento di Taixo.

Quanto pesa avere una doppia personalità?
Tanto, anche se spesso la seconda personalità è un ottimo rifugio.

Cos’è la felicità per Paolo Abi? L’ha mai incontrata?
Non so cosa sia la felicità e, forse, nella mia vita, l’ho solo sfiorata, a volte, per pochi istanti. Ma credo che questo sia proprio la natura della felicità, un qualcosa che è sempre troppo un passo avanti, che a malapena tocchiamo, che cambia direzione… Tutta la vita a inseguirla, a cercarla, a farsi conquistare da lei… senza mai riuscirci.
Forse, per la natura stessa dell’uomo, se l’avessimo trovata facilmente ora tutti vivremmo ancora nelle palafitte. Perché darsi da fare tanto se eravamo già felici così com’eravamo?

Ci lascerebbe un messaggio per chi la legge in questo momento?
Mi vengono in mente molte frasi, molti messaggi, ma nessuno abbastanza intelligente da aver la pretesa di insegnare qualcosa. Forse un invito/messaggio che faccio soprattutto a me stesso: Guardiamoci dentro con sincerità e senza pregiudizi e moralismi. Indulgenti con noi stessi, consci dei nostri limiti, orgogliosi di conoscerli. Senza la pretesa di insegnare niente a nessuno.

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist