Segreti dei Gonzaga – Maria Bellonci

Il romanzo storico-narrativo, pubblicato nel 1947, di Maria Bellonci è incentrato sulla figura del duca Vincenzo Gonzaga, nato nel 1562 (sotto l’insegna della Controriforma) e figlio del duca Guglielmo gobbo e malato, uomo parsimonioso sino a sfiorare l’avarizia e di Leonora d’Austria, donna religiosa e virtuosa, figlia dell’imperatore Ferdinando I e nipote di Carlo V. Bambino bellissimo dai colori e dai tratti somatici asburgici: roseo, biondo, occhi azzurri. Diverrà da adulto un uomo atletico e vigoroso dal fascino indiscutibile.
La fastosa corte di Mantova è il teatro principale in cui si dipanano gli eventi e il destino del duca, in un’Italia divisa in staterelli, guidati da famiglie di antico e illustre lignaggio, che spasimavano, complottavano, pianificavano, intrecciavano alleanze attraverso matrimoni, guerreggiavano per ingrandire i loro possedimenti. Guidati sempre dal loro particulare ben volentieri, a mani giunte e ginocchio flesso, ubbidivano alle grandi potenze europee. Il duca Vincenzo è un emblema del suo tempo, il tipico principe rinascimentale.

Dal carattere prodigo, intemperante, amante del lusso sfrenato. Sotto il suo governo Mantova divenne un importante centro artistico. Grande mecenate, cultore dell’arte, della musica, del teatro, della letteratura, alla sua corte portò il pittore Rubens e lo scrittore Tasso, liberandolo dalla prigionia.

Nel romanzo si mescolano narrativa e analisi psicologica, alternandosi alla storia, ma quello che prevale è lo scandaglio psicologico. Di Vincenzo vengono sì narrate le sue diverse imprese (poco valorose) molto costose per combattere i turchi in Ungheria, in aiuto all’imperatore Rodolfo II. Altresì vi è un’attenta analisi delle sue inclinazioni umane, della sua incontenibile vitalità che lo indusse ad amare, a darsi con totale generosità in qualsiasi circostanza, in ogni sfera della sua vita dal pubblico al privato. Un uomo che non conobbe e non amò le mezze misure.

Molte le figure femminili che costellarono di avventura e stabilità la vita dell’insaziabile duca, in cui albergarono il bisogno costante di nuovi stimoli e la necessità di avere sicurezza e punti fermi. La pia madre, Leonora d’Austria, verso la quale nutrì un devoto affetto filiale.
Barbara Sanseverino, contessa di Sala (donna bella, affascinante e scaltra), mentore e protagonista dei suoi affari galanti.
Margherita Farnese, la prima moglie, crudelmente ripudiata per calcolo dinastico, la fanciulla per un problema anatomico non poteva garantire la discendenza dei Gonzaga. Dopo un anno di umilianti controlli medici, si arrivò all’annullamento del matrimonio. E così fu costretta alla clausura, dove vivrà il resto dei suoi lunghi giorni. Il suo valore connesso unicamente alla sua capacità animale di procreare e null’altro. La sacrificata Margherita suscita pietà e un profondo sdegno, anche se i fatti narrati si svolgono in un momento storico in cui la donna era considerata alla stregua di una cosa di proprietà paterna prima e del marito poi. Sono passati secoli, ma purtroppo, il problema della violenza fisica e/o psicologica sulle donne e il loro ruolo subordinato all’uomo rimane ancora oggi un problema aperto.

La seconda moglie Eleonora de’ Medici, figlia del granduca di Toscana, la quale con la sua numerosa covata di sei figli assicurò il futuro della dinastia. Si rapportò alle amanti del marito con distaccata benevolenza. E dall’iniziale calore amoroso, nel corso degli anni, passò a un’inumana rassegnazione. La duchessa, dotata di un carattere equilibrato e di una spiccata intelligenza, assicurò a Vincenzo oltre che la dinastia un punto fermo nella sua turbolenta esistenza. «Quella presenza delle presenze, quel fermo pensiero», che nei vuoti di potere lasciati dal marito fu in grado di governare, mediare con saggezza e competenza negli affari di stato.

Numerose le amanti, tra le quali primeggia la nobile Agnese Agrotta, donna di bellezza e di spirito, dama raffinata, che deliziò e tenne legato a sé il duca per lunghi anni sotto lo sguardo vigile e discreto di Eleonora, che per ragioni di stato e di epoca era tenuta al silenzio.

L’ambiziosa e tanto amata sorella Margherita, rimasta vedova del duca Alfonso II di Ferrara, che vigilò con attenzione e guidò con trame invisibili, da un vicino convento, la politica gonzalesca.
Donne tragiche, intelligenti, fragili, astute, forti, virtuose, dissolute accompagnarono fino alla fine il duca nel «labirinto» della sua pittoresca vita.

Il libro è una grande lezione di storia, dalla narrazione coinvolgente, che dalla prima all’ultima pagina consente un’immersione perfetta e suggestiva dell’epoca trattata.

Segreti dei Gonzaga
Maria Bellonci
Mondadori
Pagine 380
Prezzo di copertina € 9,50

Maria Franze'

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