Saggio sulla lucidità – Josè Saramago

Saggio sulla lucidità, romanzo di Josè Saramago, lo scrittore portoghese, autore di Cecità, Premio Nobel per la letteratura nel 1998. Lo sfondo temporale di quest’opera è l’intersezione tra il tempo storico ed il tempo dell’invenzione, che sempre si riscontra nella produzione letteraria di Saramago. I fatti narrati in Saggio sulla lucidità, si svolgono nella capitale di un Paese a regime democratico.
Il nome della città e del Paese non sono menzionati. Nella città si svolgono delle normali elezioni amministrative, ma accade qualcosa di anomalo: nonostante la bella giornata di sole, gli elettori non disertano le urne per andare al mare, si recano a votare, ma l’80% di loro vota scheda bianca.
Il governo entra in crisi, non riesce a spiegarsi il motivo del gesto. Si avanzano delle ipotesi: un gesto rivoluzionario? Una congiura anarchica? Una provocazione di gruppi estremisti? Inizia così un giallo politico molto avvincente. Il governo trasferisce la capitale ed abbandona la città a se stessa con lo scopo di arrivare alla mente guida degli elettori rivoltosi. La città non precipita nel caos, contro le previsioni del governo, che arriva addirittura a far scoppiare una bomba in una stazione della metropolitana, causando numerosi morti. Infine s’insinua l’idea che possa esserci un nesso tra le schede bianche e l’epidemia di cecità dilagata quattro anni prima nella capitale. Entrano in scena così i personaggi di Cecità, il gruppo di sette persone cieche, guidato dalla moglie del medico oculista, l’unica persona, rimasta immune all’epidemia, che aiutò il gruppo a salvarsi. Il ministro degli Interni decide di indagare sul gruppo ed in particolare sulla donna. L’indagine è affidata ad un commissario di polizia, che entra in contatto con la donna e prende coscienza della sua innocenza; scopre inoltre le reali intenzioni del governo: fare a tutti i costi della donna il capro espiatorio della crisi politica, applicando la teoria machiavellica:

In politica la necessità fa legge e i fini giustificano i mezzi.

Il commissario, spinto da una rinascita di coscienza farà di tutto per salvare la donna e prende atto dei lati oscuri del potere, al quale egli aveva sempre ubbidito ciecamente senza porsi mai delle domande. Da parte dell’autore vi è un’analisi spietata del mondo contemporaneo: la fine del welfare dello Stato. La gente si sente sempre più abbandonata a se stessa, si sente costretta a confidare sulle proprie forze in una dura lotta per la sopravvivenza. Gli stati e i governi ragionano e si occupano di grandi disegni politici, trascurando di proteggere e tutelare i diritti dei cittadini. L’attività prioritaria dei governi è rivolta alla sicurezza, intesa come difesa del potere costituito. In realtà l’unica sicurezza di cui la gente sente il bisogno è di sentirsi tutelata nei suoi diritti civili e umani.
Nel romanzo, il governo non esita nell’accusare gli elettori delle schede bianche come rivoltosi, non si fa domande sui motivi veri per le quali la gente, votando scheda bianca, ha voluto comunicare la sfiducia nei confronti di qualsiasi schieramento politico: centro, destra e sinistra. La politica non s’interroga, non riflette su se stessa, ma difende il potere con freddo e lucido cinismo, criminalizzando quello che in un regime democratico è un gesto legale: il voto libero e segreto. Saramago denuncia una politica avulsa dal contesto sociale in cui opera. Una politica esercitata lontano dalla gente, distante dai suoi reali bisogni e dalle sue aspirazioni. Una politica, che si svolge nei palazzi del potere, un’arte per governare. Una politica, che ha dimenticato il suo scopo originario e principale: la tutela del benessere della società civile.

Saggio sulla lucidità
Josè Saramago
Feltrinelli
Pagine 304
Prezzo di copertina € 9,50

Maria Franze'

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