Diego Romeo, dal romanzo di formazione al fantasy-cavalleresco

 

Diego Romeo è lo scrittore del romanzo fantasy-cavalleresco Racconti delle Lande Percorse – Libro I, come nasce un Cavaliere. Un libro ben scritto e che coinvolge il lettore fin dalle prime pagine grazie allo stile, al linguaggio molto lineare e alla trama che prende da subito. Nell’intervista l’autore ha rivelato qualcosa in più sul libro e su di sé.

Quali sono le peculiarità del suo romanzo?
Prima di tutto buongiorno e grazie ancora per questo spazio che mi avete concesso, sono molto felice oggi di essere qui con voi.
Il mio libro, che si intitola Racconti delle Lande Percorse – Libro I, come nasce un cavaliere è il primo di una trilogia fantasy, ispirata ai grandi classici quali Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit, Dragonlance e simili.
Il primo libro è un libro di introduzione, getto le basi della mia ambientazione e cerco di trasmetterle al lettore. Soprattutto, però, è un romanzo di formazione in cui è narrata, attraverso flashback acronici, la parabola di crescita del protagonista Hurik Van Gotten che partendo da adolescente indisciplinato e desideroso solo di vendetta, arriva a essere un generale di un potente esercito con tutte le responsabilità che ne conseguono.
Altra peculiarità del mio romanzo è quella di svilupparsi su quattro distinti piani narrativi, individuati da caratteri distinti per dare significato al senso del testo: calligrafico per indicare gli excerpta dal codice della Cronaca; piano per la narrazione; più elaborato tipograficamente per i brani interiori; gotico per le preghiere.

A quali scrittori si ispira?
Almeno per il genere specifico mi ispiro molto a Tolkien. Vedo in lui non solo il mio maestro, ma il creatore assoluto del genere, codificato, proponendo regole lessicali e stilistiche evidentemente molto definite. Ogni buon scrittore le dovrebbe rispettare. Altri autori, anche se minori, presi a modello sono Margaret Weis, Tracy Hickman e R. A. Salvatore. Direi che sono un lettore molto esigente. Ribadisco: per me il fantasy deve avere regole precise e non deve ridursi a una favoletta ma essere racconto molto realistico e credibile! Il cavaliere mago che lancia incantesimi con la forza del pensiero mentre cavalca il drago che nel frattempo dona energia per fare incantesimi ancora più potenti non fa per me. Ogni riferimento è puramente casuale!

Il suo stile?
Non ho uno stile ben preciso, forse sarebbe meglio definirlo un insieme di scelte. Di solito parto sempre in un modo per finire nel risultato opposto…

Quando è nata la passione per la scrittura?
È nata spontaneamente, senza che me ne accorgessi, ed è cresciuta silenziosa nel tempo. Forse, inconsciamente, ha accompagnato le mie letture onnivore. Fin da ragazzo ho coltivato la passione per il fantasy e i giochi di ruolo, quindi inventare narrazioni per giocare con i miei amici mi era divenuto naturale. A un certo punto, sempre “per gioco”, ho iniziato a scrivere qualche cosa di più complesso. Capitolo dopo capitolo la mia storia è divenuta qualcosa di più sostanzioso e quindi ho pensato di pubblicare per sottometterla al giudizio del pubblico.

Cosa si aspetta da questo romanzo?
Mi aspetto di poter trasmettere emozioni e passioni, ma soprattutto delle riflessioni sull’assurdità della guerra “madre di tutte le povertà” e sul bisogno di crescere alla sequela di un maestro accompagnato e sorretto da dei fratelli e amici. Perché oggi troppo spesso ci si perde pensandosi da soli e seguendo i maestri sbagliati, legati al facile culto del successo, imposti da una società televisiva. Per crescere e per divenire persone mature bisogna intraprendere un lungo cammino si formazione interiore. Perché «per cambiare il mondo prima bisogna cambiare se stessi».

Come sta rispondendo il pubblico a quest’opera?
Fortunatamente molto bene. Quasi tutti sono entusiasti, alcuni lo trovano un po’ agnostico, ma alla fine godibile e veramente pochi lo trovano brutto. Anche la critica lo sta apprezzando molto, infatti sono uscite, in appena otto mesi, molte recensioni più che positive. Quindi tutto sommato sono veramente soddisfatto, anche perché non mi aspettavo questo apprezzamento.
Unico tallone d’Achille è la distribuzione. Essendo io un autore emergente il mio libro è difficile da reperire, ma sono fiducioso che prima o poi questa situazione si sblocchi.

 

 

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice

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