Giorgio Santelli ci racconta di Andrea Camilleri

I racconti di Nenè è un affascinante libro su Andrea Camilleri scritto a due mani da Francesco Anzalone e Giorgio Santelli. Di quest’opera ci ha parlato uno degli scrittori Giorgio Santelli.

I racconti di Nenè, un libro che raccoglie il grande Andrea Camilleri, come è nata l’idea di scrivere un libro su di lui?
L’idea nasce giusto un anno fa. Me lo ricordo bene. Ero sul lago di Bolsena ma avevo la testa occupata dal palinsesto estivo di Rainews24. Avevo proposto all’allora direttore, Corradino Mineo, di recuperare alcune produzioni di pregio di Raisat Extra. Le pillole di democrazia di Giovanni Sartori curate da Lorenza Foschini, una trasmissione di Valeria Paniccia dal titolo Extraterreni e un lavoro che avevamo fatto proprio io e Francesco Anzalone. Si trattava di alcune pillole di racconto autobiografico di Andrea Camilleri. Non era una vera e propria intervista. Francesco conosce Andrea Camilleri da trent’anni. È stato suo allievo all’Accademia d’arte drammatica “Silvio D’Amico”, proprio al corso di Regia. Conosce quindi parte della sua vita grazie a tre anni in cui, di fatto, hanno quasi vissuto insieme per una decina di ore al giorno. Così a Francesco veniva semplice stimolare Andrea su alcuni aneddoti e storie che aveva già sentito raccontare in quei trent’anni d’amicizia. Di quel materiale realizzammo venticinque pillole per Raisat Extra ma molta parte del girato non venne utilizzato. Nel frattempo Raisat Extra ha chiuso, l’archivio ha rischiato di perdersi e così, con Francesco, abbiamo deciso di mettere in un libro quei due giorni di racconti. Idea che è piaciuta ad Andrea.

L’aneddoto o il racconto a cui è più legato?
Sono due. Il primo è stato vissuto direttamente in quei due giorni di riprese. Come sapete Andrea Camilleri è un accanito fumatore. Fumava in continuazione, anche durante le riprese. Io, che curavo il programma, avevo il terrore che la Rai ci vietasse la messa in onda proprio perché in onda è vietato fumare. Ma come fai a dirglielo? Così chiamai il direttore di Raisat Extra, Marco Giudici, che mi rispose con una risata dicendo: «Ma figurati se qualcuno oserà bloccare un programma con Camilleri perché fuma». Rincuorato torno da Francesco, tranquillizzo anche lui e proseguiamo con le riprese. Devo dire la verità. I ciak in cui Andrea non fuma sono davvero pochissimi. Arriviamo all’ultimo e, con i consueti gesti, raggiunge il pacchetto di sigarette, ne sfila una e la mette fra le labbra, prende l’accendino e, proprio mentre sta per accenderla, guarda in camera e dice: «Ma posso fumare mentre registriamo?». Non sono mai riuscito a capire se ci aveva preso in giro.

L’altro è il suo ricordo di Portella della Ginestra. Cambiò la sua vita. Ma la cambiò in modo anche fisico. Lui aveva festeggiato il Primo Maggio con alcuni “compagni” a Porto Empedocle. Come alle feste del Primo Maggio, come succede ancora oggi, si mangia e si beve insieme. Aveva bevuto del vino. Nel pomeriggio, a casa, vennero a comunicargli quell’eccidio. Andrea cominciò a dare di stomaco e da quel giorno non riuscì a bere più vino. Ma di racconti straordinari ce ne sono davvero tanti. Il suo incontro con Pirandello, quello con Adamov, quello col generale Patton, la sua vita in accademia, lui bambino che vuole andare ad ammazzare gli Abissini…

Cosa le ha colpito di più di Camilleri?
L’umanità di quello che non è solo un grande scrittore ma forse uno dei più grandi intellettuali italiani viventi. Il suo modo di raccontare ti fa piombare con piacere all’interno di una sceneggiatura. E questo sia quando i protagonisti delle storie sono i suoi personaggi, quelli di Vigata o quelli dei suoi romanzi, ma anche quando è lui il protagonista. Protagonista di una vita che è la sua e che gli ha permesso di incontrare personaggi incredibili.

Quando ha cominciato a scrivere?
Presto. La passione per la scrittura comincia fin da quando ho materialmente imparato a scrivere. Fin dai tempi delle elementari. E non mi ha mai abbandonato. A sedici anni cominciavo a scrivere per i fogli locali. Ero in Brianza e scrivevo per l’Esagono. E poi non ho più smesso. Sono fortunato, faccio un lavoro che mi piace, il giornalista e lo faccio in una testata meravigliosa che è Rainews24. E quando ho un po’ di tempo scrivo. Sul blog, su facebook e lettere agli amici. Nel 2010, sempre per Melampo e con un collega, ho scritto, con Giovanni Belfiori, Il Berlusconario, una raccolta delle migliori performance del Cavaliere da quando era solo il presidente del Milan ai giorni nostri. Un buon libro da leggere anche in questi tempi strani per il nostro Paese. E poi I racconti di Nenè. Più avanti vedremo. Nel cassetto ci sono altri lavori in produzione.

A chi deve dire “grazie”?
Chi scrive i libri deve ringraziare a mio avviso due persone o, comunque, due “situazioni”. Prima di tutto le proprie idee e le proprie intuizioni. In questo caso si tratta di due persone: io e Francesco. Se non avessimo pensato di farlo, questo libro non ci sarebbe. Poi, ed è il secondo ringraziamento, l’editore. Ovvero chi scommette sulla bontà di un progetto. In questo caso Melampo, ovvero Lillo Garlisi e Nando Dalla Chiesa. Nel nostro caso c’è una terza persona da ringraziare che è Andrea Camilleri. Se lui non fosse stato d’accordo non ne avremmo fatto nulla. Il suo sì, per noi, è stato un regalo bellissimo. E anche la sua disponibilità nel rivedere come abbiamo trasformato i suoi racconti da televisivi a “cartacei” è stata massima.

La risposta del pubblico a questo romanzo?
Siamo usciti il 4 luglio. La reazione del pubblico è stata inaspettata e straordinaria. Tre edizioni in tre settimane e a settembre vedremo che accadrà. Una versione anche ebook lanciata la scorsa settimana. Il libro nelle principali classifiche fra i primi titoli della narrativa italiana. Che il libro potesse andare bene lo immaginavamo, ma non così bene. Non è Montalbano e non è un romanzo. O meglio, rettifico. È un romanzo, così i lettori lo stanno vivendo. Un romanzo “reale” di una storia meravigliosa che è la vita di Andrea Camilleri.

 

 

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice