Anni svaniti – Rupert Everett

Quando a scrivere un libro è un attore di fama internazionale, ci si chiede sempre quale sia il motivo che lo spinge a farlo. E scatta una sorta di curiosità da parte del lettore che dietro quelle pagine vorrebbe trovare qualche rivelazione di sé. È il caso di Rupert Everett, un idolo per molte adolescenti di qualche anno fa, che malgrado da tempo abbia dichiarato la sua omosessualità resta sempre un sex simbol per molte donne. Nel suo secondo libro continua la sua sorta di diario dove racconta con uno stile elegante e pungente dettagli sulle celebrità di Holliwood ma anche riflessioni sulla famiglia. Nel suo Anni svaniti, edito in Italia dalla Sperling & Kupfer, narra della sua vita partendo dal passato, svelando un segreto riguardo una storia d’amore con una persona di Torino, una città che odia perché rimanda all’evento spiacevole. Ma non solo, sfoga anche un po’ di veleno verso sue colleghe, trascurando la loro ipotetica reazione.

Alan si presentò a noi, con la brusca arroganza tipica di tutti i venditori ambulanti diventati miliardari. Immagino facesse parte dello spettacolo. Si scagliò contro la povera Jo Brand dandole della cicciona. Lei se ne sbatté altamente, rovistò nella borsa e ne estrasse una gigantesca barretta di frutta e cereali per tirargliela addosso. Se a Jo le offese entrarono da un orecchio e uscirono dall’altro, Ross Kemp si dimostrò un po’ più suscettibile. Sid fece qualche commento sgradevole sul suo recente divorzio, accompagnando il tutto con allusioni maligne a profusione. Io non ci stavo capendo un’acca.

Il libro è dedicato al padre e anche di lui ci parla, in particolar modo del viaggio a Lourdes, che gli avrebbe scaturito un’importante presa di coscienza, ma anche del rapporto con la madre e le sue scappatelle.

Seduto sulla sua poltrona con un plaid addosso nel suo angolo preferito del giardino, mio padre osserva l’estate che va spegnendosi. Sulla lente oscurata degli occhiali, il riflesso delle prime foglie cadenti. È l’unico movimento in un viso immerso nella contemplazione. Ben presto fa troppo freddo per stare fuori e papà rientra in casa per l’ultima volta. Mentre i forti venti dell’autunno ululano sulla pianura denudando gli alberi e facendo vibrare porte e finestre, anche mio padre segue il movimento del pianeta verso il torpore dell’inverno. Le giornate si accorciano e pure il suo respiro si fa sempre più corto. Come un vecchio cane, osserva placido il mondo dalla sua poltrona elettrica di giorno o dal suo letto la notte, entrambi azionati dalla mamma tramite una pulsantiera, o guarda il telegiornale da varie posizioni. I notiziari sono uno degli appigli che per qualche minuto gli fanno ritrovare il ricordo di se stesso. La vita si riduce a una capocchia di spillo, come un riflettore che a fine spettacolo si smorza fino al nero sul viso di un attore. Negli ultimi barlumi di luce certe cose si conservano. Papà ama ancora le donne e l’alcol, sebbene ormai faccia un po’ di confusione con le tecniche di corteggiamento.

Tante sono le rivelazioni di Everett, tanti i viaggi di cui ci rende partecipe. Dagli Stati Uniti alla Russa, da Londra a Berlino a Torino. Quando si trova in Cambogia racconta del commercio del sesso, a New York della morte di Michael Jackson, e via via per ogni luogo c’è sempre un evento o una realtà anche scomoda.

Un testo dunque rivelatore, che ci permette di conoscere a fondo questa personalità che a molti appare frivola ma che invece su certi aspetti intenerisce perché, leggendolo, commuove e ci fa apprendere tante verità.

Anni svaniti
Rupert Everett
Sperling & Kupfer, 2013
Pagine 336
Prezzo di copertina € 18,00

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist