Io non ci volevo venire qui – Angelo Orlando Meloni

Capita a tutti di avere un talento nascosto, ma soprattutto capita anche di non avere talenti e di voler a tutti i costi forzare la mano per riuscire a primeggiare in qualcosa. Bene, anche se si studia quando non si è portati i risultati tardano a venire, quindi la cosa migliore da fare sarebbe rinunciare e rassegnarsi al proprio destino. Angelo Orlando Meloni ha creato un diario di una persona di fantasia per calarci nel mondo reale di chi non ha talento appunto, di chi vorrebbe vivere una vita tranquilla e invece si ritrova necessariamente a fare delle esperienze pseudo-artistiche alla ricerca della fama. Non a caso il titolo Io non ci volevo venire qui, edito da Del Vecchio, costituisce la voglia di stare da tutt’altra parte.

Si, tutti noi nascondiamo segreti, segreti orribili. Cose che non racconteremmo mai ai nostri genitori o a chi amiamo, nell’intimità. Chi confiderebbe di conservare nel garage decine di VHS con film ben diversi dai WOODYALLEN scritti a matita sulle etichette? Chi ammetterebbe di aver passato più tempo al museo del sesso di Amsterdam che in quello di Van Gogh? Chi confesserebbe di aver passato un’intera estate chiuso in camera a scrivere un romanzo di fantascienza di quattrocento pagine?

Il libro in questione è scritto in chiave comica e tra un riso e l’altro nasconde diversi spunti di riflessione se pensiamo ad esempio che molti genitori si aspettano dai figli la visibilità nella cerchia dei Vip o nel circolo degli intellettuali. Si presenta come un vero e proprio manuale di colui che le tenta tutte, violentando la sua vera passione, ma che ovviamente non riesce. Nascono pertanto da parte del lettore sentimenti di tenerezza ma anche di rabbia, perché la natura dell’uomo deve essere lasciata libera, visto che non tutti devono necessariamente stare sotto i riflettori.

Il senso di onnipotenza cancella il senso della realtà. In breve consideri Teoria generale del montaggio di Sergej M. Ejzenstejn un testo divulgativo opera di un buon dilettante. Dopo qualche giorno la parola “panoramica” non indica più il viale della tua città dove gli insospettabili vanno a caccia di marchettari, e “dolly”, non si riferisce alla prima pecora clonata. Il tuo vocabolario si colma di gergo tecnico e nel momento in cui scopri che puoi sintetizzare macchina da presa con “m.d.p” ti senti in possesso del sapere d’un iniziato.

L’arte viene “denaturalizzata” perché non può e non deve essere per forza alla portata di tutti. L’autore con una ironia quasi tagliente dimostra con le vicissitudini “sfortunate” del protagonista le difficoltà che una persona ha quando si trova in contesti dove non è a proprio agio. Ma anche sottolinea come un artista può emergere senza sforzi dando però il minimo risultato. In questo libro si cerca la felicità con un senso autodistruttivo, ma che permette una formazione illuminante per tutti quelli che non vogliono leggere dentro se stessi. Un testo dal ritmo ben scandito, divertente, di grande rilievo e perché no, anche cinematografico.

 

Io non ci volevo venire qui
Angelo Orlando Meloni
Del Vecchio editore, 2010
Pagine 124
Prezzo di copertina € 14,00

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist