La galleria dei mariti scomparsi – Natasha Solomons

Quando il protagonista di un libro non è una persona ma una pittura, dunque, l’arte, ecco l’originalità prende il sopravvento. Perché, questa volta, non è l’arte che apprendiamo dai libri di scuola, ma quella che serve per comprendere la realtà.
Quando poi si scende nel dettaglio e, quindi, ci avventuriamo nella fattispecie nel mondo del ritratto, a prendere il sopravvento è la curiosità e la natura che esso possa avere in tutte le sue varie sfumature.
La galleria dei mariti scomparsi, di Natasha Solomons già famosa per il libro cult Un perfetto gentiluomo, è un titolo che poco racchiude il vero senso della trama; perché racconta di una donna e del suo viaggio nel mondo degli artisti che la ritraggono.

Juliet, nel giorno del suo trentesimo compleanno, viene abbandonata dal marito che sparisce portando con sé solo un quadro che la raffigura da piccola. E lei, continuando la sua normale vita coi due bimbi piccoli, a un certo punto mentre va a comprare un frigorifero incontra un artista pittore e da lì la sua vita cambia radicalmente.
Ha un dono Juliet, che è quello di vedere ciò che altri non possono: riconoscere quanto un dipinto vale. Così si immerge in un mondo totalmente diverso da quello che prima la apparteneva, un mondo ancorato alle tradizioni ebree, di riti, feste e digiuni comandati, un mondo dove il pettegolezzo vincola le donne che non hanno più il marito.Così, continuando per la sua nuova strada, incurante anche di se stessa, facendosi ritrarre da ogni artista che conosce, e collezionando tante parti di sé che le regalano soffi di vita – perché l’arte aiuta a comprende il mondo in modo migliore, decide di andare alla ricerca di quel marito per liberarsi definitivamente dal passato.

La Bibbia vuole farci credere che Dio ci dà vita attraverso il respiro. Quando moriamo, quel respiro esce dal nostro corpo e noi torniamo ad essere polvere. Eppure, questi dipinti hanno in sé il respiro della vita. Quegli uccelli rosa volano nel cielo e quelle bagnanti sguazzano nel mare tanto freddo e insieme tanto dolce. Non è Dio, sono Charlie, Jim, Max e Philip a infondere vita a quegli uccelli e a quelle bagnanti.

Con questo libro riviviamo gli anni Sessanta di una Londra sconvolta ancora dalla guerra, riviviamo rapporti familiari conflittuali tra madre e figlia, e rapporti affettuosi di un amore che si esprime attraverso l’arte. E affrontiamo un tormento interiore che ci spinge a credere nel dono che ognuno di noi possiede: una propensione innata verso un’attività, che ci rende vivi. Juliet non era fatta per fare la moglie acconsenziente, né la madre né la figlia premurosa. Juliet amava solo i quadri e si ricercava negli occhi degli altri, forse per questo amava lasciarsi ritrarre. La verità della scomparsa del marito la riguarda poco, perché quello che più vuole sapere è il motivo della sparizione del quadro che il coniuge porta con sé. Un testo che nasconde segreti, non del tutto svelati, perché probabilmente è il lettore che deve sciogliere il nodo intrecciato dall’autrice, che per questo libro si è ispirata alla storia di sua nonna, anch’essa abbandonata dal marito per un motivo che non si è mai saputo.

 

La galleria dei mariti scomparsi
Natasha Solomons
Frassinelli, 2013
Pagine 376
Prezzo di copertina € 18,50

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist