La dieta mediterranea – Donatella Lippi e Carlo M. Rotella

Chi è in sovrappeso inizia una dieta per poter diminuire il peso, cambia abitudini alimentari; nello stesso tempo sta bene e migliora le sue prestazioni nelle semplici attività quotidiane; da beneficio di questo alla dieta che sta seguendo.
Succede sempre così, tanto è vero che finito il periodo di dieta il soggetto ritorna alle vecchie abitudini e riprende peso.
Cosa significa tutto ciò?
Dovremmo forse capire che il periodo durante il quale il nostro organismo ha subito i cambiamenti di alimentazione, ha tratto energia e benessere. Le condizioni psicofisiche migliorano non tanto per il tipo di dieta, alla quale il soggetto si è sottoposto, ma al fatto che il soggetto stesso presta una maggiore attenzione a ciò che mangia, evitando cibi grassi e pesanti.
Nel corso degli anni c’è stato un progredire e un inventarsi di innumerevoli diete da seguire; le persone sono abbagliate da risultati soddisfacenti che vedono come esempio; nella migliore dell’ipotesi, è l’amica o la vicina che consiglia il metodo da seguire o il professionista al quale rivolgersi.
Gira un mondo attorno a queste persone che per vari motivi hanno un rapporto sbagliato nei confronti del cibo, e di conseguenza non riescono ad avere un equilibrio anche nel loro peso.
L’alimentazione è nata con l’uomo, per necessità di vita.
La produzione degli alimenti dalla preistoria ad oggi è cambiata; è migliorata per le tecniche agricole, per la conservazione e trasformazione dei cibi.
Da una produzione prettamente agricola e animale, si arriva con gli egizi alla levitazione, quindi produzione di pane lievito e vino, e con i greci alla trasformazione di latte e formaggio.
È inutile dire che è stato proprio Ippocrate, medico e fondatore della medicina scientifica, a porre le basi per le prime linee guida di alimentazione e salute.
Il legame tra ciò che si mangia, lo stato di salute e le malattie è antico.
Ippocrate diceva pure: «Lascia che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo».
Non esistono diete ma una corretta alimentazione!
La parola dieta deriva dal greco “diaita” “modo di vivere”, poi latino “diaeta”, in riferimento all’assunzione dei cibi, la loro qualità e quantità, che serve abitualmente per la nutrizione.
Dieta non significa privarsi di alcuni alimenti, ma assumerli in modo adeguato sia in qualità che in quantità.
Una delle forme che esplica meglio il valore dei cibi e la loro giusta introduzione è la piramide, recuperabile su tutti i siti internet o anche nel testo La dieta mediterranea. Dalle piramidi egizie alle piramidi alimentari.

Come si nota, viene dato prima di tutto spazio ampio all’attività fisica, importante per l’organismo; non necessariamente palestra ma anche camminate, ricordando che deve essere almeno di mezz’ora ogni giorno.
Maggiore introduzione di cereali, frutta e verdura, pesce, meno latticini e formaggi, olio, in alto la carne rossa pasta e pane da limitare e naturalmente evitare dolci e bibite varie.
Importante è bere almeno 1 litro/1+1/2 litro di acqua.
Ogni tipo di dieta o meglio ogni tipo di metodo dimagrante predilige alcuni cibi in base alla teoria e ai principi a cui si ispira.
La Dieta Vegetariana e anche la Dieta Vegana, ad esempio, esclude completamente carne, pesce, qualsiasi tipo di proteina animale, prediligendo frutta e verdure, proteine vegetali.
La dieta alcalina predilige i cibi che chiama alcalini come la verdura e la frutta, limitando l’introduzione di carne e formaggi e cereali.
Tale metodo si basa sul promuovere l’alcalinità del nostro organismo, tentando di spostare il pH verso valori alcalini.
Il pH indica il grado di acidità di una soluzione, o meglio il livello di attività degli ioni idrogeno che vi sono dissolti. La lettera “H” sta per Hydrogen mentre il “p” evidenzia il potenziale. Nell’essere umano si è in acidosi quando il pH ematico è inferiore a 7,35 ed in alcalosi superati i 7,45. Nei soggetti sani, il pH ematico si aggira intorno a 7,41 ed è quindi per natura leggermente alcalino.
L’organismo corregge le variazioni di pH, che normalmente avvengono nel nostro organismo, con le normali funzioni, con l’intervento dei reni e polmoni.
Altri meccanismi biologici come i sistemi tampone, neutralizzano parte degli acidi, ad esempio il sistema acido carbonico/bicarbonato di sodio. Gli atleti assumono il bicarbonato di sodio, per tamponare l’acidosi prodotto dal meccanismo anaerobico lattacido e prolungare la tolleranza alla fatica.
Le variazioni non possono e non devono essere improvvise: una base forte (come l’ammoniaca) o un acido forte (come l’acido cloridrico) hanno la capacità di danneggiare direttamente le strutture dell’organismo.
Causa di acidosi è pure la chetosi, in seguito ad un eccessivo catabolismo dei lipidi e di alcuni amminoacidi; condizione tipica del diabete mellito scompensato (chetoacidosi), ma anche del digiuno prolungato e di una dieta cronicamente basata sulla riduzione estrema dell’apporto glucidico a favore di grassi e proteine (fortemente chetogenica).
Gli alimenti possono si variare il pH ma questo non può e non deve avvenire in un senso o nell’altro in modo eccessivo, come pure la mancanza di alcune sostanze non introdotte con i cibi può comportare carenze che alterano l’equilibrio del nostro organismo. Tutto ciò scatenerebbe l’attivazione di sistemi di difesa da parte dell’organismo in modo naturale, nel tentativo di riportare alla normalità questi valori.

Il nostro corpo ha bisogno di tutte le sostanze in egual misura senza eccedere o mancare nell’una o nell’altra sostanza. Gli alimenti dovrebbero essere introdotti in qualità e in quantità variando nella settimana, prediligendo anche metodi di cottura leggeri.
Con gli alimenti noi introduciamo le varie sostanze necessarie per la funzionalità dell’organismo.
I Formaggi importanti per il calcio, la maggior parte del quale viene assorbito a livello intestinale.
Ecco che intervengono le due forme principali di vitamina D: il colecalciferolo, vitamina D3, che deriva dal colesterolo ed è sintetizzato dagli organismi animali, e l’ergocalciferolo, vitamina D2. La forma attiva della vitamina D ha come funzione la stimolazione dell’assorbimento del calcio e del fosforo a livello intestinale, la regolazione, in sinergia con l’ormone paratiroideo, dei livelli plasmatici di calcio, il mantenimento di una adeguata mineralizzazione dello scheletro. Inoltre può essere direttamente coinvolta in un certo numero di processi non legati all’omeostasi del calcio e del fosforo. La vitamina D può essere sintetizzata ed accumulata nei mesi estivi, così da mantenere un adeguato livello circolante anche nei mesi invernali.
Importante per questo l’introduzione della carne e del pesce.
La carne è una validissima fonte di proteine e di vitamine di gruppo B, in particolare B1, B2, B6 B12 e la vitamina PP (niacina), tiamina, zinco, selenio, fosforo e potassio, cobalto, aminoacidi essenziali, ferro. La carnitina forma un acetilderivato che ha proprietà di attraversare facilmente la membrana mitocondriale e favorisce quindi l’ossidazione degli acidi grassi.
La vitamina A è attribuibile sia al retinolo e analoghi (detti etinoli fra i quali il retinale e l’acido retinico), che a vari carotenoidi che possiedono attività provitaminica.
La carne è anche fonte di grassi “cattivi” e colesterolo. Ecco l’importanza di distinguere tra carni grasse e magre e preferire le seconde alle prime.
Il pesce è ricco di sali minerali, quali il selenio, iodio, fosforo, zinco e ferro, che costituiscono i vari tessuti dell’organismo e servono per la funzione circolatorie, nervose e muscolare. È ricco anche di complesso vitaminico costituito dalle vitamine idrosolubili del gruppo B (B1, B2 e B12) ed anche dalle vitamine liposolubili A ed E. I suoi grassi, simili a quelli vegetali,”insaturi”, funzionano da protettori per cuore e arterie. Prerogativa di cui sono privi i grassi degli animali di terra, più ricchi di composti “saturi” che, al contrario, possono facilitare l’insorgere di malattie, spesso favorite da una dieta poco equilibrata ricca di calorie e colesterolo contenuto solo in modeste quantità nei prodotti ittici.
Importanti i cereali e la pasta, le cui funzione sono quelle di fornire energia “a lento rilascio”, che dà al corpo un senso di sazietà prolungato. Ottimi dunque per chi è a dieta, per chi fa sport e chi necessita, come gli studenti o i lavoratori della conoscenza, di un’attenzione prolungata. Questi mancherebbero di grassi saturi e colesterolo.
Evitare comunque di fare pasti consecutivi di proteine vegetali e alternare con proteine di qualità.
Tutto dovrebbe essere integrato, e chi segue una dieta nettamente dissociativa ed esclusiva di alcuni alimenti, integrerà con sostanze che trova in commercio, ma non assimilabile e digeribile come un alimento naturale.

 

La dieta mediterranea. Dalle piramidi egizie alle piramidi alimentari
Donatella Lippi e Carlo M. Rotella
Mattioli, 2008
Pagine 68
Prezzo di copertina € 16,00

Graziella Rulli

Medico Medicina Generale

Un pensiero su “La dieta mediterranea – Donatella Lippi e Carlo M. Rotella

I commenti sono chiusi.