Il controllo della fertilità – Carlo Flamigni

Il 18 Agosto 1960 entra in commercio la prima pillola anticoncezionale, con il nome Enovid 10; la pillola arriva in Europa, prima in Germania nel 1961 e poi in Italia nel 1965.
Tra resistenze e divieti, il farmaco diventa nel 1968 il simbolo della rivoluzione studentesca e sessuale. Nel nostro Paese bisognerà però attendere il 1971, anno dell’abrogazione dell’articolo 553 del codice penale che vieta la contraccezione orale, per vedere legalizzato il farmaco.
Da allora sono passati 41 anni e c’è chi fa risalire a quella data nei paesi occidentali, una crescente emancipazione della donna; le due invenzioni che hanno maggiormente trasformato la società moderna, consentendo alla donna di recitarsi un ruolo sempre più attivo e determinante, sembra siano state proprio la lavatrice (1907) e per l’appunto la pillola anticoncezionale (1960).
Einstein disse che la scoperta della pillola anticoncezionale fu la rivelazione più grande, anche di più rispetto alla bomba atomica!
Prima di poter essere commercializzata, la rivoluzionaria pillola del dottor Pincus fu sperimentata per quattro anni (dal 1956 al 1960) su migliaia di donne, per lo più portoricane e haitiane, ed anche californiane.
La società stava cominciando a prendere coscienza dell’impatto della pillola sui tradizionali ruoli di genere.
Per tutti la pillola era comunque il miglior metodo per evitare le gravidanze indesiderate.
Naturalmente ci furono forti contrarietà all’uso della pillola, da parte della Chiesa Cattolica che l’ha sempre bollata come “peccaminosa” e contraria ai precetti etici della Fede. Si ricorda che fino al 1972 la pillola era vietata alle donne non sposate; i medici la prescrivevano comunque sotto forma di terapia per le disfunzioni mestruali.
La donna veniva accompagnata in studio dal marito, perché era richiesta la sua approvazione.
Se nel 1960 il 5 per cento delle nascite avvenivano fuori dal matrimonio, nel 1972 queste erano aumentate fino al 18 per cento.
L’avvento della pillola anticoncezionale ha coinciso con la fine del “baby-boom” del dopoguerra e la moltiplicazione delle famiglie con pochi figli. Inoltre si può constatare che l’anticoncezionale orale si é affermato all’interno delle coppie già consolidate, a dispetto di quelli che lo pensavano un mezzo di diffusione del libertinismo sessuale.
Nonostante siano trascorsi 50 anni la pillola continua ad essere poco conosciuta da chi la utilizza. Più del 40 per cento dei giovani americani pensano che la sua percentuale di efficacia sia del 50 per cento in su. Il nostro Paese è agli ultimi posti in Europa per l’utilizzo della contraccezione orale. Le principali utilizzatrici sono le donne adulte e accoppiate, mentre le più giovani prediligono il più antico coitus interruptus.
Tra le italiane rimane una certa resistenza alla contraccezione orale, ma significativo è il fatto che negli ultimi anni è aumentata quella d’emergenza (una donna su dieci ha ricorso alla pillola del giorno dopo) e gli aborti sono lievitati. Una cosa sembra certa: la tanto teorizzata rivoluzione sessuale sicuramente non ha aiutato a rendere più consapevoli i giovani in questioni di sesso.
Le donne temono gli effetti collaterali: aumento di peso, cellulite, cambi d’umore, una (seppur ridotta) percentuale di fallimento, la dipendenza che comporta ricordarsi di prenderla ogni giorno e alla stessa ora. Ma dagli anni ’60 ad oggi la scienza si è evoluta e la dose ormonale si è man mano ridotta, facendo diminuire anche gli effetti secondari.
Alcuni effetti prodotti dalla pillola sono stati sottovalutati: le disfunzioni sessuale e le difficoltà di concepire una volta che è stato interrotto il dosaggio ormonale dopo anni di utilizzo continuato; quest’ultimo sarebbe provato dal ricorso sempre più in crescita alla fecondazione assistita.
La diffusione della pillola ha avuto effetti sullo sviluppo socio-economico; infatti ci fu un aumento in breve tempo del numero di donne che ormai potevano ed erano liberi di fare scelte più autonome nell’ambito della propria vita famigliare, raggiungendo così livelli più elevati di studio e di carriera. Gli effetti dunque hanno favorito la carriera professionale di una donna, ritardando l’età del matrimonio e, di conseguenza, quella della procreazione.
Per la prima volta, una minuscola pastiglia di ormoni chimici diventava involontariamente il simbolo di una svolta epocale, quella del nuovo ruolo della donna nel mondo e nella famiglia. La pillola diventò l’emblema femminista della liberazione (e rivoluzione) sessuale e della rivincita delle donne sull’uomo.
Per il movimento femminista l’anticoncezionale significava aver preso il controllo sul proprio corpo, lontano dal potere e della volontà singola dell’uomo, anche se la pillola non è altro che un ulteriore meccanismo invasivo di controllo del corpo.
La donna da sempre chiusa nel mondo domestico si affaccia alla vita partecipando a ciò che era stato fino ad allora solo appannaggio dell’uomo; col tempo e la fatica diventa anche protagonista e principale attrice della sua vita.
La donna deve sempre fare una scelta tra il ruolo di madre e procreatrice che da sempre la società le ha conferito, e il ruolo che invece si é conquistata a fatica nella società e quindi non riesce ad essere libera pienamente.
La donna  sarà veramente libera ed emancipata solo quando avrà capito che di fronte alla maternità, deve mettere da parte ogni ambizione carrierista e dedicarsi interamente al figlio; deve capire che il figlio deve maturare aiutato dai genitori, soprattutto dalla madre, dovrà essere guidato quando sta per formare e realizzare la propria personalità, e poi potrà ricevere quella fiducia che gli è necessaria e della quale sicuramente non approfitterà.
La più grande ambizione per una donna-madre dovrebbe essere quella di vedere il figlio ben educato, con una personalità matura e formata.
Di contro la donna può comunque dedicarsi al suo lavoro e favorire la sua carriera ma a questo punto dovrà delegare a qualcun altro l’educazione dei figli.
La donna potrà anche scegliere di non avere figli o averne un numero minore rispetto alle generazioni precedenti.
All’uomo non viene chiesto di scegliere ma viene chiesto di collaborare nella gestione della casa e dei figli divenendo anch’esso partecipe finalmente dell’educazione dei figli, quando invece una volta il padre poteva essere via tutto il tempo senza preoccuparsi di ciò.
L’uomo rimane spiazzato da questi cambiamenti e non riesce a capire più la sua compagna di vita e il nuovo ruolo che si è data.
La maturità dell’individuo, la crescita della persona, l’evoluzione del lavoro, i cambiamenti della politica, hanno coinvolto uomini e donne, ed entrambi hanno cercato e trovato la capacità di adattamento, ma non per tutti è così.
I cambiamenti stravolgono sempre, ma sono gli individui a trovare una giusta intesa e un giusto compromesso. Per molti uomini diventa difficile accettare ciò ed ecco che si presentano e accadono spiacevoli eventi che negli ultimi anni sono aumentati.
Purtroppo anche se dichiarati e manifestati dissapori controversie all’interno della famiglia, non vengono prese in considerazioni e non viene data loro una giusta collocazione ed ecco poi le manifestazioni estreme di cui rimane vittima la donna.

 

Il controllo della fertilità. Storia, problemi e metodi dall’antico Egitto a oggi
Carlo Flamigni
Utet, 2006
Pagine 988
Prezzo di copertina € 42,00

Graziella Rulli

Medico Medicina Generale