Chiara Gamberale: l’urgenza di trasformare un esperimento in un racconto

Chiara Gamberale è una scrittrice contemporanea abbastanza apprezzata dal pubblico giovanile. Nei suoi libri racconta vicende di attualità legate alla riflessione della stessa in modo da portare il lettore ad avvicinarsi ai problemi che ci possono essere nella famiglia o nel matrimonio per esempio. Ha vinto, nel 2008, il Premio Campiello con il libro La zona cieca. Mentre dal suo primo romanzo, Una vita sottile, ispirato da una vicenda autobiografica e pubblicato appena maggiorenne, è stata tratta una versione televisiva che le ha permesso di farsi conoscere come scrittrice. L’avevamo “letta” con Le luci nelle case degli altri, altro fortunato libro edito da Mondadori, oggi le abbiamo fatto qualche domanda, giusto per conoscerla meglio.

Quando ha iniziato a scrivere?
Quasi subito dopo avere iniziato a leggere… E per me scrivere e leggere restano la sistole e la diastole di uno stesso cuore, di una stessa necessità di sopportare il reale fuggendo nella fantasia.

A quale dei suoi romanzi è più legata?
A Le luci nelle case degli altri.

Per dieci minuti è il suo ultimo libro: di cosa si tratta?
È un libro che nasce da un’urgenza: l’urgenza di fare sulla pelle della mia vita l’esperimento che racconto, prima. E poi l’urgenza di trasformare quell’esperimento in un romanzo.

Tre aggettivi per descriversi?
Compulsiva, tormentata, eternamente insoddisfatta. I pregi non li so dire!

La risposta del pubblico quanto la condiziona?
È sempre qualcosa che mi fa capire meglio il senso di quello che ho scritto. I lettori, le lettrici sono miei maestri, appena un libro esce possono cogliere dettagli che a me sfuggivano.

Grazie a chi?
A tutte le persone che ho incontrato a livello profondo: a quello che mi hanno dato, perfino a quello che mi hanno tolto.

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice

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