Cent’anni di fraternità – Arturo Paoli

Sono infatti cento gli anni trascorsi da Arturo Paoli nel continuo peregrinare a difesa dei più deboli. Lui che ha vissuto per mezzo secolo tra Argentina, Venezuela e Brasile adesso sosta stabilmente in Italia, e ha messo per iscritto le sue avventure di “liberazione”. Infatti, il libro in questione, edito da Chiarelettere, non è altro che una specie di resoconto del movimento nato in Argentina con il nome di Teologia della liberazione, che richiede fermamente una riforma della Chiesa.

Cent’anni di fraternità si compone di due parti: la liberazione dei poveri e la liberazione del cristianesimo. Per quest’ultimo motivo infatti non è stato visto di buon occhio da Pio XII. Ma egli, che salvò molti ebrei e che per questo ricevette la medaglia d’oro al valor civile, è visto agli occhi del popolo come un uomo giusto e difensore dei deboli.
Scrive come una sorta di diario, talvolta anche poetico, dove non mancano le preoccupazioni per l’egoismo che regna e il continuo ricercare il dio denaro, e ricorda gli anni trascorsi totalmente a fianco del prossimo, con una malinconica nostalgia verso quei popoli che hanno bisogno di venir fuori dalle ristrettezze economiche. Eppure Paoli vive in tranquillità, in pace con se stesso, malgrado non finirà mai di lottare contro il mondo consumistico e il culto della chiesa.

I poveri non possono più essere concepiti come oggetto di carità e assistenza, ma devono diventare soggetto della storia di salvezza annunciata nei Vangeli, rivelazione del Cristo sofferente che ancora cammina sulle strade del mondo.

Arturo Paoli è paladino della libertà, dunque, essendo, egli per primo, sceso in campo a combattere a fianco dei poveri e dei disagiati, non può ammettere che chi sta seduto sul trono della chiesa resti a guardare come vittima della gerarchia. Ma nel suo libro parla anche di coraggio, di tanto coraggio, perché ce ne vuole più per sottrarsi al mondo odierno dove prevaricano potere e apparire, che per stare ai propri posti beatamente. E non le manda a dire neanche a quelle nazioni che parlano di sviluppo nel Terzo Mondo:

Ma che sviluppo, quando noi teniamo il piede sulla loro testa? Che sviluppo si può pensare, quando c’è una struttura di predoni che cerca di levare loro tutte le ricchezze, e che impedisce loro di usarle?

Una voce che ormai da un secolo è per tutti un esempio, naturalmente per quelli che vogliono la vera giustizia, e che vogliono il riscatto della povertà che appartiene purtroppo sempre ai medesimi.

 

Cent’anni di fraternità
Arturo Paoli
Chiarelettere, 2013
Pagine 168
Prezzo di copertina € 12,00

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist