Polvere – Patricia Cornwell

Polvere è la ventunesima indagine di Kay Scarpetta, la bionda anatomopatologa che nel 1999 ha permesso all’autrice di vincere il prestigioso Sherlock Award per il miglior detective creato da uno scrittore americano.
Non c’è pace per la dottoressa Scarpetta che, tornata da un traumatico fine settimana nel Connecticut dove è avvenuta una strage in una scuola elementare, sta cercando di riprendersi da una brutta influenza a casa sua, a Cambridge, nel Massachusetts.

Lo squillo del telefono profana il rumore incessante della pioggia che batte sul tetto come un rullo di tamburi. Mi tiro su a sedere sul letto e il cuore mi fa un balzo nel petto come uno scoiattolo spaventato quando lancio un’occhiata allo schermo illuminato per vedere chi sta chiamando. «Cosa succede?» La mia voce non lascia trapelare emozioni mentre saluto Pete Marino. «A quest’ora, nulla di buono, immagino».

Il suo storico compagno di indagini le annuncia del ritrovamento del cadavere di una giovane donna, nel campo da baseball del Massachusetts Institute of Technology. Tornato nella polizia dopo 10 anni trascorsi al servizio della Scarpetta come responsabile del reparto investigativo, Marino si atteggia un po’ nella parte di “grande capo”, con lo stile burbero che lo caratterizza. Subito si scopre che la morta è Gail Shipman, un ingegnere informatico che aveva intentato una causa contro una potente società finanziaria. La donna conosceva Lucy Farinelli, la geniale nipote della dottoressa, che sarebbe stata addirittura chiamata come testimone della difesa di lì a breve tempo, se la Shipman non fosse deceduta. Il cadavere è avvolto in un lenzuolo sintetico e posto in una posizione innaturale. Fa pensare all’opera di un maniaco alle prime armi, che cosparge polveri colorate sui corpi delle sue vittime, seguendo uno strano rituale.

Kay si sente spiata, ha paura. Capisce che tutti gli elementi collegano il fatto ad una serie di omicidi a sfondo sessuale perpetrati a Washington da “Capital Killer”, uno spietato assassino di cui si sta occupando suo marito Benton Wesley, profiler all’Fbi. Quest’ultimo è convinto che qualcuno di molto potente stia manomettendo delle prove per fare in modo che l’assassino non venga catturato. Ci si troverà davanti ad un caso ben più complesso, come spesso avviene nei romanzi della Cornwell. Si “sfrutta” un singolo omicidio come pretesto per denunciare qualcosa di più grave. Per scoprire giochi di potere.

L’opera è un susseguirsi di colpi di scena e rivelazioni. Il ritmo è incalzante ed invoglia a proseguire nella lettura, per cercare di capire chi possa essere il colpevole. Alte sfere governative corrotte, droghe sintetiche, nuova tecnologia dei droni, insomma, gli ingredienti ci sono tutti, fedeli ad una Cornwell al passo con i tempi.

Il personaggio di Benton Wesley, colui che riesce a leggere nella mente del serial killer, sempre impeccabile, subisce in questa storia un contraccolpo. Diventa più umano, mentre vacilla nelle sue convinzioni e, per la prima volta, appare impotente di fronte a tanta corruzione che vuole metterlo a tacere. Per il resto, chi da anni segue le avventure di Kay Scarpetta può sempre contare sul suo team, che non delude.
E sinistra suona la frase, che l’autrice ha tratto da T.S. Eliot e posto all’inizio del libro.

In una manciata di polvere vi mostrerò la paura.

Questo deve essere stato il suo intento.

 

Polvere
Patricia Cornwell
Mondadori, 2014
Pagine 428
Prezzo di copertina € 20,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa