Confessioni di un pazzo di raro talento – Alfredo Tocchi

Se foste in punto di morte, e la vita vi desse un’altra opportunità, cosa fareste? Cambiereste modo di vivere o rifareste sempre tutto uguale? È la domanda che si è posto il protagonista di Confessioni di un pazzo di raro talento, un romanzo pubblicato nel febbraio 2014 in formato digitale da Edizioni dEste. Con quest’opera, l’autore Alfredo Tocchi ha vinto il premio Cesare Pavese Inediti. Il destino gioca un ruolo fondamentale. Un uomo, che ha visto in faccia la morte ed è sopravvissuto, ci apre il suo cuore. Senza freni né inibizioni sociali, esterna la sua “fame di vita”, come fosse diventato un kamikaze che può mettere in atto tutto ciò che pensa. Oppure un pazzo. Perché l’idea ci sfiora.

Sono un prodotto di difficile smercio, i miei consensi non superano lo zerovirgola. Nella linea evolutiva dell’uomo sono un perdente, troppo fragile, troppo sensibile, elitario, nessuna volontà di potenza – al contrario, volontà di autodistruzione.

Un uomo che viene stroncato da un ictus e perde tutto. Lavoro, famiglia, amicizie, ma che proprio da quella disgrazia rinasce. La trama parla di Giulio Di Tocco, un avvocato di quarantotto anni, colto, di bell’aspetto, discendente da una nobile famiglia, che vede la sua vita andare in rotoli in seguito ad un ictus che lo ha colpito. Durante la lunga convalescenza, egli sprofonda nella depressione, e la moglie Paola non riesce ad aiutarlo. Incapace di accettare la sua condizione, lo offende. E Giulio se ne va, lontano dalla sua famiglia perfetta, lasciando tutto alla donna con la quale è stato sposato per diciotto lunghi anni, e alla loro figlia Celeste. Taglia i ponti col passato e con tutti quei legami ipocriti che ha vissuto. Il suo elegante guardaroba e i preziosi orologi invece rimangono, in qualità di  testimoni silenti, a ricordargli la sua vita precedente. Si richiude in un bilocale. Non dorme più su un letto, perché gli ricorda l’ospedale, ma compra un fouton.

Una volta bastava appartenere a una certa classe sociale per farsi strada nella vita. Ora non più.
L’uguaglianza è un’utopia e io rivendico con fierezza la mia diversità. In questo mondo bastardo io non voglio essere uguale a nessuno.

Il bisogno di essere in due, di stringere una donna e condividere con lei l’esistenza, lo porterà ad un’affannosa ricerca dell’anima gemella, senza esimersi da incontri infelici, squallidi e talvolta opportunisti. Come per esempio avviene con le giovani prostitute Isabel e Wiga che gli dichiarano amore, ma che in lui vedono solo una fonte di guadagno.

Confessioni di un pazzo di raro talento è la storia di un uomo che si racconta e cerca di combattere con l’ironia le miserie della vita. Si applica per reinventarsi una professione e una rete di relazioni che diano un senso ai suoi giorni.

Il nostro protagonista riconosce la forza che possono avere i libri, infatti le tre parti del romanzo e i 55 capitoli sono ricchi di citazioni. Giulio avverte il bisogno di scrivere e di ripercorrere il suo passato. Si lancia alla ricerca di incontri femminili, senza speranza di continuità, in maniera del tutto libera, ma troppo precipitosa, come se avesse paura che la fine potesse coglierlo senza aver vissuto. Sente di avere poco tempo e di volere tutto e subito. Ma forse non è nei bordelli che va ritrovato l’amore. Ci vuole pazienza e allora la vita potrà offrire delle possibilità, avere un finale aperto.
Un libro ben scritto, che consigliamo a chi vuole scoprire una realtà diversa. Desideri e pensieri inconfessabili di un uomo che è già morto, e non ha più niente da perdere.

 

Confessioni di un pazzo di raro talento
Alfredo Tocchi
Edizioni dEste, 2014
Prezzo di copertina € 1,99

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa

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