La magia di un Buongiorno – Massimo Gramellini

L’ultimo libro del giornalista non è altro che una raccolta dei suoi articoli che per tanti anni sono usciti nel quotidiano La Stampa, dove scrive. Il filo conduttore dovrebbe essere la posizione che questi brani occupano da quindici anni, ovvero la rubrica in fondo alla prima pagina che si chiama Buongiorno. Quindi poco ha a che vedere con il Gramellini scrittore, visto che si tratta di tematiche legate alla sua professione di giornalista. Sono esattamente 365 i brani che abbracciano tematiche diverse, dove i sentimenti che possono emergere sono naturalmente legati alla quotidianità, e richiamano rabbia, ingiustizia, denuncia, voglia di riscatto, ironia, delusione ecc.

Un libro che raccoglie momenti legati alla storia del nostro Paese, ma anche alla contemporaneità che oltrepassa i confini italiani. Ciò che colpisce è che alcuni pezzi hanno solo un’apparente ironia, perché possono intaccare l’animo sensibile che “subisce” l’argomento di cui parla. Come il caso dei bambini obesi:

Un bambino italiano su cinque è obeso, uno su venti addirittura superobeso, cioè ha mezzo bambino di scorta che gli balla abusivamente nel panzone. Quelle fornite ieri dalla società dei dietologi sono cifre da Mozambico all’incontrario e riguardano un’altra forma di carestia, che colpisce in buonsenso di tanti genitori. Avrete conosciuto le loro vittime, quei bimbi-balena che rotolano per la strada fasciati dentro completini aderenti, le mani sporche di ketchup, la voce querula e gli occhi vuoti, persi nel ricordo dell’ultimo hamburger o della merendina transgenica appena ingurgitata senza masticare.

Il testo citato parla chiaramente del problema cibo-disagio: una voglia di scuotere le menti di quei genitori che rimpiazzano l’affetto con la merendina. Il linguaggio usato però è triste: leggere parole  e frasi come “bimbo-balena”, “bimbi che rotolano”, “mezzo bambino che gli balla abusivamente nel panzone” nuocciono alla sensibilità del ragazzino che in fondo è innocente, e che è in questo caso vittima del sistema, ma che viene però colpito con aggettivi terribili che in genere si cercano di debellare, perché fanno stare male il protagonista che se li sente dire. Nel giornalismo i giri di parole non servono in fondo, perché bisogna subito andare a descrivere il problema, in modo schietto, che in questo caso è ben centrato. Però forse in questa sede, dove a regnare dovrebbe essere la magia delle emozioni, si esagera.

Uno studio commovente rivela che ogni donna passa in media sedici mesi della sua vita a piangere. Le lacrime vengono versate negli appositi cuscini e fazzoletti, in prevalenza durante le ore notturne, e hanno un effetto positivo sulla psiche e sul fisico della frignante, squassato da benefiche scosse.

Nulla da dire sulle buone intenzioni del giornalista, ma forse quello che il pubblico potrebbe recepire non è così positivo, visti i termini che utilizza. Una donna “frignante” per nessuno è imitabile né tanto meno apprezzabile, se dal punto di vista maschile può apparire tenera o da consolare, da quello femminile può essere interpretata nella sua accezione negativa, visto che in genere quando si piange c’è un dolore di fondo e non una semplice “fregna”.

Quello che viene presentato come magia, in queste pagine viene in qualche modo infranto, perché quando si scrive con amore, la punta ironica che a tutti gli esseri umani “scappa” forse è il caso di tenerla per se e raccontare il dolore vero, spoglio da epiteti o enfasi poco gentili.

La magia di un Buongiorno
Massimo Gramellini
Longanesi, 2014
Pagine 300
Prezzo di copertina € 14,90

 

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist