Obesità infantile: un problema in crescita – Alessandro Sartorio e John M. Buckler

Un tempo c’erano le mamme che raccomandavano ai figli di finire la verdura e di non dimenticare la frutta. Oggi i bambini mangiano sempre fuori casa, orario scolastico diverso con il tempo pieno, e quando tornano stanno davanti alla televisione, o davanti al computer o sul divano con il giochino in mano. Non si gioca più in strada o in cortile.
I diritti dell’infanzia, pronunciati dall’Onu nel 1989, auspicano anche il diritto ad avere “un’alimentazione sana e adeguata al raggiungimento del massimo della salute”. Prezioso diritto da rispettare che richiede l’impegno di tutti: famiglia, scuola, società sportive agonistiche e non.

È un diritto che viene ribadito nei programmi e nelle strategie di prevenzione dell’obesità dell’Oms e del Ministero della Salute a livello mondiale.
Lo studio dei ministeri della Salute e della Pubblica istruzione in Italia prende il nome: “Okkio alla salute”.
Questo studio è impostato in modo da sorvegliare sovrappeso e obesità nei bambini delle scuole primarie (6-10 anni) e i fattori di rischio correlati. Questo Sistema, descrivendo la variabilità geografica, l’evoluzione dello stato ponderale, il cambiamento delle abitudini alimentari, le variazioni dei livelli di attività fisica svolta dai bambini e il susseguirsi delle attività scolastiche favorenti la sana nutrizione e l’esercizio fisico, ha come obbiettivo, orientare le iniziative utili ed efficaci per il miglioramento delle condizioni di vita e di salute dei bambini delle scuole primarie.

Una sana alimentazione, educazione fisica e immagine corporea dovrebbe far parte dei programmi scolastici: fare esercizio fisico e sviluppare le capacità motorie nel corso della settimana scolastica, migliorare la qualità del cibo offerto nelle mense scolastiche, creare ambienti e condizioni culturali nelle scuole per sostenere un’alimentazione sana e un’attività fisica quotidiana nei bambini, con attività formative per aiutare insegnanti e personale scolastico a promuovere uno stile di vita sano sono presentie come idee guida nel testo Obesità infantile: un problema in crescita. I consigli dei medici ai genitori
di Alessandro Sartorio e John M. Buckler.
La FAO elenca i tre pilastri del benessere – nutrizione, salute ed educazione –.
Questi sono considerati nell’attività di educazione alimentare delle scuole.
Nel 2010 il Ministero della Salute riconosce che «una sana e corretta alimentazione è uno dei diritti fondamentali per un buono stato di salute, in particolare nei primi anni di vita».
Ha emanato un documento con le Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica, con il menu settimanale, con la frequenza di consumo dei vari tipi di alimenti:

Frutta e vegetali: 1 porzione di frutta e una di vegetali tutti i giorni
Cereali: 1 porzione tutti i giorni
Pane: 1 porzione tutti i giorni
Legumi: 1-2 volte a settimana
Patate: 0 -1 volta a settimana
Carni: 1-2 volte a settimana
Pesce: 1-2 volte a settimana
Uova: 1 uovo a settimana
Formaggi: 1 volta a settimana
Salumi: 2 volte al mese
Piatto unico (ad es. pizza, lasagne ecc.): 1 volta a settimana.
I menu devono fornire la giusta quantità di nutrienti (carboidrati, grassi, proteine, fibre) in modo da garantire l’energia giusta e spendibile per lo studio, lo sport, il gioco.

Le porzioni devono essere somministrate con appositi utensili che in modo da versare nel piatto la giusta quantità di alimenti, calcolata in base all’età degli allievi.
No ai bis di rigatoni: una regola che vale anche a casa. I bambini devono mangiare ogni giorno un piatto di pasta (o di mais, orzo o riso), ma i bis sono sconsigliati perché si rischia di saltare il secondo piatto.
Variare con le proteine è importante: nei menu scolastici sono inseriti anche legumi, pesce e carne, uova, formaggio e i salumi verranno dati solo due volte al mese.
Una volta a settimana sì al piatto unico: pizza o lasagna accompagnata da frutta e verdura.
Frutta e verdura in quantità.
Le mamme dovrebbero leggere ogni giorno il menu scolastico così da poter organizzare un menu settimanale a casa e non abbassare la guardia sulla prima colazione che deve fornire energie per tutta la mattinata: latte e carboidrati è l’ideale.
Limitare il consumo di snack, succhi di frutta, bevande zuccherate e proporre merende più sane come yogurt, pane e marmellata, frutta o gelato alla frutta.
I dietisti puntano il dito anche contro le mense scolastiche: i cibi non sono equilibrati e il metodo di cottura non sempre è sano e poi succede che nessuno si occupa di controllare come i bambini selezionano il cibo e se finiscono ciò che hanno nel piatto. Se il cibo non piace, capita che il bambino mangi due o tre panini
Sotto accusa anche i pasti di mezza mattina e pomeriggio, che consistono spesso in merendine e patatine.

È ovvio che la prevenzione dell’obesità infantile e l’attenzione verso la buona alimentazione, deve iniziare fin da neonati, favorendo il più possibile l’allattamento al seno e tenendo sotto controllo l’eccessivo recupero di peso nei primi anni di vita.
Nasce così la “Scuola di Nutrizione” della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), patrocinata dal Ministero della Salute. È importante fornire agli specialisti indicazioni per le scelte nutrizionali corrette, che verranno proposte con il “counseling” familiare.

I bambini con un’alimentazione che segue le linee della dieta mediterranea hanno il 15% in meno di probabilità di essere obesi o in sovrappeso.
I bambini dei paesi più sviluppati hanno un’alimentazione basata anche su cibi industriali, assumono troppo sodio, predisponendosi così fin da piccoli all’ipertensione, all’obesità e ad altri disturbi metabolici.

Obesità infantile: un problema in crescita. I consigli dei medici ai genitori
Alessandro Sartorio e John M. Buckler
Via e Pensiero, 2008
Pagine 192
Prezzo di copertina € 15,00

Graziella Rulli

Medico Medicina Generale