Misteri e verità. Nella vita di un medium – Maria Angela Casano e Angelo Cacciato

Misteri e verità è il titolo del libro di Maria Angela Casano e Angelo Cacciato e ha come sottotitolo Nella vita di un medium. Il titolo è il messaggio del tema che tratta il testo, il sottotitolo è il “fatto” o la “cosa” da portare a conoscenza del pubblico. Introduce il racconto Maria Angela, seguita da una prefazione allografa avanti al testo, scritta dal giudice antropologo, Gennaro Francione, che si avvale di tematiche aristoteliche fino a giungere al moderno Popper, per cercare di mettere in rilievo autori ed opere e facilitarne la lettura, dare alla prefazione un senso di “self-consciousness” per meglio guadagnare più misteri alla verità,  come fa lo squarcio di luce bianca della copertina che tende a ridurre lo spazio del misterioso buio nero.
Subito dopo appare, in prima persona, una dichiarazione del soggetto principale del racconto, Pierantonio, il quale mette in relazione la propria esperienza con le devianze della società di oggi, negatrice dei valori della vita, interpretando la propria esperienza come uno strumento indirizzato alla lotta del male: fa bene a dirlo perché non tutti i medium hanno come scopo l’esercizio del bene.

Il coautore Angelo Cacciato descrive il modo di come ha raccolto la confessione o le confessioni, visto che tutta la famiglia di Pierantonio è coinvolta, giungendo dal paranormale alla convinzione dell’esistenza dell’aldilà, almeno vista come sopravvivenza della coscienza dopo la morte del corpo fisico.
«Non ti darò pace, non ti darò pace» sono le parole udite in un sogno e associate alla figura di una donna vestita di nero, con occhi verde chiaro e dallo sguardo pietrificato, che sconvolgono la notte di Pierantonio appena all’inizio dell’età adolescenziale. La stessa figura gli appare l’indomani, tale da essergli visibile, ripetendo le stesse parole e spaventandolo tremendamente. Essa poteva essere una classica figura, tipica di donna siciliana vestita di nero, dell’antica Valle di Castrogiovanni, anziché l’immagine di una strega, poteva essere anche quella di una fattucchiera o di una megera, del tempo in cui le famiglie siciliane per ripararsi dal malocchio o della visita degli spiriti, appendevano davanti all’uscio della casa corna di buoi, vecchie grattugie, ferri di cavallo, campane e arnesi vari. Si nota subito che nel racconto prevarrà il personaggio, Pierantonio, e tutti coloro che gli girano intorno, che costruiscono la trama tra un capitolo e l’altro, trenta in tutto, quasi a rappresentare una scena per ognuno, trama permeata da paure che si ingigantiscono, facendo diventare impercettibile il passaggio dalla realtà al paranormale e viceversa e il disagio esistenziale, che potrebbe avere indotto all’invenzione artistica e letteraria. Poi, però, ci si accorge che la statura dei personaggi sta nella qualità delle motivazioni che si sono dati, assegnando alle loro azioni uno scopo, quello contro il male; la stessa coautrice cerca di essere scudo del fratello Pierantonio:

È doveroso precisare che il carattere drammatico della storia non è dovuto al fenomeno del paranormale inteso nella forma più nobile del termine, bensì alla potenza distruttiva dell’invidia e dell’ignoranza che attua con ogni mezzo pratiche malefiche nei confronti del giovane inesperto e “diverso”.

Tutti in famiglia cercarono aiuto per spiegarsi lo “status corporis” di Pierantonio che, giorno dopo giorno, usciva da ogni razionalità, tanto da essere costretti a consultazioni di amici, di un medico che nulla riscontrava, di Donna Rosa la fattucchiera, di Alfio, di Catania, che li invita a Roma e rivelava loro che le doti paranormali di Pierantonio hanno origini con la sua nascita. La fine del rapporto con Alfio segna l’inizio del paranormale, come l’iniziazione di Pierantonio  all’esoterismo e la tranquillità che ne riceve.

Pierantonio però non rispetta il consiglio del medium Alfio di mantenere il massimo riserbo sulle sue facoltà esoteriche, per questo motivo inizia a dispiegarsi il male, prima tra gli amici e dopo tra l’intero consorzio umano in cui vive, così non solo Pierantonio ma tutta la famiglia diventano bersaglio di dicerie e anche di scherno malefico, qualcosa che richiama la Sicilia dell’Inquisizione spagnola del 1478, soppressa poi nell’Ottocento e abolita negli stati europei, mentre in Italia fu mantenuta fino al 1908 dallo Stato pontificio e solo con il Concilio Vaticano II, nel 1965, in seguito ai mutamenti del clima sociale, prese l’attuale nome di “Congregazione per la dottrina della fede”. Tutto ciò fa capire che le reazioni sociali hanno un retaggio storico e che guardare Pierantonio è come guardare un pugile alla fine di un round, mentre sostiene un match contro gli amici e contro l’ambiente cittadino, tanto che tutta la famiglia, per evitare quella “dannazione”, viene consigliata ad abbandonare la propria abitazione, andare a vivere fuori città e fare anche qualche viaggio all’estero, in Belgio, dove viene arricchita l’esperienza esoterica di Pierantonio.

I due autori parlano in prima ed in terza persona, coadiuvati dal soggetto principale del racconto che, non a caso, con la sua testimonianza contribuisce a formare la triade del libro, il simbolo più importante del paranormale. Angelo Cacciato non solo apprezza le doti di Pierantonio, facendole sperimentare sull’amica, Stefania, ma è stimolato a indagare sul paranormale, così avvertito da Pierantonio, infatti gli fa domande sul trapasso, sui medium, sulle dicerie, sui fantasmi e sulla telepatia. Chiude con un excursus storico, partendo da Omero, agli spiriti rumorosi di Plinio il giovane, al Vangelo, al Rigoletto di Verdi, a Martoglio,  Pirandello, giungendo alla conclusione che il paranormale può essere compreso solo superando i confini della scienza tradizionale.

È facile trovare un medium religioso (com’è Pierantonio), ma non è facile far convivere il paranormale con la religione (fisica e metafisica). I fenomeni religiosi hanno un significato simbolico per chi crede, appaiono privi di senso per chi non crede, quindi non ha nessuna rilevanza sottoporle al controllo scientifico, anche se ciò è avvenuto per smentire la natura di certi miracoli, come la liquefazione del sangue di San Gennaro o le lacrime di statue. Nel paranormale, invece, la veridicità di certe affermazioni non trovano riscontro e, quindi, la scienza attuale dichiara come inesistente il paranormale, perché non verificabile e non dimostrabile. In questo senso la pretesa di Cacciato di giungere al capovolgimento della scienza moderna trova giustificazione, proprio perché la ricerca, indirizzata allo scopo, ha portato alla scoperta dei transistor, dei raggi X  e non solo, ma ciò non toglie che la scienza ufficiale continui a dichiarare il fenomeno paranormale come inesistente. Nonostante ciò la ricerca non si ferma e continua il suo percorso, rifiutando ciò che non riesce a spiegarsi, quindi non è tanto importante essere scientisti ma poter legare l’entusiasmante avventura di Pierantonio, ricca di umanità e di slanci emotivi, alla ragione e ai fatti.

Per ciò che riguarda invece il credere, da parte di Cacciato, nell’esistenza dell’aldilà, una riflessione di padre Ulderico Pasquale Magni potrebbe confortarlo:

La nostra è la civiltà “radio”, la civiltà del “senza filo”. Pensiamo alla radio-astronomia, alla radio-televisione, al radio-telefonino, è una nuova civiltà. Tutte le volte che si usa uno strumento, come il telefonino, si viene trasportati in un altro mondo, in un’altra realtà,  cioè in quella del “senza filo”. Col telefonino parli con le corde vocali, con la materia, quindi, ma quello che dici raggiunge distanze immense, senza contatti con la materia. La tua voce, assunta dai fotoni, viaggia a 300 mila chilometri ogni battito di cuore e quando avrai finito di parlare, la tua voce continuerà a viaggiare nello spazio, sotto-forma di fotoni, dopo dieci minuti potrebbe arrivare a Marte, dopo otto anni a Sirio e dopo 33 anni ad Arcturus, la grande stella dell’Orsa Maggiore. Il tuo messaggio, la tua immagine fotonica continuerà a restare viva anche dopo che il tuo corpo materiale si è disfatto. Tutto ciò, scombussola il modo di pensare all’aldilà, è il fotone che fa il salto nel nuovo mondo, l’atomo non si può legare alle onde ma il fotone sì.

Nel 1932 il premio Nobel per la chimica, Irving Langmuir, coniò il termine “scienza patologica”  producendo come primo esperimento ciò che fu definito “autoinganno”, il quale condurrebbe a vedere dati sperimentali e fenomeni nuovi là dove non ce ne sono. Un altro premio Nobel, Brian  Josephson, nel “discredito patologico” fa notare come l’accettazione della visione di un fenomeno può essere sbagliata in due maniere:
a)un fenomeno non esistente viene considerato reale (es.: raggi N, poliacqua, ecc…)
b) un fenomeno reale viene considerato inesistente (es.: deriva dei continenti, meteoriti, ecc,)
Si passa quindi dal “discredito patologico” all’”incredulità patologica”.
La conclusione di Pierantonio, fra l’altro, è significativa rispetto alle due sopra citate, perché ne suggerisce una terza:

Lo scopo di questa pubblicazione è quello di mettere in giusta luce il fenomeno paranormale, anche se esso, per sua natura, deve rimanere inspiegabile alla comprensione umana.

Penso, quindi, che per la scienza il dubbio debba oltrepassare la barriera dell’impossibilità della conoscenza e, attraverso la ricerca, entrare nella conoscenza vera, per apprezzare, in pieno, non soltanto Misteri e Verità – Nella vita di un medium, ma tutto ciò che riguarda il paranormale nella sua interezza.

 

Misteri e verità. Nella vita di un medium
Maria Angela Casano e Angelo Cacciato
Vertigo, 2013
Pagine 138
Prezzo di copertina € 12,00

Franco Santangelo

Critico e Storico