I buoni e i cattivi di Alessandro Falzani

Scrivere fantasy non è semplice, farsi leggere, considerando il pullulare di servizi editoriali odierni, lo è ancor meno, quando poi abbiamo la possibilità di leggere un libro da poco pubblicato che riesce a conciliare questo genere narrativo senza deludere il lettore il piacere per la narrativa aumenta. Alessandro Falzani ha scritto Glenvion la matrice, un romanzo autopubblicato, quindi senza vincoli editoriali, dove solo il pubblico davvero interessato ha deciso di comprarlo. Lo abbiamo intervistato, e lo abbiamo conosciuto meglio.

Come mai ha deciso di scrivere un fantasy piuttosto che un classico romanzo di narrativa?
Ritengo sia più nelle mie corde. Mi è sempre piaciuto immaginare nuovi mondi, nuove storie al limite dell’impossibile e cercare di renderle quanto più vicine alla realtà.

Ci sono dei risvolti autobiografici? Come nascono i suoi personaggi?
In alcuni personaggi devo ammettere di sì. Alcuni di essi nascono da miei reali sentimenti o idee inerenti un determinato argomento. Mi immedesimo in essi, o loro in me … talvolta riportano il mio punto di vista, ciò in cui credo o non credo.

Verità e giustizia: due ideali e valori importanti, secondo lei sono attuabili nella società odierna? I buoni ottengono giustizia?
No, i buoni non ottengono giustizia, e nel caso l’abbiano mai avuta io non ne sono al corrente. Proprio questo è il tema a cui sono maggiormente legato e da cui mi lascio influenzare: perché soffriamo, perché combattiamo per non ottenere nulla. Oppure nel momento in cui otteniamo qualcosa, subito il destino la toglie (un parente per un male incurabile, un incidente, un posto di lavoro da poco avuto). La giustizia non esiste e ognuno di noi ne ha una diversa concezione, una diversa percezione; tuttavia a qualsiasi livello essa sia ne siamo comunque privati, almeno secondo me.

Di cosa si occupa nella quotidianità?
Nella vita di tutti i giorni sono un piccolo imprenditore, mi occupo di sistemi energetici.

Ha altri progetti editoriali?
Sì. Dopo il mio romanzo d’esordio Lorian che mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta per il seguito avuto e che mai mi sarei aspettato, ho scritto Glenvion e per la fine del 2015 uscirà il secondo volume. Intanto tra gennaio e febbraio 2015 pubblicherò il mio primo horror.

Come mai la scelta dell’autoproduzione?
Per semplice praticità. Ho avuto diverse offerte editoriali, ma esse sono giunte dopo sette, otto mesi dall’invio del manoscritto. Poi avrebbero richiesto un altro anno per le modifiche e le varie revisioni. Decisamente l’autopubblicazione è molto più rapida e se le vendite sono apprezzabili i risultati arrivano da subito, o quasi. Si è padroni della propria opera e la si può controllare.

Che messaggio le piace trasmettere ai suoi lettori con questo suo ultimo libro?
Ogni volta che scrivo mi piacerebbe trasmettere tutto quello che ho in mente, ma mi rendo conto che è semplicemente impossibile. Con Glenvion mi auguro di aver trasmesso al lettore la passione per i miti più nascosti e dimenticati; spero in qualche modo di averli fatti rivivere o conoscere almeno in parte, di aver suscitato curiosità ed un minimo di mistero.

 


Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist