Luigi Brasili e il romanzo musicale

In occasione del suo nuovo romanzo, C’era una volta un re, ho incontrato Luigi Brasili che mi ha dato qualche anticipazione circa il contenuto e, naturalmente, la passione per la scrittura. La storia del suo ultimo lavoro è destinata a degli alunni, quindi protagonista è la scuola, compresi gli insegnanti, ma con risvolti misteriosi e un bel viaggio nel cuore dell’antica acropoli di Tivoli.

Questo tuo ultimo romanzo è ambientato a Tivoli, perché la scelta di questa città?
Quando ho immaginato lo spunto della storia è stato spontaneo accompagnare i tre fratelli nei luoghi in cui ho vissuto per tanti anni: mi sembrava la collocazione ideale.

Qualcosa sulla trama?
La storia è destinata soprattutto agli alunni di elementari e medie e contiene molte schede didattiche su luoghi e argomenti a disposizione di insegnanti per progetti di lettura. I tre fratelli si trovano alle prese con un mistero: la scomparsa della nota musicale re. Con lo zio insegnante di musica intraprendono il viaggio da Roma a Tivoli sulle orme di un famoso musicista del passato. Il viaggio li conduce nel cuore dell’antica acropoli di Tivoli all’ombra di una sibilla.

Un personaggio del romanzo a cui sei più legato?
Nella storia ci sono un paio di personaggi reali che conosco bene…

Nel romanzo si parla di tre fratelli: quanto è importante per te la famiglia?
Sono cresciuto con tre fratelli quindi…

Una o più frasi del libro a cui sei più legato?
Fissava il cellulare muovendo la testa al tempo con la (C’era una volta il re, pag. 69) musica, avviò un altro pezzo e si guardò intorno. Sulla soglia le figure dello zio e dei fratelli, immerse nella luce. Sembravano galleggiare sospese dietro una nuvola. «Allora?» insistette Cecilia. Lui annuì e indicò la luce. Sorrise e tese una mano a Cecilia. Lei ricambiò il sorriso e lo portò dentro. Roberto e Luca si presero per mano e iniziarono a canticchiare. «Sono fuori dal tunnel…»
«Fatela finita!» gli urlò dietro Cecilia. E per qualche secondo ci furono solo silenzio e luce.

La scrittura cosa rappresenta per te?
Scrivere è come una magia. Puoi mescolare fantasia e realtà fino al punto che sia difficile distinguere ciò che è reale da quello che è inventato. È una sorpresa continua, perché quando inizi un viaggio letterario spesso nemmeno l’autore sa come e dove finisce, oppure sa dove arrivare ma non sa quale sarà la strada che pagina dopo pagina lo condurrà a destinazione. E lo stesso vale per chi legge. E quando la magia funziona, qualunque sia l’argomento affrontato, il lettore se ne accorge e parte di quella magia diventa sua.

Progetti futuri?
Sono in attesa di sapere se pubblicheranno un’altra storia ambientata a Tivoli, un poliziesco con un caso di apparente suicidio.
Poi sto ultimando la stesura dell’episodio conclusivo de I figli della notte trilogia ambientata a Roma nel futuro, edita da Franco Forte noto scrittore ed editor Mondadori. E dopo ho in mente un altro giallo ancora a Tivoli con protagonista un celebre personaggio letterario.

 







Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice