Gerberto d’Aurillac – Luca Montecchio

Silvestro II fu il papa dell’anno Mille, in carica solo tre anni e per questo poco conosciuto alla storia. La sua vita, però, fu un esempio di virtù e saggezza tanto da diventare un simbolo e creare dei forti precedenti per i suoi successori. Nel saggio di Luca Montecchio, per Graphe.it, riusciamo a conoscerlo a tutto tondo, dagli esordi della sua educazione fino alla morte. Egli infatti si formò a Cluny, ed emerse per intelletto e capacità notevoli rispetto ai suoi coetanei. La sua abilità consistette, tra l’altro, nel sapere orientare verso la chiesa romana i popoli dell’Est, combattendo la corruzione del clero. Gerberto d’Aurillac era uomo giusto e mai, leggiamo, cadde a compromessi: per questo venne considerato persino personaggio scomodo.

Attraverso la lettura del libro è possibile ricostruire la storia di quel periodo, dalla dinastia dei capetingi fino a Ottone III, che Gerberto aveva “istruito”. Montecchio ne ricostruisce la vita in primis grazie al suo biografo ufficiale, Richierius, il quale ripercorre innanzi tutto la sua carriera da scolastico.
Appena ebbe la possibilità di andare in Spagna egli riusci ad apprendere al meglio la cultura araba e a filtrarla, pur essendo un cristiano egli riteneva doveroso conoscere e studiare la cultura classica (greca), anche se pagana, ed è con questa che formava i suoi illustri studenti, ai quali forniva delle tavole di apprendimento per facilitargli lo studio. In questo possiamo affidargli il merito della didattica il cui stile era semplice, chiaro, sobrio, in contrasto con la verbosità e la magniloquenza della prosa del X secolo.

Gerberto era dunque uno studioso sui generis, che non si limitava a leggere con attenzione i classici, non si limitava cioè a insegnare il passato, bensì si impegnava in prima persona negli avvenimenti presenti, cercando, col proprio contributo, di approdare a un futuro di rapporti più stabili tra impero e regno franco.

Interessante è la parte dedicata alla vita dello Scolastico che manteneva legami con le imperatrici dei regni del periodo, le quali contribuirono con diplomazia e intelligenza a rendere migliori i rapporti tra papato e impero.
Egli, il primo papa della storia francese, ebbe un forte e continuo interessamento per la sorte del Santo Sepolcro occupato dai saraceni: per questo fu anche definito il precursore delle crociate. Ma non è tutto, da Montecchio scopriamo che può anche essere stato il primo papa del Giubileo.

Durante l’anno Mille, visto e considerato che si credeva ci fosse la fine del mondo, molti furono i pellegrini che andarono nell’Urbe per redimersi dai peccati. Pare che in quella occasione, in maniera non ufficiale si concedessero quelle che con Bonifacio VIII (nel 1300) vennero chiamate indulgenze.

Inoltre un atto così importante non fa altro che confermare le doti di politico consumato di Silvestro II, che agisce in simbiosi con l’imperatore Ottone III nell’intento di rafforzare il mondo cristiano minacciato sia dall’Islam sia dall’ortodossia bizantina, ambedue in costante espansione. è probabile pertanto che Silvestro II, avendo constatato la presenza massiccia di forestieri, abbia colto l’occasione per sottolineare presso di loro, con un provvedimento di questa natura, l’autorità della Santa Sede; ciò facendo non solo potenziava la consapevolezza della Grazia divina connessa con il concetto di chiesa, ma rasserenava con tale Grazia il popolo di Dio.

Montecchio nella sua analisi non dice che è stato il papa del Giubileo, ma potrebbe aver creato quel precedente che poi Bonifacio VIII ufficializzerà con il termine di Anno Santo. Gerberto in quel caso avrebbe solo confermato la volontà di venire incontro ai pellegrini che volevano solennizzare il passaggio dal primo al secondo millennio.
Il saggio si compone – oltre alla ricostruzione dell’intera vita di questo personaggio colto e sapiente – anche delle sue opere: egli scrisse di matematica, scienza, filosofia, astronomia, poesia, musica. Per quanto riguarda gli studi astronomici, perfezionati grazie all’esperienza spagnola, ebbe dei problemi in quanto i suoi nemici gli addebitarono sospetti di magia. Questa disciplina era estranea alla cultura cristiana di quel periodo, e forse per questo, l’illustrissimo uomo fu volutamente dimenticato (innanzi tutto dalla chiesa) per secoli.
Dal testo apprendiamo quanto la vita di papa Silvestro II sia stata rappresentativa anche perché segno di unione dei saperi dell’epoca.

 

 

Gerberto d’Aurillac. Silvestro II
Luca Montecchio
Graphe.it, 2011
Pagine 152
Prezzo di copertina € 12,00

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist