La felicità delle piccole cose – Caroline Vermalle

Se vi dicessi che La felicità delle piccole cose di Caroline Vermalle (Feltrinelli, 2014), uno dei libri che sta imperversando al momento, è stato scritto durante una vacanza a Bali, ci credereste? Sì, perché il libro è ambientato a Parigi, nel periodo di Natale, e c’è pure la neve. Quindi la capacità di concentrazione dell’autrice deve essere davvero notevole. Caroline Vermalle, di origini francesi, crea un connubio fra le atmosfere parigine e il mondo dell’arte, strutturando la trama come fosse una grande caccia al tesoro, il cui filo conduttore è rappresentato dai pittori impressionisti. In realtà, il romanzo intende essere un’esortazione a ricercare le piccole cose, quelle che scaldano il cuore, nei posti più impensati.

È iniziato tutto nel giardino di Monet a Giverny. Lo ricordo come se fosse ieri. Era il dicembre del 1979. Da più di trent’anni, ogni sera mi domando come sarebbe stata la mia vita se non fossi entrato in quel giardino.

Il protagonista è Frédéric Solis, un avvenente avvocato quarantenne con la passione per i pittori impressionisti. Ogni tanto si concede il lusso di acquistare qualche quadro originale, e si circonda di belle donne. Sembra avere tutto dalla vita, ma in realtà nasconde un trauma infantile. Durante le vacanze di Natale del 1979, l’amato padre non ha più fatto ritorno a casa. La madre e il nonno gli hanno raccontato che è finito in prigione, per avere commesso un atto orribile. Frédéric non ha mai chiesto niente, per non cancellare il bel ricordo del genitore, e non ha nemmeno aperto la lettera che lui gli ha inviato alcuni anni dopo.

Le vacanze di Natale si avvicinano e Frédéric scopre di avere ricevuto una strana eredità da parte di uno sconosciuto, che consiste in una sorta di mappa. Ad accompagnare il tutto ci sono anche quattro biglietti con altrettante prenotazioni: un viaggio in treno ad Eragny e una gita in barca a Vétheuil, due località sulla riva della Senna, dove hanno operato i maggiori impressionisti francesi, quali Renoir, Pissarro, Monet, Sisley, Gauguin; una visita al giardino di Giverny, dove Claude Monet ha ritratto le mitiche ninfee e il ponticello di legno; e infine, una visita al Museo d’Orsay, che ospita la più grande collezione al mondo dedicata all’Impressionismo.

Frédéric Solis si convince di trovarsi sulle tracce di un quadro sconosciuto di Monet e cerca quindi di decifrare la mappa. Egli spera che venire a capo dell’enigma possa risolvergli alcuni problemi finanziari che da un po’ lo stanno assillando. Con l’aiuto della giovane segretaria Pétronille, pasticciona sul lavoro, ma abilissima nel preparare bigné di ogni tipo, torneranno a galla ricordi che Solis credeva dimenticati e un “tesoro” ben più importante di qualunque ricchezza.

Al mondo siamo in sette miliardi, eppure, per una sorta di miracolo, basta una voce, un cuore, un certo modo di vedere le cose per illuminare tutto di colpo.

Il romanzo si rivela un piacevole ripasso di storia dell’arte, e fa scoprire aneddoti sui pittori impressionisti che non erano noti sui libri di scuola. L’autrice è abile a creare le atmosfere parigine, servendosi di una prosa semplice, ma impeccabile.
Composta di brevi capitoletti, l’opera si presta ad essere letta in poco tempo. Consigliato per chi vuole immergersi nelle atmosfere di Parigi in inverno, con le sue magiche luci di Natale. E anche, perché no, agli appassionati di arte.

 

 

La felicità delle piccole cose
Caroline Vermalle
Feltrinelli, 2014
Pagine 218
Prezzo di copertina € 15,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa