Monica Pizzi: la scrittura per rinascere

Qualche giorno fa abbiamo letto Rose rosso scarlatto, un testo che parla del dolore lacerante dopo la perdita di una persona cara. Oggi abbiamo incontrato l’autrice, Monica Pizzi, la quale ci ha insegnato che le certezze della vita siamo noi a crearle, quindi la reazione, nel bene e nel male, dipende dal nostro modo di vedere le cose! Attraverso la tematica del dolore la scrittrice inneggia alla vita, all’amore e alla rinascita, per creare un futuro fatto di pilastri che provengono dal presente, che abbiamo il dovere di “consumare” al meglio.

Come mai ha scelto il tema della perdita? E perché proprio quello della persona amata, della certezza di sempre?
Non credo ci sia al mondo nessuno che non abbia perso una persona molto importante nella propria vita, è un tema che bene o male tocca tutti. Certo ognuno di noi soffre per la perdita a modo suo e credo che il grado di parentela o l’entità dell’amore che si  prova per quel qualcuno non conti molto. La sofferenza rimane tale come l’amore! Quando si ama inevitabilmente si soffre quando quel qualcuno ci viene a mancare. Come chiunque su questa terra, anche io ho perso degli affetti, ma l’unica volta che ho fatto i conti con la vera sofferenza è stato quando ho perso mia sorella, certo una forma d’amore diversa ma pur sempre dolorosa! Secondo me l’amore per un uomo, un compagno o un marito non costituisce la certezza di sempre, siamo noi a costituirla per noi stessi.

Secondo lei in che modo possiamo costruire certezze?
Mah, non credo che ce ne siano, anzi forse l’unica è proprio la morte. Non voglio sembrare negativa né tanto meno disfattista, perché sono l’esatto contrario. Tuttavia credo fermamente che la prima certezza che dobbiamo avere nella vita è credere in noi stessi, in quello che siamo e in quello che facciamo, in quello che dimostriamo al nostro prossimo. Solo così possiamo crearci un futuro certo e consapevole.

Perché oggi la depressione è molto diffusa rispetto al passato?
Il benessere e il miglioramento della qualità della vita hanno fatto in modo che la gente non apprezzi più nulla. Non si da peso più a niente, non si riesce ad apprezzare le piccole gioie della vita quotidiana, ma soprattutto si vuole sempre di più e lo si vuole subito. Chi non arriva a realizzare i propri obiettivi, talvolta anche senza impegnarsi più di tanto, comincia a destabilizzarsi, diventa scontento, amareggiato, perfino arrabbiato. Dovremmo impegnarci di più ad apprezzare un grazie, un sorriso o una bella giornata di sole, invece di affannarci nel cercare qualcosa che forse è proprio davanti ai nostri occhi, troppo presi da altro per accorgercene!

Il messaggio principale del suo romanzo quale vorrebbe che fosse per i suoi lettori?
È un romanzo che fondamentalmente parla d’amore in tutte le sue diverse forme: l’amore di un padre e una madre preoccupati per una figlia, quello per un amore perduto, ma soprattutto quello per uno nuovo e travolgente. È un romanzo che parla della perdita ma soprattutto della rinascita. Mi piace pensare che il lettore si immedesimi nei personaggi e che riesca a trarne la forza e la passione con cui vivono le loro emozioni, mi pace credere che il lettore possa dire a se stesso “ce la posso fare, niente è perduto”, perché il punto è proprio questo: arrendersi vuol dire non vivere e vivere vuol dire combattere per la propria serenità.

Chi è Monica Pizzi nella quotidianità?
Sono una normalissima mamma e moglie con le incombenze di tutti i giorni. Cerco di ritagliarmi degli spazi per leggere e per scrivere, sono le due cose che mi aiutano a mantenere basso il livello di stress, leggere e scrivere mi calma. Sono una persona molto positiva, che cerca di vedere il lato buono e bello in ogni cosa, infatti prendo un sacco di fregature! Mi piace ascoltare musica e farla ascoltare ai miei bimbi, ballo con loro davanti al televisore fino a che cadiamo esausti, mi piace ascoltare la loro visione del mondo, il più delle volte è illuminante. Monica è questa, con un piede tra le nuvole e l’altro ben saldo in terra!

Cosa pensa della narrativa odierna? Come possiamo distinguere quella di qualità da quella di massa?
Oggi la narrativa si è ampliata in maniera esponenziale e non è facile districarsi nella scelta di cosa leggere. Io parto da un presupposto: cerco di leggere un po’ di tutto per farmi un’ idea più specifica di ciò che mi piace, o al contrario, di quello che proprio non mi soddisfa. Spesso accade che leggo cose che non mi appartengono eppure alla fine riesco ad apprezzarle, credo che oggi la scelta della lettura indipendentemente se sia un classico o meno sia molto soggettiva.

Quali sono i suoi libri preferiti?
Partendo dal presupposto che amo leggere piuttosto che vedere un programma in tv leggo davvero di tutto, sperimento anche letture da cui non sono attratta, proprio per ampliare i miei orizzonti. Detto questo la letteratura rosa mi piace moltissimo, il che, da un certo punto di vista potrebbe essere considerato un discorso generalizzato, dato che anche nei libri di racconti horror nascosta da qualche parte esiste una storia d’amore. Principalmente mi piacciono le storie che finiscono bene, altrimenti non finirebbero affatto, no? Sono romantica, una sognatrice, ma mi piacciono anche le complicazioni, quindi romanzi in cui ci sia un po’ di giallo, di intrigo e di suspense (l’ultimo che ho letto è Aspettando domani di G. Musso). Adoro i testi di storia, soprattutto quelli che raccontano della vera vita di Gesù (l’ultimo che ho letto è Il codice segreto del Graal di Hopkins, Simmans e Wallace-Murphy)  e testi che parlano di terapia regressiva  (l’ultimo che ho letto Molte vite, un’anima sola B. Weiss).

 

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist

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