Nicola Genga: populismo e politica francese

In vista del suo ultimo libro abbiamo incontrato lo scrittore Nicola Genga, dottore di ricerca in “Linguaggi politici e comunicazione”. Collabora con le cattedre di Scienza politica e Filosofia e Analisi delle Istituzioni nel Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università Sapienza di Roma, dove partecipa al coordinamento dell’Osservatorio Mediamonitor Politica. È inoltre ricercatore presso il Centro per la Riforma dello Stato (Crs) e ha svolto attività di studio e ricerca nelle università “René Descartes – Paris V” e “Paris XII – Val de Marne”.
Si occupa di linguaggio politico e analisi dei fenomeni politici in prospettiva comparata, con particolare attenzione ai temi del populismo, dei rapporti tra media e politica, della personalizzazione della leadership e dei partiti.


Il Front National da Jean-Marie a Marine Le Pen. La destra nazional populista in Francia e Le Pen, sono temi attuali e difficili da affrontare, come è nata l’idea di scrivere questo libro?
L’idea di scrivere questo libro è stata quasi una coincidenza, ho affrontato il tema fin dalla tesi di laurea. Ho scritto poi altre cose e mi sono specializzato nel populismo e nella politica francese.

Politica certamente nel tuo saggio, ma anche attualità se si pensa a come la Francia sta vivendo il difficile momento di integrazione con i musulmani più radicali: cosa pensi su questo momento e come dovrebbe essere affrontato?
Ho voluto analizzare il passaggio da padre in figlia. Devo dire che l’attualità e gli ultimi fatti mi hanno aiutato molto.

Chi è Marine le Pen e come si differenzia dal padre?
Viene percepita diversamente dal padre, anche solo per il fatto di essere una donna. Afferma di voler sostenere i valori repubblicani, ma la sua visione di repubblica è circoscritta alla nazione. Nel suo messaggio ci sono elementi di persistenza dell’anima nazionalista della Francia e una riformulazione dei contenuti, che però restano ancorati alla tradizione.

Marine le Pen e Charlie Hebdo?
Tornando a Charlie Hebdo, Le Pen non ha partecipato alla grande manifestazione fatta da tutte le autorità politiche in quanto non è arrivato l’invito ufficiale e per questo motivo ha scelto di fare una contromanifestazione per lanciare una lunga campagna elettorale per le dipartimentali e le regionali.

Qualcosa sui libri precedenti?
Ho curato Miti e realtà della Seconda Repubblica e ho scritto Le parole dell’Eliseo, dove ho parlato di come i presidenti francesi si rivolgono ai cittadini. Prima vi era un rapporto pedagogico, oggi più demagogico.

Sei un ricercatore e non è facile in questo periodo in Italia, come stai vivendo questo momento?
Fare il ricercatore è la mia passione, per il futuro ho ansia e timore visto il quadro regolamentare che cambia velocemente. Il nostro lavoro è sottopagato, ma quello che ci ripaga è la ricerca di visibilità. Lavorare al Centro Riforma per lo Stato, fondato da Ingrao è un onore perché è un ente prestigioso. Oggi questo ente diventerà la Fondazione-Archivio Ingrao.

Il libro è uscito da poco, come stanno rispondendo i lettori?
Il pubblico risponde bene, sto avendo richieste di varie presentazioni, essere ospitato da Rai Parlamento è stata un’esperienza gratificante e positiva.

Tornando a te, tre aggettivi che ti descrivono?
Curioso, perseverante e paziente.


Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice