Rosa Ventrella: il destino nella vita dell’uomo

L’amore descritto dal punto di vista di uomo, ma narrato dalla penna di una donna. L’ultimo romanzo della scrittrice ci riporta negli anni Trenta, nella città degli innamorati, e il caso prende il sopravvento. Rosa Ventrella, nel suo libro, ha deciso di lasciar agire il destino, così Innamorarsi a Parigi diventa il simbolo della vita, di quelle azioni che “vanno come devono andare”. Abbiamo avuto la possibilità di conoscerla e di capire quanto il destino, nella qualità di scrittrice, è stato importante soprattutto per lei.

Quando e in che occasione il suo primo approccio alla scrittura?
La passione per la scrittura mi accompagna sin dall’adolescenza. Impazzivo per i racconti di mia nonna, un’autentica narratrice, per le sue storie di guerra e di emigrazione. A lei devo il mio amore per la Storia e per la narrazione. Ho scritto il mio primo romanzo a 13 anni. Lo conservo ancora con affetto. Un giorno, ero in seconda media, la mia insegnante di Lettere, una suora severa e anziana, convocò i miei genitori. Ero terrorizzata, perché non riuscivo proprio a immaginare cosa avessi mai fatto di male. E invece si espresse con queste esatte parole: «Qualunque cosa dovesse fare vostra figlia nella vita, fatela scrivere». Direi che ho seguito il suo consiglio!

Di cosa parla il suo ultimo testo Innamorarsi a Parigi?
Mi piaceva provare a parlare di amore, passione, ossessione dal punto di vista di un uomo. Ho sempre considerato gli uomini più duri, meno istintivi e fragili quando si tratta di sentimenti, così ho voluto sperimentare questo viaggio nell’universo maschile. Di certo è stata un’esperienza bellissima, visto che l’ho condivisa passo dopo passo con mio marito. Mi piace definire Innamorarsi a Parigi un romanzo di formazione, un viaggio introspettivo del protagonista, Giulio, alla ricerca di se stesso.

Secondo lei, quali testi si devono assolutamente leggere almeno una volta nella vita?
Posso dire quali sono i testi a me più cari. Credo che siano tantissimi i libri da cui possiamo trarre qualcosa. Riduttivo farne una selezione. Di certo, ci sono alcuni capolavori che ho letto più di una volta, e questo forse ha un significato più profondo: L’amore ai tempi del colera, Cent’anni di solitudine, Suite francese.

A quale dei suoi libri è particolarmente legata e perché?
Sicuramente a Innamorarsi a Parigi. Una volta, molti anni fa, mio marito mi ha detto che, se anche ci fossimo persi di vista per un po’ (abbiamo vissuto molti anni a distanza prima di sposarci), lui era convinto che in ogni caso sarei stata nel suo destino, e prima o poi ci saremmo ritrovati. Questa affermazione mi ha talmente colpito che per anni ho riflettuto sull’idea di scrivere un romanzo sulla forza del destino. Innamorarsi a Parigi è il libro cui ho lavorato per più tempo. Volevo che rendesse esattamente l’idea della complessità dei sentimenti che possono legare un  uomo e una donna. L’idea che avevo nella mia testa e nel mio cuore, ovviamente. Di solito impiego cinque, sei mesi per scrivere un romanzo, Innamorarsi a Parigi è nato dopo circa due anni di lavoro, per questo è il libro cui tengo di più in assoluto.

Chi è Rosa nella vita di tutti i giorni?
Una mamma, una moglie, una lavoratrice, una grande sognatrice, una donna assolutamente comune!

Per quale motivo le piacerebbe essere ricordata dai posteri che leggeranno i suoi libri?
Questa è una domanda davvero difficile. Spero di comunicare emozioni, di far sognare per qualche ora, di provocare in qualche modo una sorta di ragionamento interiore in chi legge i miei libri. Entrare nel cuore di un’altra persona è, in ogni caso, un miracolo!

Ci sono altri progetti culturali in cantiere?
La scrittura mi accompagna quotidianamente, quindi sono una scrittrice che di solito produce molto. Ho appena ultimato il mio nuovo romanzo, ispirato a un personaggio singolare della mia famiglia realmente esistito. Un lavoro cui tengo molto e nel quale ripongo grande fiducia!!!

 


Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist