La scrittura di Gianni Agostinelli

Sabato 9 maggio a Tivoli alle ore 18:00 presso la libreria “Porta Gialla” lo scrittore Gianni Agostinelli presenterà il suo romanzo Perché non sono un sasso. In anteprima ho voluto intervistarlo per sapere qualcosa in più sul suo libro e sulla sua passione per la scrittura.

Perché non sono un sasso, un titolo particolare perché hai scelto di dare questo titolo?
Il titolo viene da un sentimento che il protagonista del romanzo si porta dietro fino alla fine. Preferirebbe essere un sasso piuttosto che prendere la vita in mano e pensare, e reagire a quello che ha intorno. Un titolo e quindi un sentimento che arriva anche da molte letture fatte e anche molta musica ascoltata, come Gli spietati che è una canzone dei Baustelle.

L’Italia di quegli anni importanti dove vi era la voglia di conformismo e quel senso di appartenenza al proprio Paese, oggi come vedi questa nazione, da cui molti fuggono: si sente ancora quel senso di appartenenza?
Se “senso di appartenenza” lascia intendere l’essere o credersi tutti insieme e di conseguenza migliori di quelli che siamo oggi, secondo me è bene non aspettarsi nulla. Siamo stati sempre questi anche quando le cose andavano meglio. Non è col Pil che una persona migliora. Il senso di appartenenza bisogna trovarlo ognuno per proprio conto e ognuno deve trovarlo con se stesso. La lotta più grande è sempre personale e penso duri tutta la vita. Poi arriva tutto il resto, la famiglia, il “noi”, la patria anche. La storia ci gira attorno.

Matteo e il signor Alunni, qualcosa su essi?
Matteo è un irrisolto, gira in auto spiando le vite degli altri per capire come fanno quelli a stare al mondo. Trova, e invidia, storie normali, spesso di miseria umana. L’unica persona “diversa” è il signor Alunni che incontra casualmente in un bar. Lo idealizza come una guida spirituale, gli vorrebbe consegnare la sua vita, si aspetta da lui l’impossibile. Alunni invece è un vecchio, logorato, e insieme formano una coppia disperata che sconfina anche nel comico.

Tornando a te, giornalista, scrittore e libraio a quale di queste sei più legato?
Quella che voglio più di tutte, cioè scrittore. Anche se in fin dei conti esisti e non esisti.

Uno scrittore a cui sei più legato?
Gli unici che sono sopravvissuti ai tanti innamoramenti e che da anni sono ancora i miei preferiti sono Raymond Carver e Thomas Bernhard.

Tre aggettivi per descriverti?
Non ce la faccio.

 


Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice

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