Conoscevo un angelo – Guido Mattioni

Di recente uscita è il terzo libro del giornalista scrittore Guido Mattioni, conosciuto ai più per il caso editoriale di Ascoltavo le maree e, poi, per Soltanto il cielo non ha confini, naturalmente letti su queste pagine. Conoscevo un angelo conferma lo stile eclettico di Mattioni, il suo donare voce alla scrittura e rendere ogni pensiero in armonia con la natura madre dei territori d’America. E un altro omaggio a questa terra nuovamente fa: se con il primo romanzo ci ha portato a conoscere romanticamente Savannah (di cui difficilmente possiamo dimenticarci) e a specchiarci nelle acque del Moon River, con il secondo, di stampo più giornalistico, della “Merica dura” del confine, ci ha introdotto nella foce del Rio Grande la cui natura diventa imponente, a volte buia e matrigna, a volte speranzosa e benigna. Con l’ultimo prodotto, invece, ha dato voce a una “strada”, dove si sono intersecate diverse vite, le stesse che si sono nutrite di anima e libertà autentiche. Si tratta della vecchia Number One, una strada dove ormai non passa più nessuno, perché tutti preferiscono la Interstate, figli della fretta che non può permettersi di guardare altrove e distrarsi. Così se per sbaglio (o per fortuna) qualcuno nato sotto una buona stella sbaglia e la imbocca conosce una realtà nuova, dove gli angeli possono comunicare e vedere, dove il cielo e la terra si intrecciano regalando ai suoi passanti il frutto del sogno umano simile alla libertà interiore, oggi solo di rado percepibile.

Il romanzo racconta in prima persona di un uomo che nel mezzo della vita (50 anni) – quando i dubbi diventano certezza e quando è possibile cambiare direzione con gli occhi della maturità -, viene colpito da un ictus e quindi paralizzato sulla sedia a rotelle, un uomo che, con la sua famiglia prima e da solo poi, ha viaggiato per le strade d’America e in questi viaggi, attraverso flash back ricorda le persone incontrate. Permane nello stile dello scrittore questo voler dare importanza alla natura e al carattere delle persone dai tratti fisici particolari e degni di memoria. Racconta di un angelo pronto a salvarci ogni volta che decidiamo di aprirgli la porta e guardarlo negli occhi.

Prendi nota di tutto ciò che vedi, ricorda i posti che visiti, fotografane a mente ogni possibile dettaglio. Se puoi, impara ad annusarne anche l’aria: credimi, ci sono un sacco di informazioni negli odori. […] Ma prima di ogni altra cosa, scolpisciti nella memoria gli occhi della gente. Mi raccomando Howard, perché è lì dentro che sono scritte le persone: negli occhi. È soltanto lì dentro che puoi leggere il prossimo.

Johnson il Rosso, è così che si chiama il protagonista per una serie di motivi dettati dal caso, è uno che sulla strada ha cercato e realizzato il suo destino, è colui che ha seminato e raccolto sguardi in ogni dove, è un uomo che ha deciso di vivere accanto a una donna di nome Eudora “buon dono”, dimostrando a tutti che è possibile cambiare strada (e vita), non con le ruote delle gambe ma con gli automatismi della testa, quando vogliamo. Mattioni ancora una volta si sofferma a narrare di quella America dei pochi eletti portatori di valori sani, quali il rispetto, l’umiltà e il timore di quel Dio comune a tutti quelli che non hanno bisogno di un credo specifico, ma che riconoscono nella quotidianità e nella generosa ospitalità di chi è cresciuto “senza fretta” e con il cuore a disposizione del prossimo.

Guardammo insieme in direzione dell’oceano, nero e immobile davanti a noi, solcato soltanto da una lunga riga argentata: una pennellata di luna. Tutto attorno, nell’aria, c’era odore di bassa marea. Arrivava forte e tiepido dai canali rimasti quasi senz’acqua: era quel profumo stordente, umido e incredibilmente femminile che ha Madre Natura in quegli angoli di mondo dove terra e acqua si accoppiano, diventando un tutt’uno.

Sulla “strada” di questo romanzo conosciamo tanti personaggi, ognuno dei quali pronto a regalare un messaggio da conservare nella propria scatola di latta, da aprire alla prima occasione o lasciare in eredità alle future generazioni. Nostalgico sembra ancora lo scrittore, ma di una nostalgia sana, magica, e quasi malinconica che oggi non aleggia quasi più nell’aria. Se in Ascoltavo le maree mi ha particolarmente emozionato, portandomi quasi alle lacrime, in Soltanto il cielo non ha confini mi ha regalato la grinta e la forza di credere nei sogni, mentre in Conoscevo un angelo mi ha ricondotto alla voglia di scoprire nuovi orizzonti intimi, insieme alla lucidità di dire che per diventare adulti dobbiamo necessariamente percorrere una via, giusta o sbagliata che ci faccia diventare uomini e donne pronti ad affrontare il presente coronato di amore verso il prossimo, parola tanto amata in questo romanzo, e spesso pronunciata spropositamente nel linguaggio di tutti i giorni. Forse Mattioni ha voluto omaggiare il suo prossimo, con un libro denso di emozioni scandite dal tempo e da Madre Natura onnipresente nella sua scrittura, guida per una vita semplice, e per questo motivo migliore.

 

Conoscevo un angelo
Guido Mattioni
Ink, 2015
Pagine 166
Prezzo di copertina € 14,00

 

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist

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