Il mondo onirico di Riccardo Gramazio

Qualche giorno fa abbiamo letto il testo Sonnifera, che preannuncia una storia compresa tra sogno e realtà, dove il personaggio principale attraverso le sue scelte appare fragile e critico nei confronti di se stesso. Scritto da Riccardo Gramazio abbiamo voluto approfondire la sua conoscenza facendo qualche domanda giusto per capire come mai capita di ritrovarsi avvolti nella negatività e in che modo è possibile trovare il giusto percorso.

Come mai ha scelto come titolo Sonnifera?
La scelta del titolo rappresenta per me un vero problema. Mi risulta sempre difficile battezzare un lavoro e spesso impiego molto tempo per riuscire nell’impresa. In questo caso, a stesura ultimata, ho cercato qualcosa che potesse suonare epico e morbido al contempo, qualcosa che non desse particolari punti di riferimento agli eventuali lettori e che richiamasse in qualche modo il mondo onirico. Mi sarebbe piaciuto intitolare il romanzo Odissea o Divina Commedia, ma ho scoperto che in catalogo già esistono, e sono piuttosto celebri. Ironia a parte, sono soddisfatto.

In che occasione ha scritto il romanzo?
In quel periodo ero molto arrabbiato e avevo bisogno di sputare i miei tormenti. Sì, a ispirarmi è stata soprattutto la rabbia. Ero ossessionato dalla negatività del mondo e non riuscivo a dare un senso a nulla o quasi. Volevo una storia forte, tagliente, carica di energia, che toccasse gli aspetti della nostra vita, tanto grande quanto misera. E volevo una colonna sonora rock, dura, viscerale, ma alla portata di tutti.

In quale personaggio si identifica?
Io e Terry, il protagonista del romanzo, siamo abbastanza simili. Entrambi ci lasciamo sopraffare dalle emozioni, dalle situazioni, e fatichiamo per raggiungere un minimo di equilibrio. Credo che Terry rappresenti la versione esasperata di me, quella selvaggia e indomabile. Qualcuno lo ha reputato eccellente, carismatico e incredibilmente complesso. Sono molto fiero di lui…

Ci racconta l’esperienza dell’iter editoriale?
Una volta terminato il lavoro, mi sono armato di pazienza e ho contattato le case editrici. Per fortuna la proposta di Lettere Animate è arrivata presto, salvandomi probabilmente da un cumulo insostenibile di frustrazione. È ancora presto per poter tirare le somme, ma credo fortemente nel lavoro di Lettere Animate, una realtà editoriale attiva e zeppa di entusiasmo. La speranza è quella di raggiungere più persone possibili.
Non nutro particolare interesse per i guadagni. Ciò che per me conta, che conta davvero, è riuscire a comunicare. Vedo il compenso come una sorta di offerta da parte del lettore, un gesto di stima. E poi, con il mercato in piena crisi e con la gente poco disposta a spendere, è un’utopia pensare di vendere molto, a maggior ragione se ancora non hai dimostrato niente. Quindi, ben vengano le iniziative del mio editore, quali promozioni e free download, che permettono a un nuovo autore di farsi leggere da tanti. Se poi piaci abbastanza, tutto viene da sé.

Di cosa si occupa?
Mi alzo presto per onorare lo stipendio. Il resto è equamente diviso tra famiglia e progetti artistici.

Libro e scrittore preferiti?
Leggo di tutto e senza particolari preferenze. Se proprio devo indicare un titolo, beh, Fight Club di Palahniuk ha cambiato notevolmente il mio modo di pensare.

Messaggio ai posteri?
Non mi reputo un grande maestro di vita e non penso di aver raggiunto un gran livello di saggezza. Ho più domande che risposte. Ecco, forse tutti quanti dovremmo avere l’onestà di chiedere, chiedere sempre, e il coraggio di ammettere le nostre incertezze. Non vado troppo d’accordo con le persone “prive di dubbi”, con i pregiudizi e, soprattutto, non valuto un individuo per il ruolo sociale o per la busta paga.

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist