La Signora di Ellis Island – Mimmo Gangemi

Si tratta di una meravigliosa saga familiare, che percorre tutta la storia del Novecento, l’emigrazione in America, la guerra fino al colonialismo in Africa, la sofferenza, la povertà e il riscatto sociale. Il tema del La Signora di Ellis Island è quello che hanno vissuto i nostri avi, come ad esempio mio nonno, che vedeva nella “Merica” la luce della speranza, il bagliore di una vita migliore. Così accade al protagonista del romanzo di Mimmo Gangemi (intervistato qualche tempo fa), Giuseppe, che dopo giorni e giorni per toccare questo Nuovo Continente, parte dall’Aspromonte senza la certezza di un domani, con l’intenzione di scegliere il proprio destino, e non subirlo come spesso accadeva.

Era che, di fronte all’incerto destino, di fronte al tetro piroscafo e al ventre buio pronto ad accoglierli, di fronte a una decisione non più sovvertibile, sentivano insopportabile il peso del distacco, sentivano gonfiare l’ansia per un’avventura che si sarebbe spiegata appena messo piede a bordo. Così, i luoghi di provenienza si tingevano di una luce ovattata che ne rendeva meno sgradevole il ricordo. Ed esplodeva il rimpianto.

Nell’approdo a Ellis Island nulla è facile, perché vige “la diffidenza, da sempre risorsa dei poveri”. «Ricordatevi che all’arrivo i vostri peggiori nemici sono i paesani», come dargli torto? Anche oggi, all’interno della stessa nazione c’è sempre quella invidia di chi è riuscito a crearsi la stabilità, in terra straniera, nei confronti dei nuovi arrivati forse per timore di essere spodestato. Un libro intenso, dove tragicità e commozione si interconnettono, un racconato che mi ha fatto avvicinare alla morte, quella dei minatori che per due lire (o due dollari) sopportavano condizioni a dir poco obbrobriose, un testo dalla penna dura, ma importante e impreziosita dalla scrittura di questo autore, consapevole del suo talento. Una lezione di vita ancora contemporanea, anche se proiettata nel secolo scorso:

Guardatevi dai paesani che non conoscete, da quelli che vengono con il sorriso e sembra che vi vogliono solo favorire per bontà di cuore. Non vi fate cambiare i soldi da loro, vi imbrogliano. Non acconsentite se si offrono di aiutarvi con i bagagli, capace che ve li rubano.

Giuseppe, che attraversa la storia senza diventarne protagonista appieno, più vittima che artefice degli eventi, torna in Calabria, riparte per la guerra, torna vivo, si crea una famiglia e ha dei figli. Dall’avvento del fascismo all’avventura coloniale, il romanzo è un vero viaggio nella storia del costume italiano.

Uno spaccato della società meridionale, con dei valori troppo radicati nella mente del popolo meridionale (come la fede religiosa e le “magarie” ad essa interconnesse seppur opposte), con la lucidità dell’essenziale, senza lasciarsi influenzare dagli eventi della cronaca attuale. A seguire da lontano e a salvare dalle difficoltà Giuseppe è una signora vestita d’azzurro, (forse la Madonna?), che lo condurrà verso la compiutezza della sua vita. Mimmo Gangemi, che ha scritto questo testo per l’intima esigenza di rendere il giusto tributo agli avi e per riannodare il presente a coloro che ci hanno preceduto, oggi è noto al pubblico per il gran successo de Il giudice meschino, (da cui è stata tratta una fiction in Rai), per Un acre odore di aglio (di recente uscita) e per tutte le meritate onorificenze ricevute. Con La Signora di Ellis Island ha esordito brillantemente, dimostrando le capacità di colui che merita un posto di rilievo nella Letteratura di qualità.

 

La Signora di Ellis Island
Mimmo Gangemi
Einaudi, 2011
Pagine 626
Prezzo di copertina € 19,50

 

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist