L’allegra apocalisse – Arto Paasilinna

Autore di culto in patria ma molto noto anche all’estero, Arto Paasilinna è uno dei più famosi scrittori finlandesi, che per l’acutezza nel cogliere nel vivo lo spaccato di un’epoca e di una nazione e soprattutto per la sconcertante sensibilità nei confronti della natura, derivante dalla propria esperienza personale di ex guardaboschi ed ex poeta, è riuscito a imprimere nell’attenzione dei lettori il nuovo genere del romanzo umoristico-ecologico, dove cioè un inedito rapporto tra uomo e natura è spesso la tematica che ricopre il ruolo di spicco.
È quello che succede ne L’allegra apocalisse, ultimo titolo pubblicato in Italia anche se risale al ’92, una storia incredibile che inizia in sordina ma poi si scatena in un irrefrenabile fuoco d’artificio di assurdità: immaginate che un vecchio comunista “grande bruciachiese” giunto in punto di morte abbia destinato tutti i suoi beni alla costruzione di un tempio; immaginate che tale inspiegabile testamento venga preso con la massima serietà da una comunità di operai e artigiani che si impegnano ad ogni costo a erigere la chiesa; e immaginate che attorno a questo strano santuario silvestre cresca una bizzarra comunità sorta praticamente per caso, dedicandosi alla caccia, alla pesca, al giardinaggio, a festeggiare allegramente le proprie festività… Bene, ora provate a immaginare che lo sfondo “mondiale” nel quale questa comunità autarchica, prospera e gaudente si autogestisce sia niente meno che l’Apocalisse: infatti un’enorme sbronza collettiva a New York per i festeggiamenti del nuovo Millennio e lo sciopero dei netturbini di Manhattan hanno scatenato una catastrofe ecologica, Parigi è sotto sei metri d’acqua e i pesci nuotano dentro e fuori dai caffè di Montparnasse, a San Pietroburgo è esplosa una centrale nucleare, l’economia globale è crollata e si scatena la Terza guerra mondiale. Ma non basta! Ci sono le bombe atomiche, addirittura il passaggio di una cometa che sconvolge il mondo ruotando l’asse terrestre, e tutto questo si svolge in un trentennio – dal 1992 al 2024 – mentre in mezzo ai boschi del Kainuu, Finlandia centrale, lo scombinato manipolo di geniali e testardi personaggi paasilinniani prosegue indifferente la propria vita, costruendo giorno per giorno una comunità che si vale del rapporto con la natura mentre il pianeta intero va in malora.

Fuori la natura dormiva: i galli forcelli si seppellivano nei loro buchi profondi nella neve, gli scoiattoli se ne stavano rannicchiati gli uni sugli altri nei nidi tappezzati di barba di bosco, mentre l’orsa, la regina delle foreste di Valtimo, sonnecchiava i suoi sonni invernali sognando i festini dell’estate passata, le more di palude che si dondolavano sui loro steli tra i ciuffi di muschio. E quello squisito postino in pensione.

In questo romanzo sembra delinearsi a meraviglia il ritratto dell’umanità come la desidererebbe l’autore: un’umanità in grado di costruire una simbiosi perfetta con i propri simili, capace di trarre il meglio dal peggio anche nelle situazioni più improbabili, e fondare su uno spirito affermativo e propositivo la sua idea dei rapporti umani, una rete di mutue interazioni reciproche volte al miglioramento della condizione di vita.
In tutti i romanzi di Paasilinna succede qualsiasi cosa, ma questo si differenzia dagli altri per la lunghezza dell’arco temporale scelto, e per il fatto che vediamo crescere e invecchiare i personaggi di pagina in pagina finendo per affezionarci a loro e alle loro idiosincrasie come se si trattasse di uno strano parentado.

Pare difficile che in tale cornice naturalistica l’autore riesca a incastonare autentiche provocazioni, vere e proprie prove di dissacrante bravura nello smascherare e ridicolizzare i tic  e le ipocrisie della vita moderna, o a caricare con la forza d’urto della propria sbrigliata ironia persino quella tematiche che un certo perbenismo non vorrebbe veder chiamate in causa. In fondo Paasilinna rappresenta la parte anarchica e sovversiva latente in ognuno di noi, e a leggere di questi bizzarri uomini finlandesi si scopre di ritrovarcisi benissimo, poiché la serie di episodi paradossali, raccontati con stile rapido, schietto, vivido, a tratti quasi naïf, e lo snodarsi di peripezie in un crescendo di stravaganza e pungente umorismo, rivela sempre in controluce il cuore e il sorriso dell’autore, e ci induce a pensare che, sotto gli strati e strati di “educazione”, il legame con l’ancestrale non si sia affatto affievolito, mantenga anzi intatta tutta la sua potenza, esercitando il fascino del viaggio iniziatico che porta allo stesso tempo più lontano – dalla società organizzata e i suoi automatismi – e più vicino – alle proprie aspirazioni autentiche, al coraggio di inseguirle.

 

L’allegra apocalisse
Arto Paasilinna
Iperborea, 2010
Pagine 320
Prezzo di copertina € 16,00

Teodora Dominici

Articolista, collaboratrice editoriale free-lance e scrittrice in pectore

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