Le Vie dei Canti – Bruce Chatwin

Chi ama scoprire la natura dell’uomo, la sua origine e la sua intenzione può avventurarsi a leggere il libro di Bruce Chatwin dal titolo Le vie dei Canti. Bisogna appassionarsi al genere, o in qualche modo essere esperti di teorie animiste perché l’autore, raccontando di aborigeni vuole scoprire quali sono le vie di questi uomini che “cantando” hanno dato origine alla loro specie o cultura. Un testo difficile per certi aspetti, che non ha mezze misure, o lo si ama o lo si odia e dunque il rischio può essere quello di abbandonarlo. Egli parla di questi uomini, non per forza in maniera positiva, racconta degli spostamenti e di quanto il continuo viaggiare sia utile all’uomo per riscoprire e amare la propria terra di origine. Solo andando via, infatti, si può avere una cognizione autentica del luogo natìo e amarlo. Chi invece resta fermo potrebbe incorrere alla morte dell’animo.
Ci sono dei parallelismi con la civiltà capitalistica che in Australia convive con quella aborigena e oltre a sottolinearne le differenze Chatwin viene a conoscenza di come le merci di scambio simboleggiano le intenzioni, ovvero di incontrarsi anche per combinare matrimoni, cantare, danzare e condivisione di idee e risorse.
In questo popolo aborigeno che apparentemente è passivo c’è un potere terrificante: sta a guardare manipolando il senso di colpa dell’uomo bianco, e cantando diventa capace di far addirittura morire un uomo.

Oggi più che mai, disse, gli uomini dovevano imparare a vivere senza gli oggetti. Gli oggetti riempivano gli uomini di timore: più oggetti possedevano, più avevano da temere. Gli oggetti avevano la specialità di impiantarsi nell’anima, per poi dire all’anima che cosa fare.

I canti, che hanno un potere enorme nella vita dell’uomo perché lo ricongiungono alla madre terra che partorisce l’uomo, sono la forza del pensiero di questa civiltà nomade, che percorrendone le vie con dei riti appositi riesce a stare e a farsi forza con il solo pensiero devastando ogni tipo di potere fisico ed emotivo.

Più libri leggevo, più mi convincevo che i nomadi erano stati il motore della storia, se non altro perché i grandi monoteismi erano affiorati, nessuno escluso, dal mondo pastorale…

Grazie alla mitologia i giovani imparavano a orientarsi nella loro terra, e con la memoria degli antenati si riusciva a dare valore alla vita, interpretandone tutti i simboli. L’autore riporta tutte le riflessioni dei suoi diversi taccuini, che oggi conosciamo con il nome di moleskine, con citazioni di filosofi, scrittori e proverbi.

Le parole dei canti, le parole dei riti di purificazione e il significato dei canti erano tutto quello di cui aveva bisogno per viaggiare ovunque. Ed erano i canti a trovare le balene da mangiare e a portare i balenieri a casa.

Il canto scandisce il tempo e lo spazio dell’uomo, e i canti si trovano dappertutto in natura, come nei movimenti delle onde del mare, o nella pioggia, o ancora nel vento. Un testo “istruttivo”, e volendo anche di formazione, però di impatto filosofico e sociologico, un saggio per quelli che amano il genere, perché diversamente rischia di annoiare.

 

Le Vie dei Canti
Bruce Chatwin
Adelphi, 1997
Pagine 390
Prezzo di copertina € 12,00

 

 

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist