Coraline – Neil Gaiman

Avrei voluto consigliare Coraline di Neil Gaiman ai ragazzi, poiché l’opera nasce proprio come una favola che l’autore ha scritto per intrattenere le sue bambine. Gaiman, nato in Inghilterra nel 1960, è anche giornalista e sceneggiatore televisivo, nonché creatore di una serie a fumetti di culto intitolata Sandman.
La stesura di Coraline lo ha tenuto impegnato per molto tempo, tanto che l’ha iniziata per una delle sue figlie e l’ha terminata per l’altra, che nel frattempo era l’unica ad essere ancora piccola.
In realtà, il romanzo si presenta come un fantasy, ed ha dei risvolti “noir” troppo cruenti e troppo impressionanti per essere letto da dei bambini. È la storia di Coraline – che tutti chiamano Caroline –, una bambina molto sveglia, che a casa si annoia. In attesa che inizi la scuola, va continuamente in “esplorazione”, attirata da nuove scoperte e dall’ambiente circostante. I suoi genitori sono sempre molto impegnati e non sembrano prestarle attenzione, seppur prodigandosi affinché alla piccola non manchi mai niente di materiale.

In casa della famiglia Jones ci sono tredici porte che permettono di entrare ed uscire da stanze e corridoi. Ce n’è poi un’altra, la quattordicesima, che dà su un muro di mattoni. Oltre il muro, dovrebbe esserci un appartamento vuoto, ma quella che sembra la vita normale di una bambina in casa sua, si trasforma d’improvviso in un vero e proprio incubo.
Dietro quella porta, in realtà, c’è un corridoio scuro, e alla fine di quel corridoio un’abitazione identica alla sua, dove vive una donna uguale a sua madre, solo più alta, più magra e più pallida, che al posto degli occhi ha due bottoni cuciti con ago e filo.
La donna si dimostra amorosa e attenta ai bisogni di Coraline, ma la bimba intuisce subito che si tratta di una trappola.

E poi aggiunse: «Tu sai che ti voglio bene».
E, suo malgrado, Coraline fece segno di sì con la testa.
Era vero: l’altra madre le voleva bene. Però la amava come un avaro ama il denaro, o un drago ama l’oro. Negli occhi-bottone dell’altra madre, Coraline vide che lei era una sua proprietà, niente di più. Un animaletto il cui comportamento non la divertiva più.

Quella finta mamma ha rapito i suoi genitori e li tiene prigionieri, nascosti da qualche parte. A Coraline spetta il compito di trovarli e di liberarli, ingaggiando con l’altra sua madre una sorta di “caccia al tesoro” dove il vincitore avrà in premio la libertà, nel caso della bambina, e una figlia devota, in quello della donna.
Due sono gli aspetti simbolici di questo romanzo breve: l’espediente dello specchio, che da Lewis Carroll in poi è servito da “filtro” per riuscire a vedere quello che normalmente non si può. E infatti, saranno tante le “visioni” che Coraline avrà proprio attraverso lo specchio. E la trama, che si struttura come fosse una ragnatela pronta a dipanare i suoi fili mortiferi attorno alla bambina. Il ragno – la finta madre – è molto pericoloso e, alla fine, il parallelismo è palese con quella mano spettrale che se ne va in giro a cercare la chiave del suo regno perduto.

Fra gatti parlanti, topi musicisti e vecchie attrici che le abitano a fianco, toccherà proprio a questa bambina sconfiggere il buio. Perché i bambini, si sa, a volte riescono ad essere molto coraggiosi.

Quando hai paura di qualcosa, ma la fai comunque, quello è coraggio.

Fra la favola e il romanzo noir, Coraline è un libro incalzante, che cattura il lettore e non lo lascia fino alla fine. Da questa storia è stato tratto un film di animazione Coraline e la porta magica, nonostante figuri un protagonista che nella versione di Gaiman non c’è – un bambino, nipote delle anziane vicine di casa.
Forse è proprio vero che il pubblico dell’infanzia è molto meno impressionabile di quanto si pensi.
Perché i bambini sono in grado di distinguere il bene dal male e la realtà dalla finzione.

 

Coraline
Neil Gaiman
Mondadori, 2014
Pagine 182
Prezzo di copertina € 8,50

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa