Filippo Fabio Pergolizzi: libertà e scrittura

Curioso, schietto e sognatore è lo scrittore Filippo Fabio Pergolizzi, che con l’uscita del suo ultimo libro L’abbraccio dell’odio, trasmette al pubblico il suo amore per la scrittura. Lo abbiamo incontrato, e ha condiviso con noi emozioni, fantasia, esperienze e libertà di espressione.

L’abbraccio dell’odio, come è nata l’idea di scrivere questo libro?
La trama nasce poco più di cinque anni fa. Ѐ una storia arrivata nella mia mente come un fulmine a ciel sereno e, nonostante ci siano voluti anni per terminarla, a causa di problemi legati alla perdita di un componente importante della mia famiglia, immediatamente dissi “ho appena scritto un romanzo”. Immaginai le vicende dei personaggi come se le stessi vivendo da spettatore privileggiato, quasi come fossero le immagini di un film che scorrevano sullo schermo panoramico di un cinema, ma ne ero così vicino da poterne condividere i sentimenti, le parole, l’entusiasmo e le sofferenze degli stessi personaggi. Ѐ una storia che tocca anche temi molto attuali, seppure sia narrata in un arco temporale compreso tra gli anni ‘60 e ‘90.

Scrivere, cosa significa per te?
Condividere emozioni, fantasia, esperienze di vita personale e, attraverso queste, sentirmi libero di esprimere me stesso senza temere l’altrui giudizio, poiché anche un commento negativo può essermi utile e può spingermi a crescere ulteriormente come persona. La scrittura è una bellissima forma d’espressione, che mi aiuta a trasmettere chiaramente i miei pensieri a quei lettori che sanno ancora godere con gli occhi e festeggiare con il cuore, ma è anche un buon modo per lasciare una traccia di se stessi, una memoria del proprio passaggio in un dato momento storico, e credo che sia la migliore soddisfazione che uno scrittore esordiente possa ottenere.

Uno scrittore a cui ti ispiri?
Non posso dire di avere un unico modello di riferimento, poiché ho letto, e mi piace farlo tuttora, opere di molti autori di generi diversi, compresi documentari, ma ognuno di loro è sempre stata fonte d’ispirazione per la vita quotidiana. Ho letto molte opere di A. Christie, di J. Grisham, come a esempio L’appello, W. Smith, La spiaggia infuocata o Il settimo papiro, P. Cornwell Insolito e crudele, e così via fino a interessarmi di saghe fantastiche create da autori come Tolkien o la Rowling. Tuttavia non posso dimenticare le piacevoli letture delle opere di S. King, di U. Eco con Il nome della rosa, e libri immortali come Il vecchio e il mare di Hemingway o il Dracula di Stoker.

Una frase del tuo libro a cui sei più legato?
Seppure sia legato a molte frasi presenti nel libro, una di queste mi ha accompagnato a lungo e riguarda la descrizione di uno dei personaggi del romanzo: l’ispettore Trevor McCallister.
«I suoi metodi, rozzi e diretti, l’avevano reso imprevedibile e pungente, tanto da essere stato soprannominato il Mastino, per via del fatto che, una volta fiutata la preda, non si fermava fin quando la caccia non terminava con la sua cattura ed era proprio in quei momenti che il peso degli anni svaniva nel nulla».
Un personaggio che ho cercato di rendere vero, schietto, incorruttibile, che non si arrende facilmente davanti alle difficoltà, e che pur di giungere alla soluzione del caso è disposto a perdere tutto, rimanendo sempre se stesso.

Il pubblico come risponde ai tuo libri?
Ѐ un po’ presto per poter rispondere adeguatamente a questa domanda. Tuttavia, seppure non abbia ancora presentato ufficialmente il libro secondo i canoni dell’editoria, posso dire che il lavoro fatto finora in tandem dal sottoscritto e dalla Watson Edizioni, anche nella creazione della copertina, è riuscito a creare interesse e l’opera ha ricevuto apprezzamenti sia per l’argomento trattato, che per la sua imprevedibilità, seppure la trama possa sembrare scontata.

Progetti futuri?
Per il secondo trimestre del 2016 è prevista l’uscita del mio secondo romanzo, stavolta in chiave fantasy, sempre edita dalla CE romana Watson Edizioni che ha rinnovato la propria fiducia nel lavoro di questo piccolo autore palermitano, e per la quale non li ringrazierò mai abbastanza. Attualmente sto lavorando a un terzo romanzo, ancora in fase di studio e raccolta di informazioni, che sarà una sorta di spin off dedicato a un personaggio de L’abbraccio dell’odio.

Tre aggettivi per descriverti?
Curioso: Il sapere non è mai troppo, ed io ho sempre fame di sapere, di imparare, di conoscere. Credo che tutti noi dovremmo sempre approfondire le storie che ci vengono raccontate e decidere se crederci o meno solo dopo aver constatato personalmente.
Schietto: Sono un osservatore del motto “meglio una brutta verità che una bella bugia”. Non pretendo che anche gli altri lo siano, ma da parte mia avranno sempre una risposta sincera.
Sognatore: Nonostante i tempi cupi, non perdo mai l’occasione di sognare a occhi aperti. Cito una frase di H. Thoreau, un uomo che credeva nell’individuo e difendeva il suo stile di vita a stretto contatto con la natura: «Vai con fiducia nella direzione dei tuoi sogni. Vivi la vita che hai immaginato». Tutti noi dovremmo seguire i nostri sogni e fare di tutto affinché diventino realtà.

 

Claudia Crocchianti

Giornalista pubblicista e scrittrice

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