Giochi di ombre – Giovanna Evangelista

Presenta qualche ingenuità narrativa e alcune imprecisioni linguistiche, il romanzo della giovanissima napoletana Giovanna Evangelista (Lettere Animate, 2015). Come del resto è giusto che sia per una ragazza agli esordi, che sta facendo le sue prove giovanili.
Giochi di ombre si articola in due storie parallele, che in apparenza sussistono senza avere nulla in comune, ma che, a mano a mano che ci si addentra nella lettura, si scopre essere accomunate e divise solo da un arco temporale. Da una parte vi è Gaia che sta uscendo da una storia difficile, abbandonata dal marito Rick, allontanatosi da lei per motivi di lavoro. La donna cerca di uscire dall’inedia che l’ha colpita, iscrivendosi ad un corso di pittura, dove conoscerà un uomo in grado di farle ancora battere il cuore, e di aiutarla a coronare il suo sogno di diventare madre.
Dall’altra c’è Liam, un giovane studente innamorato di Elis, che pianifica insieme a lei l’inizio di una nuova esistenza. La vita di Liam è turbata, ogni notte, dallo stesso ricorrente sogno: una donna dal volto ovale, cinereo e privo di connotati, gli si rivela, ripetendo in maniera ossessiva la stessa frase.

Non preoccuparti, piccolo. Starai bene. Sarai felice.

Chi è quella donna? E perché non gli dà tregua?
Liam ed Elis presto comprendono che il ragazzo sta vivendo inconsciamente un ricordo legato alla sua infanzia, e decidono di recarsi nella vecchia casa dove lui ha vissuto, alla ricerca di qualche prova tangibile. Liam, infatti, è riuscito a captare da voci udite in casa che i suoi genitori gli nascondono un segreto, che assolutamente non intendono rivelargli.
Presto i tasselli del puzzle vanno al loro posto, ed è possibile dare un senso a queste due storie, che oltre ad essere differenziate per capitoli, riflettono anche due differenti font di scrittura, quasi a rimarcare una netta distinzione di un “prima” e di un “dopo” che intendono rimanere separati.

Sulla trama non vorrei svelare di più, perché è bene che il lettore arrivi da sé alla soluzione dell’enigma e comprenda il perché Liam sia assalito da incubi che attentano alla sua serenità.

Quelle parole non pronunciate danzavano intorno a lui in un’eco roboante, ritornandogli alle orecchie come sussurrate dal profondo delle sue viscere e della sua coscienza. E fu allora che la sua testa si sollevò, lentamente, e gli occhi si spalancarono. Non doveva farlo, ma non aveva controllo.
Le tenebre avevano vinto anche quella notte, come tutte le notti.

Senza dubbio, l’autrice scrive bene, anche se talvolta vi sono alcuni verbi non coniugati in maniera esatta o espressioni che rasentano modi di dire, piuttosto che un italiano corretto. Ma davvero poca cosa e niente che non si possa rimediare con una bella operazione di editing.

Piuttosto, quello che invece mi fa comprendere che l’autrice sia molto giovane e ancora in fase di sperimentazioni letterarie è il fatto che si sia soffermata in descrizioni dettagliate che avrebbero potuto essere compendiate. Per esempio le descrizioni dell’abbigliamento dei protagonisti, oppure della loro colazione al bar, con tanto di ordinazione nei particolari. Oppure ancora, le stanze di tutta la nuova casa di Liam ed Elis, che vengono passate al microscopio, quando invece ci si potrebbe focalizzare su altro o riassumere. Tali divagazioni, a mio parere, fanno perdere spessore alla trama, così come le spiegazioni di quello che il lettore dovrebbe comprendere da sé. Se un testo è ben scritto, non necessita di tante delucidazioni. È l’errore nel quale incappa lo scrittore inesperto che teme di non essersi spiegato bene e così facendo, risulta ridondante.

Soprattutto, mi chiedo il perché questo costante ricorrere al verbo “indagare” che si incontra per tutta la prima parte della storia di Liam, neanche avessimo a che fare con Sherlock Holmes in persona.
In quest’opera ho avvertito un mix di filoni narrativi: c’è il “romance” – molte sono le storie d’amore, descritte in maniera appassionata – unito al “mistery”, perché comunque vi è un enigma da risolvere. Al tempo stesso, è anche un romanzo d’introspezione, poiché Liam è alla ricerca delle proprie origini; così come il dramma esistenziale di una donna che non riesce a diventare madre.
Forse un progetto troppo ambizioso per una giovane scrittrice, che sicuramente in futuro saprà focalizzare le sue priorità. Senza dubbio la “stoffa” c’è. Con un po’ d’esperienza verrà anche il resto, ne sono più che certa.

 

Giochi di ombre
Giovanna Evangelista
Lettere Animate, 2015
Pagine 175
Prezzo di copertina € 1,99

 

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa