Il grande Gatsby – Francis Scott Fitzgerald

Comparso per la prima volta in libreria nel 1925, Il grande Gatsby è il capolavoro assoluto del romanziere americano Francis Scott Fitzgerald (1896- 1940). Dall’opera sono state tratte almeno due trasposizioni cinematografiche, dove ad impersonare la carismatica figura di Gatsby si sono alternati Robert Redford e Leonardo di Caprio.
È una dura realtà, quella che questo romanzo mette in scena: una New York travagliata da problemi di confronto e in cui si ha una reattività infinitamente fragile, evidentemente perché il mito americano soffre di una profonda crisi. Tutto ruota attorno al personaggio di Gatsby, archetipo di una società in dissoluzione, in cui chi è dedito all’alcol e si comporta da play boy costringe se stesso ad una lenta ed inesorabile distruzione.
James Gatz – Jay Gatsby – è figlio di poveri contadini che decide di cambiare identità dopo l’incontro con un ricco proprietario di yacht. Con l’aiuto di Mr. Dan Cody, Gatsby cambia look e va in Inghilterra dove frequenta Oxford, per poi fare ritorno in America, a Long Island, dove si arricchisce col contrabbando e soffoca con lo sfarzo un universo di dolore. La sua invincibile volontà di non fermarsi, lo fa proseguire nel proposito di diventare qualcuno. Come quella luce verde che, dal giardino della sua sontuosa villa,  vede dall’altra parte della baia. Il suo futuro – o almeno, quello che lui crede tale – è lì a due passi, ma Gatsby sa aspettare e non agisce d’impulso. Scopo è raggiungere il mito, che forse si ottiene con la morte del protagonista, assurda e senza un motivo. L’equivoco la fa da padrone, mentre la storia di Gatsby s’intreccia con quella di Nick, io narrante della storia.

Nick Carraway è un agente di cambio, vicino di casa di Gatsby, che dal suo giardino osserva la villa sempre illuminata, frequentata da gente che ogni sera presenzia alle sue feste.

Nelle notti estive, dalla casa del mio vicino si sentiva della musica. Nei suoi giardini azzurri uomini e donne andavano e venivano come falene tra i mormorii, lo champagne e le stelle. Durante l’alta marea del pomeriggio osservavo i suoi ospiti tuffarsi dal trampolino o prendere il sole sulla sabbia bollente della sua spiaggia mentre i suoi due motoscafi solcavano le acque dello Stretto, rimorchiando acquaplani tra cascate di schiuma.

La morte di Gatsby lascia il posto al rimpianto, e, da episodio marginale, diviene tragedia esemplare che va ad intaccare il mito di un’America dal sogno irraggiungibile.
Gatsby da giovane ha amato Daisy, e ancora l’ama. La donna è cugina di Nick, e lui spera di poterla incontrare dandole appuntamento proprio a casa del suo vicino. Daisy è però sposata col ricco e rozzo Tom Buchanan, che a sua volta la tradisce con Myrtle, la moglie del benzinaio Wilson.
Con la complicità di Nick e di un’amica di lei – una nota golfista -, Gatsby torna a frequentare Daisy, tanto da suscitare la gelosia del marito Tom. In un torrido tardo pomeriggio, di ritorno da New York, Daisy e Gatsby hanno un incidente ed investono proprio Myrtle, uccidendola sul colpo. Al volante c’è Daisy, ma Gatsby la protegge e si prende la colpa. Wilson, pazzo di dolore per la morte della moglie, uccide Gatsby e si toglie la vita. Daisy e Tom – e questa è la vera delusione -, riconciliati, continuano il loro ménage coniugale, sfarzoso e insulso.

L’assenza di autentici sentimenti d’amore determina un crollo degli affetti, dove implode una sorda idea di solitudine e di incomunicabilità. Le ingenuità di Gatsby e la sua proverbiale caparbietà nel conseguire un fine, lo portano verso un bilancio doloroso e un’assenza di legami. Il mito romantico di questo personaggio sta proprio nel realismo con cui l’autore lo analizza. Finché si dà, si viene posti su un piedistallo, poi quando si cade in disgrazia, nessuno viene al tuo funerale.
Ma il carisma di Gatsby ha determinato quel periodo. È lui “l’età del jazz”, è lui Fitzgerald stesso che, dongiovanni e alcolizzato, descrive un mito americano destinato al fallimento.

Il grande Gatsby
Francis Scott Fitzgerald
Feltrinelli, edizione 2013
Pagine 230
Prezzo di copertina € 6,80

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa