L’amore cattivo – Francesca Mazzuccato

Quando il senso di inadeguatezza si appropria di noi ciò che viene alla luce è il disagio nei rapporti con gli altri oltre che con sé stessi. E due “disagiati” sono Nora e Alessandro, i protagonisti de L’amore cattivo, firmato da Francesca Mazzuccato. Si tratta di due ragazzi che non sanno sostanzialmente amare perché nessuno ha insegnato loro a vivere serenamente il rapporto con l’altro. Essi proiettano i loro traumi nel rapporto e condividono ansie, paure e violenza in quello che è la parte degenerativa del sentimento che così si trasforma in malattia. L’autrice è brava a calarli nella società, perché i loro sembrano volti normali, gentili, apparentemente freschi e decisi a stare “perfettamente” nel mondo. Nel susseguirsi delle vicende che in qualche modo possono anche essere simili alle nostre si nota come costoro utilizzino lo stare insieme, e quindi l’amore, come una specie di valvola di sfogo per liberarsi del proprio passato ferendosi continuamente dal punto di vista psicologico.

L’amore feroce, quello delle bestie selvagge.
Che scortica, taglia, incide. Quello storto, che diventa crimine.
L’aveva conosciuto troppo presto.
Le era rimasto addosso come un’ustione.

Questo libro non ha mezze misure, ci riporta ai pensieri dell’infanzia dove c’è il bene e il male, il buono e il cattivo e l’amore narrato è cattivo perché malato, diffidente, buio, freddo, ansioso. Si cede all’oscurità pur di non rimanere da soli, e si scende a compromessi per apparire alla società felici e perfetti. Ma in questa ricerca di perfezione in realtà si precipita in basso perché nei tentativi di mostrarsi “buoni” prende il sopravvento l’aggetto opposto nella sua accezione di ambiguità, perversione e criminale. La Mazzuccato, con un ritmo incalzante, entra nel cuore del lettore e regala una chiave per aprire la porta della nostra vita con dei parallelismi tra l’infanzia e l’età adulta. Sostanzialmente ci fa comprendere quanto il nostro passato incida nei rapporti maturi. E questo non è una novità in fondo, ma lei lo fa con destrezza e senza diplomazie. Ci dice chiaramente che se non siamo stati mai belli per la nostra mamma non lo saremo mai per nessuno. Se la nostra mamma non ci ha amato o è stata cattiva con noi sarà normale che non saremo mai amati dagli altri e troveremo normale persino chi ci tratterà male, perché incapaci di distinguere ciò che è bene tra ciò che è male. Troveremo addirittura abitudinario il fatto di “meritare” la cattiveria subita.

Tra le pagine il senso dell’amore diventa un tentativo di fuga dal passato, ma in maniera perversa perché non si conosce il sentimento e non si è capaci di viverlo. Questo libro va oltre, cade nel principio dove tutto si forma e se qualche meccanismo salta ecco che un ingranaggio va in panne e ci siamo giocati l’esistenza. Spesso guardiamo all’episodio, a ciò che non funziona nel preciso istante, senza considerare che i problemi stanno a monte, e cioè magari nei primi anni di vita, dove si formano le certezze. Un testo importante, formativo, per capire che ogni azione è conseguenza di un disagio da curare per vivere giustamente come natura insegna.

 

L’amore cattivo
Francesca Mazzuccato
Giraldi, 2015
Pagine 200
Prezzo di copertina € 12,50

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist