Araba Fenice – Michele Sbriscia

La narrativa del “giallo”, di solito, si distingue per il fatto che, sin dall’inizio, viene posta la domanda “chi è stato?” e da questa domanda, poi, viene costruita la narrazione e, in ultima analisi, individuato il colpevole attraverso la costruzione, soprattutto poliziesca, di una indagine pianificata scientificamente. Araba Fenice di Michele Sbriscia, Lettere Animate Editore, è invece un “giallo a suspense” (thriller), dove il lettore, quasi in modo casuale, assiste direttamente alla preparazione e all’esecuzione del crimine, in quanto gli artefici sono spinti da forze emotive istintuali, che immettono il lettore in un clima di tensione in crescendo, cioè in una suspense, che porta a repentini cambi di stati d’animo. Il racconto di Sbriscia spesso si avvicina ad un’altra sottospecie della letteratura del giallo, qual è il noir, perché il racconto ha poco di enigmatico, si sofferma infatti, con acuta attenzione, alla descrizione dell’ambiente e alla diversa psicologia dei personaggi coinvolti nella vicenda criminale:  

Davanti a me strane creature cominciano a popolare le vie della cittadina. Una dama indossa un abito bianco avorio molto ben rifinito. Ha degli occhi luminosissimi e il glaciale sguardo è accecante. Lunghi capelli neri corvini fluttuano debolmente all’aria. Allarga le braccia e candidi nastri scendono dalle maniche, ondeggiando come stelle filanti.

L’autore abilmente descrivere anche l’aria che si respira, non solo a livello atmosferico:

Nuvole vagabonde del colore della cenere sostavano silenziose nel cielo azzurro. Il melodioso appello alla preghiera del muezzin inondò il suk. Lars innalzò lo sguardo al cielo e inquadrò l’immenso minareto della Grande Moschea Zitouna.

I francesi traducono il thriller in noir e così anche gli inglesi e gli americani in “noir thriller”, mentre in Italia la definizione di noir non ha raggiunto una definizione precisa in quanto ha subito l’influenza di due secoli di successo della letteratura gialla, principalmente con l’opera di Umberto Eco Il nome della Rosa, di Leonardo Sciascia Il giorno della civetta, di Andrea Camilleri Il commissario Montalbano, dove si passa dalle controversie medievali, fra Chiesa e Impero, alle diatribe mafiose per giungere a quelle poliziesche.

L’Araba Fenice ha una trama che fa da contorno alla storia d’amore di Andrea Sbroglia per una ragazza tunisina, Kari, ma sono avvolti, a loro insaputa, da presenze malefiche, pronte ad attentare alla loro vita. Oggetto scatenante dell’azione criminosa contro Andrea è un foglio di carta bruciacchiata, scritta nel 1792, probabilmente dall’alchimista Giuseppe Balsamo di Palermo, nonché conte Cagliostro, dimenticato in mezzo ad un libro dalla persona che cercava di conoscere meglio il significato di quella scrittura e del suo contenuto, incautamente riconsegnato alla biblioteca di Fano, frequentata assiduamente da Andrea Sbroglia, il quale, venendo in possesso del libro medesimo, diventa il portatore inconsapevole del foglio bruciacchiato e, quindi, oggetto di azioni offensive e pericolose nei suoi confronti. L’azione contro Kari invece nasce non da un foglio di carta ma dal possesso di un piccolo tesoro avuto in regalo dalla madre, per questo un killer parte dall’Africa per ucciderla e impossessarsi dei gioielli.

I livelli di lettura del racconto sono diversi, vi sono riferimenti storici, letterari, metanarrativi e inquisitori, che mettono il lettore alla ricerca della traccia che la citazione ha con l’opera:

«Figlio mio, confessate i vostri peccati, risparmiateci il dolore di obbedire alle leggi giuste e severe della Santissima Inquisizione, trattandovi con tutto il rigore che esse reclamano.» «Confessate il vostro peccato, Noi siamo i vostri padri in Dio e ci guida il solo desiderio di salvare la vostra anima.»
«Io non posso confessare un delitto che non ho commesso» risponde l’uomo.»

La rievocazione delle guerre fra cartaginesi e romani:

«Un lampo mi balena nella mente: Cartagine e le guerre puniche! Gli ispanici, armati di spade e di scudi, sono piazzati sull’ala destra assieme alle poche truppe africane armate di lance; al centro la terrificante forza dei liguri, male addestrati ma valorosi, estremamente legati alla propria terra e amanti della propria indipendenza.»

Fino a giungere alla rievocazione della linea gotica:

«…in alcuni punti la “linea gotica” superava addirittura i 30 km di profondità ed era costituita prevalentemente da unità fisse lungo i crinali di montagna, tipo fossati anticarro, campi minati, reticolati, caverne scavate nella roccia, trincee, ricoveri, bunker per l’artiglieria e per le mitragliatrici…»

Il titolo trova forse indicazione in questa esposizione:

«Alcuni morti escono dalla propria sepoltura frantumata, si lacerano gli stracci consunti del sudario e camminano di nuovo sulla terra ferma. Carne corrotta in putrefazione, condannata a muoversi in modo scoordinato e richiamata alla vita da qualche maligno sortilegio di chissà quale stregone o forza oscura. Carne morta rianimata, parvenza di uomini e donne che non esistono più: il corpo è divenuto la loro vera fredda tomba. »

Ma non così fu per Kari e Andrea:

«Le baciai più volte il collo, lentamente, ma Kari tirò la mia testa sul suo seno. L’eccitazione era al culmine, i respiri di entrambi diventarono più rapidi. I corpi iniziarono il loro incontro, i movimenti si fecero sempre più decisi e veloci. Kari inarcò la schiena, mentre il suo seno sobbalzava dolcemente a ogni colpo. Il ritmo fu sempre più intenso, i respiri più profondi. Oramai i corpi erano un tutt’uno. La passione esplose per entrambi. Ci fissammo per alcuni attimi interminabili.»

Il giorno in cui Kari manipolò la sua nudità maghrebina, ornandola di argenti  per presentarla ad Andrea, come promessa di nozze, le due entità criminali confluiscono contemporaneamente nello stesso luogo…E’ una lotta feroce, viene mortificato l’amore di Andrea e Kari o la brama di crimine? Una bella curiosità da togliere, non cercare di tirare la fune una volta per le vittime e un’altra per gli aggressori, il giallo ti crea desiderio di sapere, se vuoi soddisfarlo leggi il racconto.

 

Araba Fenice
Michele Sbriscia
Lettere Animate, giugno 2015
Pagine 196
Prezzo di copertina € 1,99

 

Franco Santangelo

Critico e Storico