Sulla sedia sbagliata – Sara Rattaro

Esiste un gioco che tutti conoscono. Si mettono al centro di una stanza alcune sedie e quando la musica si ferma si corre per occuparne una. Chi resta in piedi viene eliminato, gli altri restano seduti…Qualcuno sulla sedia sbagliata.

I talenti si riconoscono. Sempre. Chi possiede il cosiddetto “x factor” prima o poi emerge, in qualunque campo. È il caso di Sara Rattaro, la scrittrice genovese vincitrice dell’ultimo Premio Bancarella. I libri della Rattaro li abbiamo letti e ci hanno deliziato, con quel flusso di sentimenti che ci ha fatto sempre immedesimare. Quello che però stupisce è che il suo romanzo d’esordio Sulla sedia sbagliata, uscito per la prima volta nel 2010 con la casa editrice Morellini e ripreso quest’anno da Garzanti, sia già stilisticamente perfetto.

Mentre noi comuni mortali – e mi ci metto anch’io, visto che da anni tento di “scribacchiare” – abbiamo iniziato con storie improbabili e prive di spessore, che per fortuna nessuno ha letto, Sara Rattaro ha concepito da subito un’opera ricca di pathos, dove un turbinio di emozioni caratterizza personaggi di cui lei riesce a parlare in prima persona, cambiando registro ed essendo sempre credibile. Sia nei panni della madre di famiglia, così come in quelli della giovane figlia; oppure del ragazzo dalla vita rovinata da una malattia non poi tanto “casuale”.

Un avvicendarsi di personaggi, che sembrano scambiarsi i ruoli, trasforma le vittime in carnefici e viceversa; mentre Sara Rattaro ci descrive molti modi di essere madre, con un’unica convinzione: che sia un atto che cambia la vita, e che legherà per sempre la sorte a quella del figlio.

C’è Francesca, chirurgo dalla figura affascinante, che vede tutto il suo mondo andare in frantumi in una notte, mentre i sensi di colpa l’assalgono e si chiede in cosa possa avere sbagliato. Suo figlio Andrea, appena diciottenne, è in carcere per avere ucciso la fidanzata, la sedicenne Barbara, a colpi di martello e sotto l’effetto di droghe. Francesca sente di dover sostenere il figlio e forse lo desidera davvero, sollevata dal fatto che egli sia vivo, ma al tempo stesso realizza che Andrea non è più il bambino che ha cresciuto e che di lui conosce poco o nulla. In lei si fa strada in maniera sempre più preponderante la responsabilità nei confronti della famiglia della giovane uccisa.

Com’era possibile non mettere in discussione tutto quello che avevo fatto fino a quel momento, come donna e come mamma, e non avere la terribile voglia di buttare via tutto quello che ero stata?

Nella stessa notte, Beatrice rimane coinvolta in un tragico incidente stradale, e le vengono espiantati gli organi. La madre Teresa, “rea” di non averla saputa proteggere, continua a vederla ovunque, rifiutando di accettare la sua morte e suscitando la preoccupazione del marito.

Nel medesimo frangente, Zoe attende l’amore, che per lei ha le sembianze dell’uomo “dal naso perfetto” e per il quale ha scritto una poesia. E nell’attesa, il suo corpo malato, indice di un’esistenza trascorsa fra ospedali e personale medico, è pronto a ricevere i nuovi organi che potrebbero regalarle una nuova vita.

La giovane Valeria è una ragazza anoressica, che vorrebbe distruggersi e morire, dopo aver scoperto che il ragazzo che ama si trova in carcere per avere strangolato la madre.
E infine lui, Paolo, il ragazzo in questione, con la vita rovinata da una madre anaffettiva sicuramente affetta dalla sindrome di Munchausen, ovvero il disturbo mentale che affligge soprattutto le donne madri che arrecano danni fisici al figlio, oppure godono della sua malattia per attirare l’attenzione su di sé. Con una vita rovinata quindi, a Paolo non è rimasto altro che uccidere la donna, quale unico modo per affermare la propria libertà e l’inizio di una nuova esistenza.

In realtà, mai come in questa storia si evince che il confine fra errore e verità sia molto labile. Esso si confonde e non è mai netto. Per questo ogni storia ha due facce della medaglia: luce e zone d’ombra. Perché anche l’amore puro ed incondizionato può trasformarsi in un peso troppo grande da sopportare ed indurre a sbagliare.
Un libro consigliato, non ci sono dubbi.

Sulla sedia sbagliata
Sara Rattaro
Garzanti, 2015
Pagine 157
Prezzo € 9,90

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa