Chirù – Michela Murgia

Chirù è il titolo del nuovo romanzo della scrittrice sarda Michela Murgia, uscito nel novembre 2015, edito da Einaudi. È la storia di una formazione: ovvero la capacità di “manipolare” la conoscenza e forgiare l’essere umano a propria immagine e somiglianza. Al tempo stesso, il riconoscimento della consapevolezza, insita in ognuno di noi, permette di affinare caratteristiche proprie, che possono spaventare. Culminando nel classico caso in cui l’allievo supera il maestro. In questo caso, la maestra.

Eleonora ha 38 anni ed è un’attrice affermata; Chirù di anni ne ha solo 18 e sogna di diventare un violinista famoso. Quando s’incontrano e lui propone alla donna di fargli da “mentore”, lei è “insegnate” e lui “allievo”, ma subito questo equilibrio si perde e i due finiscono con l’attrarsi reciprocamente e scambiarsi i ruoli.

Era giovanissimo, ma aveva nello sguardo qualcosa di slabbrato, come se osservasse il mondo da una prospettiva già offesa. Vorrei poter dire che la nostra fu un’immediata affinità elettiva, ma sarebbe menzogna. Io Chirù lo riconobbi.

Eleonora, in passato, ha avuto altri tre allievi e non è nuova a questo ruolo di “guida”. Due di essi ora conducono una vita brillante; mentre sulle sorti del terzo ella non ama parlare, quasi le richiedesse troppo dolore.
Eleonora mette al servizio di Chirù tutta la sua conoscenza di donna matura e in cambio “pretende” quella meraviglia tipica di tutte le prime volte. Un entusiasmo che si può ritrovare solo nella giovinezza e che lei ha perduto da un pezzo. Attraverso Chirù, la donna può sentirsi “viva” e ripensare alla sua esistenza.

Riaffiorano così i ricordi di quando non era una donna sicura di sé – almeno in apparenza -, bensì una bambina cresciuta da un padre violento. Quest’ultimo le ha inflitto la condanna di provare un’ansia costante riguardo al controllo, proprio ed altrui.

La giovinezza di Chirù perde inevitabilmente la sua innocenza. Gli insegnamenti di Eleonora verranno colti dal giovane musicista in tutta la loro essenza, tanto da riservare alla donna una lezione finale che non si dimentica.
Michela Murgia scrive molto bene. La sua è una prosa scorrevole e, allo stesso tempo, ricercata, con i dovuti termini al giusto posto ed esente da ingenuità. Particolarmente evocativa è la parte in cui viene descritta l’infanzia infelice della protagonista Eleonora, sottoposta a frequenti violenze verbali da parte di due genitori che, in sostanza, erano inadatti a ricoprire tale ruolo.

Nella prima parte l’opera, che non è divisa in capitoli bensì in “lezioni”, subisce un momento di stasi, in cui regna un po’ di “calma piatta”. Ma si riprende subito, e nella parte finale catalizza l’attenzione del lettore. Suggestiva la tournée di Eleonora, che con la sua commedia itinerante visita città quali Stoccolma e Praga.

Chirù insegna che anche il più puro dei sentimenti talvolta può nascondere il pericolo di una manipolazione. L’amore deforma la realtà: niente è più distante fra quello che sentiamo di essere e quello che vorremmo dimostrare al prossimo. Addirittura, esso potrebbe chiederci di pagare un prezzo immenso, quale il sacrificio di sé.

 

Chirù
Michela Murgia
Einaudi, 2015
Pagine: 191
Prezzo di copertina: € 18,50

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa