Maledetta Mente – Adriana Pitacco

Mi rassicuro, Sergio, pensando che tu non mi preceda nell’idea di narrare la follia attraverso l’inquietudine della scrittura: cerco di lavorare a memoria, basandomi su qualche stanco affresco, senza modello però…tu non ci sei.

Chi legge questo libro deve accettare di venire risucchiato in un vortice, in presenza del quale è vietato abbassare la guardia. Deve essere disposto a procedere un po’ a “tentoni”, come se si trovasse immerso nella nebbia. In Maledetta Mente (Lettere Animate Editore, 2015) Adriana Pitacco offusca abilmente le nostre capacità cognitive, invitandoci ad immergerci in un clima confuso, tipico delle tematiche trattate. Non potrebbe essere altrimenti, e il romanzo non potrebbe essere lineare, perché tratta di pazzia. Però narrata attraverso uno stato di veglia che precede la morte. Niente quindi di più difficile ed ingarbugliato.

Sandra, chiaramente descritta anziana ed immobile in una stanza d’ospedale, è malata di cancro ed è giunta alla fine. Mentre muore – perché di fatto, questo è quanto – dal suo stato ormai di coma vegetativo “racconta” la storia del suo unico grande amore, lo psichiatra Sergio, attraverso quel flusso di coscienza, oppure dovremmo dire d’incoscienza, che certo segue un suo filo e non si pone il problema di fornire troppe spiegazioni. I tasselli si ricompongono attraverso una lettura “faticosa”, così come non facile deve essere perdere la ragione, o ancora peggio morire.

La situazione si complica, poiché l’interlocutore di Sandra è proprio quella morte stessa, giunta al suo capezzale, che con ansia l’attende.
Sandra è consapevole del suo ineluttabile destino, e si trasforma in un’abile narratrice, quasi fosse l’unico modo per guadagnare tempo, se non proprio di avere salva la vita.

Poi ritorno a consolarmi al pensiero di diventar parola, magari scritta, così nessuno potrà cancellarla o cancellarmi.

La Morte ascolta il racconto della donna, che ha inizio nel momento in cui Sergio decide di lasciare l’Italia e di accettare un incarico presso l’ospedale psichiatrico di Losanna, in Svizzera. Da qui in poi sarà scontro aperto coi colleghi e coi metodi della struttura, che auspicano ad una rigida impostazione della psichiatria, volta per quanto possibile a favorire un ulteriore stato di alienazione fra i pazienti, cercando di annullare ogni loro desiderio.

Faremo la conoscenza di vari personaggi, con le loro zone d’ombra e le loro verità, “prigionieri” di quella “maledetta mente” che tutto governa. Ingabbiati in un dolore che lacera dentro, sono uomini e donne che si stanno allontanando sempre più dalle persone che sono state un tempo. Esseri umani che hanno una storia da raccontare e sono testimoni di un loro dolore.

Adriana Pitacco presenta una prosa ricca e pregna di musicalità, che potrebbe tranquillamente essere frutto di una qualche infarinatura derivata dal mondo della poesia. Questo fa sì che il romanzo risulti senza dubbio ben scritto, ma aumenta quella “nebbia” di cui parlavamo all’inizio, perché il suo stile non fornisce spiegazioni di sorta.

Maledetta Mente potrebbe essere definito come un libro fuori dai canoni, che potrei consigliare a chi ama il romanzo “onirico”. Ma d’altra parte, con una moribonda che parla di pazzia ed interloquisce con la morte, che cosa ci si poteva aspettare di diverso?

 

Maledetta Mente
Adriana Pitacco
Lettere Animate, 2015
Pagine 144
Prezzo di copertina € 2,49

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa