Tempesta di neve e profumo di mandorle – Camilla Lackberg

Ho letto l’ultima fatica letteraria della scrittrice svedese Camilla Lackberg – in libreria dal 29 ottobre 2015 -, autrice della fortunata serie di thriller “casalinghi” che ha come protagonisti Erica Falck e Patrik Hedstrom, con oltre quindici milioni di copie vendute. L’aggettivo “casalingo”, posto accanto al genere “thriller”, non è affatto dispregiativo, anzi, è ciò che contraddistingue i gialli di quest’autrice dal resto del mondo.
Attraverso una scrittura molto semplice – che non si perde in inutili descrizioni, ma giunge subito al sodo attraverso i molti dialoghi –, Camilla Lackberg si è sempre concentrata su un’indagine serrata delle dinamiche familiari, combinando scene d’intimità domestica ad oscuri segreti del passato che angosciano chi li vive e non possono più essere tenuti nascosti. Quando non indagano su un delitto, i protagonisti si ritrovano a pranzo allo stesso tavolo, parlando del più e del meno; Erica è sempre alle prese coi suoi chili di troppo, con gravidanze, figli e pappette.

Il fatto di parlare di “piccole cose quotidiane” rappresenta un punto di forza che caratterizza queste storie e le rende peculiari, ma a lungo andare può anche stancare. Forse il lettore è saturo di qualcuno che parla “di niente” e ripete sempre lo stesso cliché: di segreti del passato e di pigiama e pantofole. Sarò impopolare, ma penso che la vena creativa della scrittrice si sia un po’ esaurita nel corso degli anni.
Leggendo Tempesta di neve e profumo di mandorle, edito come sempre da Marsilio, ho pensato che Camilla Lackberg non avesse più nulla di tanto originale da dire, e che questa raccolta di racconti – quattro brevi, più uno lungo che dà origine al titolo – rappresenti la necessità di rispettare qualche contratto editoriale, firmato in precedenza, più che comunicare qualcosa di sentito. E dire questo mi dispiace, visto che sono sempre stata una sua fan.

Parlando di quest’opera, tutti citano solo il racconto omonimo, tanto che mi viene un dubbio: chi recensisce, ha davvero letto il libro? Perché si tratta di una raccolta di racconti e non soltanto di un romanzo breve, scritto in occasione dei primi dieci anni di carriera, che si rifà a Dieci piccoli indiani di Agatha Christie.
Il primo racconto, Sognando Elizabeth, parla di una coppia di sposi che vengono sorpresi da una tempesta in mare, sulla loro barca a vela. La donna teme di fare la stessa brutta fine della prima moglie, dispersa in situazione analoga durante un temporale e mai più ripescata dalle acque. Nel tentativo di cambiare la sua sorte e di salvarsi la vita, la donna, presa da malsane congetture e strani vaneggiamenti, eccede un po’ troppo nel “difendersi”.
Il caffè delle vedove è il secondo racconto e parla di femminicidio. Qui entra in gioco il tema della vendetta, poiché chi in passato ha subito, ora diventa carnefice.

Il terzo racconto, Una morte elegante, analizza il complicato rapporto di una madre che è stata assassinata e le sue figlie: in particolare una di esse, capace davvero di fare qualunque cosa per denaro.

Una giornata infernale è il quarto racconto e parla di bullismo, intrecciando la trama ad una giornata veramente da dimenticare, vissuta da un giovane Patrik Hedstrom – nel periodo pre-Erica –, che in un certo senso ha impedito che un ragazzo maltrattato si trasformasse in un assassino.
Fino a giungere al quinto e ultimo racconto Tempesta di neve e profumo di mandorle,  dove troviamo un giovanissimo Martin Molin,  storico collega di Patrik Hedstrom, qui da poco entrato in polizia – questi salti temporali sono stati creati ad arte per altri noti personaggi, quali ad esempio Montalbano e Harry Hole, confermando l’esigenza degli scrittori di “andare alle origini” dei loro protagonisti, nei loro trascorsi momenti di gioventù.
Manca poco a Natale e Martin Molin ha raggiunto, controvoglia, la fidanzata sull’isola di Valo per un ritrovo di famiglia, organizzato in una villa antica. Il vento infuria e la tempesta si fa sentire, allorquando, durante la cena, il vecchio patriarca viene ucciso col cianuro – ecco l’odore di mandorle amare, tipico di questo veleno. Sebbene giovane ed inesperto, Martin è l’unico che possa indagare sul caso. Ben presto i presenti al raduno rimangono bloccati dal mare in burrasca e costretti a soggiornare sull’isola fino al cessato pericolo. Interrotto ogni tipo di contatto con la terraferma e quindi anche con la realtà. Niente è però come sembra, e quando anche il nipote del vecchio Ruben viene ritrovato cadavere, ci si rende conto che questa famiglia, all’apparenza “normale”, nasconde in realtà segreti, incomprensioni e vecchie faide mai sopite.

Voglio pensare che quest’ultimo racconto sia un omaggio ad Agatha Christie, anche se tutto è lasciato in superficie e niente viene approfondito. Talvolta il dover essere brevi gioca a sfavore di un autore, sono d’accordo. Ma in quest’ultima pubblicazione, non ho riconosciuto la solita Camilla Lackberg che noi tutti abbiamo, per tanti anni, letto ed apprezzato.

 

Tempesta di neve e profumo di mandorle
Camilla Lackberg
Marsilio, ottobre 2015
Pagine 159
Prezzo di copertina € 16,00

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa