Orso: le avventure di famiglia di un gatto filosofo – Tom Cox

Di Orso, l’ultimo romanzo dello scrittore e giornalista inglese Tom Cox (Edizioni Piemme, 2015) che profila avventure casalinghe di un gatto dall’atteggiamento profondo, ho sentito parlare alla televisione. Poiché tratta di gatti, ho deciso di leggerlo, attirata soprattutto da questa premessa:

A lungo in classifica sul Sunday Times, il libro racconta una vita mano nella zampa con quattro gatti, o meglio tre gatti e un poeta malinconico che solo per caso ha quattro zampe e la pelliccia.

La trama è autobiografica e parla di Tom, un trentacinquenne da poco divorziato, che si trova da solo in una grande casa di campagna, assieme ai quattro gatti più anziani che aveva insieme alla ex moglie. La donna, invece, se ne è andata portando con sé i due esemplari più giovani.
C’è Ralph, un soriano che miagola come se dicesse il suo nome; Shipley che si rilassa solo se messo a pancia in su; Roscoe, una gattina bianca e nera ultima arrivata; e infine Orso, che dimostra di avere una sensibilità “diversa” rispetto agli altri, come se vivesse in una dimensione tutta sua.

A poco a poco Tom inizia a riprendersi dall’abbandono della moglie, e a sentirsi a proprio agio in questo nuovo ruolo di “ragazzo-padre”. Egli riesce a raggiungere, insieme ai suoi felini, una qualità di vita soddisfacente. Fino a quando non avverte la necessità di condividere la sua routine con una nuova compagna, magari che nutra anche lei il medesimo amore per i gatti.

La domanda sorge spontanea: e allora, cosa succede poi? Ma la risposta è deludente. Niente. Non succede niente. L’opera si trascina parlando di piccole cose: piccoli gesti quotidiani che fanno i gatti; eventi di famiglia e ricordi d’infanzia. Senza che mai nulla di eclatante accada.

Le vicende non sono nemmeno ben sviluppate, né ci sono momenti in cui si possa cedere ad un particolare slancio emotivo. Tom racconta, in prima persona, la sua vita e le prodezze dei suoi gatti. Il lettore sta ad ascoltare, né più né meno. Anzi, a lungo andare si annoia un po’.
Punti di forza di quest’opera possono essere le cose che si imparano sui felini e sugli animali in generale. Lo sapevate, ad esempio, che le volpi amano mangiare il vomito dei gatti? Purtroppo questo è un particolare che nel libro s’impara, e bisogna avere uno stomaco di ferro per superare indenni la descrizione nei minimi particolari.
L’elemento interessante che potrei evidenziare dello scritto è il rapporto particolare che il protagonista ha col padre, dove il genitore risponde ad ogni frase del figlio con un aneddoto sorprendente, in modo da mettere continuamente in luce se stesso. E questo capita sovente, nelle famiglie di tutto il mondo, specie quando si ha a che fare con persone di una certa età.

Quella che si prefissava come una lettura interessante, diversa dal solito, mi ha un po’ deluso. Orso non fa nulla di particolare rispetto agli altri felini della storia: possiede semplicemente uno sguardo magnetico e quella prudente pacatezza che contraddistingue i gatti anziani. Non è protagonista dell’opera, come invece il titolo aveva fatto credere.
Di Orso: le avventure di famiglia di un gatto filosofo rimane la bellezza del mondo felino, pregno di un mistero da sondare e scoprire ogni giorno. Chi vive con un gatto, almeno in questo, si può riconoscere.

 

Orso: le avventure di famiglia di un gatto filosofo
Tom Cox
Piemme, 2015
Pagine: 210
Prezzo di copertina € 16,50

 

Cristina Biolcati

articolista, scrittrice e poetessa