Cacao city – Antonietta Usardi

La dipendenza dal cacao, traffico illecito di questo alimento innocuo, che di solito è “delizia” per ogni tipo di persone, diventa un grosso problema in una Milano inedita, dal gusto noir del nuovo thriller di Antonietta Usardi, dal titolo appunto Cacao city. Si tratta di un libro dove il vero protagonista è questo vizio cui tutti i cittadini sembrano cadere in pieno. Con la scusa di essere assuefatti, vecchietti in primis che depongono così la loro preziosa pensione in case di cura per disintossicarsi, prende piede un romanzo un po’ insolito, certo, fantasioso anche, ma che di sicuro piace ai cultori del genere. Due anziani signori, Belinda e Costante fuggono dalla casa di cura, e i due nipoti, Claude (poliziotto) e Delizia (che lavora in un posto dove bisogna donare abbracci e sorrisi) vogliono ritrovarli. I due ragazzi sono già stati abbandonati dai rispettivi genitori, e hanno necessità di capire dove si trovano i nonni, provenienti da un passato di rapinatori. Gli elementi del thriller ci sono tutti, morti (cadaveri che all’improvviso si perdono), rapinatori, traffici illeciti, polizia, storia d’amore di fondo, ma la lettura procede un po’ lenta, forse per dare spazio alla descrizione di una Milano romantica, descritta con una natura quasi parlante, impressionista. L’ambiente, e persino il cimitero monumentale acquisiscono un rilievo considerevole, perché di solito la città viene ricordata con l’eterna nebbia e il classico smog. La Usardi invece la ripercorre dal punto di vista di chi nasce e ama questa città dai mille volti. Non mancano però i classici luoghi comuni, ovvero i siciliani ed extracomunitari che “macchiano di reato” il quieto vivere dei cittadini.

Non è grigio fumo né grigio topo né, tantomeno, grigio cemento, antracite o piccione, il cielo sopra Milano. Si tratta solo di una chiacchiera da cortile, una di quelle dicerie prive di fondamento che circolano tra i turisti male informati. I milanesi lo sanno bene.

Ogni personaggio ha la sua storia, è figlio di un percorso emotivo che poi lo rende forte o meno nel periodo adulto. Il caso di Claude salta più agli occhi. Bravo poliziotto, obbediente, cauto, ragionevole, amante della giustizia anche se poi in famiglia si trova ad avere rapinatori e defraudatori della legge. Ma la sua è una personalità soppressa, perché fino a cinque anni era un bambino ribelle. Spariti i genitori si è addossato le colpe pensando che se fosse diventato buono probabilmente sarebbero tornati. Altro protagonista bizzarro è Robespierre, un giornalista che insegue il grande sogno della notizia d’inchiesta che possa promuoverlo a un lavoro migliore di quello che attualmente fa: scrive per il Gazzettino delle buone notizie. Nel testo le belle notizie non piacciono a Robespierre, così come gli abbracci a pagamento non piacciono a Delizia.

Non è la morte, non è l’abbandonare casa e famiglia, non è paura dell’ignoto, non è nulla di tutto ciò. È solo che voleva essere qualcun altro. Voleva quel sogno infantile, sepolto nella memoria. Eppure è lì che dovrebbero rimanere rinchiusi i desideri di quando si è bambini. Non dovrebbero andarsene liberi per il mondo come se nulla fosse. Così come non serve partire per cambiare la propria vita. Contro ogni sforzo possibile, ciò che siamo, ciò che abbiamo amato, perduto o distrutto ci segue in questo pellegrinaggio dell’esistenza.

Anche il convento di suore che ha in custodia la cura degli anziani (che vanno da loro per disintossicarsi dal cacao) nasconde qualcosa di losco. Insomma, tante storie, tanti avvenimenti che se magari esposti con un ritmo più incalzante potrebbero riscuotere maggiore successo nel lettore, che a tratti invece rischia la distrazione dalla lettura.

 

Cacao city
Antonietta Usardi
Dalia, novembre 2015
Pagine 270
Prezzo di copertina € 14,00

Maria Ausilia Gulino

Teacher – Journalist