Razza di Zingaro ‒ Dario Fo

Quando ho iniziato a leggere questo libro non avrei mai pensato di appassionarmi ad un racconto di boxe, pensavo che avrei trovato la semplice storia di un campione e invece sono rimasta piacevolmente colpita, Razza di Zingaro, Chiarelettere 2016, scritto da Dario Fo, merita di essere letto.
Il libro mi ha subito presa e trascinata nel mondo di Johann Trollman che nel 1914 accompagna un compagno più grande all’allenamento di boxe, decidendo per caso di allenarsi pure lui. Sarà una scelta che cambierà la sua vita.
Johann dimostra infatti una tecnica assolutamente fuori norma, spiazza tutti visto che ha solo 8 anni ed è un “sinti”, un gitano, uno zingaro.

una razza senza scrittura, non ce l’abbiamo. Solo raccontando la nostra memoria a voce tramandiamo agli altri la nostra storia.

Il giovane cresce, si allena mentre scoppia la seconda guerra mondiale, dimostra di avere la stoffa del campione incontro dopo incontro, il suo allenatore lo definisce un mix di talento ed intelligenza, ma non essere tedesco è un ostacolo.
Conosce Margarete quando ha 16 anni: lei, una professoressa che studia una nuova disciplina, la psicologia, vuol cercare di capire questo giovane così bello, elegante, statuario, con comportamenti e abitudini diverse.
Vuole “studiarlo”, conoscerlo, ma con i suoi soli sedici anni, Johann la sconvolge.
Passano gli anni, si combatte e si vince, il giovane pugile, acclamato dalla folla e dalle ragazzine dimostra sul ring una potenza e una leggerezza mai viste prima, ma quando però nel 1928 i membri della commissione tecnica si riuniscono per decidere chi far partecipare alla qualificazione dei giochi olimpici di Amsterdam, Johann viene escluso, perché un sinti non può partecipare.

la Germania è senza campioni da dover ricorrere agli zingari?

La grande delusione porta questo giovane talento discriminato ad andare via, combatte e vince a Berlino, lo stesso ad Hannover e crede di vincere anche e finalmente nella vita quando incontra Olga, ragazza cosacca, “gente che balla di qua e di la e poi va a cavallo e infila un pezzo di carne cruda sotto la sella per farlo cuocere”, perfetta per un sinti.
Nel 1933 i giovani si fidanzano e l’abito da sposa sarà un regalo emozionante di Margarete che il giovane pugile non ha mai scordato.
Nel 1933 a Berlino Jhoann combatte per il titolo di campione mediomassimo e nonostante la vittoria schiacciante non lo si vuole fare diventare campione, “lo zingaro saltella” , viene detto per il suo modo anomale di combattere e alla fine dopo tanto tumulto il meritato titolo arriva. Questa gioia è destinata a durar poco, infatti otto giorni dopo gli viene revocato.

Deluso, sconfitto, perennemente discriminato Johann vede ormai finita la sua carriera, sa che la bravura non basta, sarà sempre uno zingaro.
Decide così di partecipare ad un importante incontro e lo fa arrivando sul ring cosparso di borotalco, combatte da ariano non da sinti, ma non è lui, non lotta, non combatte, cade e perde per k.o, è la fine.
Abbandonato dal manager non gli resta altro che combattere clandestinamente al luna park e proprio per questo verrà escluso dalla federazione pugili, la sua vita precipita e Olga scopre di essere incinta.

Il fallimento, la delusione, la discriminazione, la vita che nasce, la rinascita, un matrimonio. Nel 1936 viene avviato il censimento di tutti i sinti e i rom della Germania, per non farsi deportare Jhoann si nasconde nel bosco, ma non basta. Per l’ennesima volta la sua vita è impossibile, è costretto al divorzio per salvare la moglie e la figlia appena nata, perde il dono più grande e per salvare se stesso è costretto a subire l’oltraggio della sterilizzazione.

Non può essere campione, non può essere marito, non può essere padre, ma può essere soldato, la Germania lo arruola, lo porta via dagli affetti, lo costringe a combattere e tra le atrocità della guerra riesce a rivedere Margarete ormai sposata. Questa è la sua ultima azione da uomo libero, prima del campo di concentramento, prima delle atrocità. Inizia la parte più dura, è difficile leggere e pensare a Jhoann, giovane talento che sembrava danzare sul ring, adesso costretto a subire umiliazioni e oltraggi.
Nel 1914 un ragazzino vuole esprimere il suo talento, nel 1942 troviamo un uomo stanco, avvilito, sconfitto.
Durante la lettura ho fatto il tifo per questo bellissimo bimbo talentuoso e andando avanti, grazie alla scrittura semplice e diretta, sono stata immersa dentro la sua vita, ho conosciuto questa grande famiglia, questo padre che suona il violino, i parenti del circo, ho accompagnato Jhoann durante la sua vita difficile, per poi lasciarlo con le lacrime agli occhi dentro un campo di concentramento. Commovente e drammatico.

 

Razza di zingaro
Dario Fo
Chiarelettere, gennaio 2016
Pagine 176
Prezzo di copertina € 16,90

 

Simona Zagarella

Scrittrice